Vinoir Enoteca Milano
Vino naturale e quarta di copertina
Di Stefano Capone
La vera meta di un viaggio non è quella per cui si parte.
La vera meta di un viaggio è quella nascosta tra le pieghe del tempo rubato alle reali intenzioni.
È il passo veloce e insicuro sui confini sfumati del previsto.
Milano.
Fine gennaio.
Poco tempo e tante cose da fare.
Non c’è vino da assaggiare.
Nessuna aspettativa sulla gastronomia meneghina.
Questa volta si ritempra lo spirito e non lo stomaco.
Mi consola volermi ancora stancare girando per mostre e musei.
Tutto programmato.
Sabato pomeriggio la Galleria di Arte Moderna.
Sabato sera è il momento epico di Marc Chagall.
Domenica mattina un ”giretto” alla Pinacoteca di Brera.
Tutto con le relative chilometriche e confortanti file.
E, se non scatta il ricovero, domenica sera si rivola a casa.
Non c’è tempo per altro.
La cosa però mi rende irrequieto.
Non mi rassegno.
Non voglio avere conti in sospeso con le mie papille.
Ho un paio di ore verso l’ora di pranzo.
Giusto il tempo di un buon aperitivo.
Non si parla certo della Milano da bere lucida e plasticosa del centro. Ovviamente.
Nei miei vagabondaggi in rete ho letto più volte, e ve lo consiglio, il bel sito di un locale ambrosiano che sembra molto molto interessante.
Si va.
Deciso.
Metro verde. Fermata Porta Genova.
E poi di corsa lungo i navigli sfigurati dalle grinfie dell’Expo e gli ormai logori mercatini alternativi.
Tutto poco interessante.
Si va dritti al numero 93b di Ripa di Porta Ticinese.
Ci siamo.
Eccoci a Vinoir, enoteca e tanto altro.
Entriamo col timore di essere arrivati un po’ troppo a ridosso dell’orario di chiusura.
Ma l’accoglienza è rilassata e cordiale.
Un fotografo, suppongo un blogger, sorseggia un vino e scatta istantanee ad ogni particolare ma senza apparire invadente, anzi aumentando la sensazione di essere in uno di quei posti che piace tanto ai gastrodeliranti.
Il locale è piccolo ma le sue pareti e i suoi scaffali dicono tutto.
Vini naturali come se piovesse e libri.
Cosa chiedere di più. Una specie di utopia.
Al timone di questa enoteca di vino e parole, Gianluca Ladu, un ragazzo sardo, affabile e competente, che ha voluto tentare questa bella impresa, in una zona non proprio facile di Milano.
Tra una chiacchiera sul talento dello chef Nicola Fossaceca, le lunghe macerazioni di Guido Zampaglione e altre parole in libertà sul vino naturale e non solo è il momento di bere.
Gianluca ci racconta con passione e libertà cosa c’è al calice. E c’è tanto.
Ed è la passione reale di chi non vuole vendere ma condividere.
L’atmosfera è giusta, sciolta.
Mi sento un cliente di lungo corso. Tutto merito dell’oste e del posto.
Tra pezzi di pane carasau con un ottimo olio e scaglie di profumato pecorino di fossa procediamo ad un aperitivo sontuoso bevendo nell’ordine o disordine: Riesling Stein Alsazia Domain Rietsch, sorprendentemente sapido, Verdicchio il Gentile di Giulia minerale e nervoso, Dolcetto di Ovada Losna Rocco di Carpeneto grasso e rubicondo, Nebbiolo del Roero Viscà Cascina Fornace, magrissimo e profumato.
La chiacchierata confortevole continua tra un calice e l’altro.
In situazioni del genere ci resterei ore.
Scrutando gli angoli, le etichette e le quarte di copertina.
Con un calice ed una manciata di parole sempre a portata di mano.
Ma è ora di andare.
Alla nostra fretta ed agli splendidi voli di Marc Chagall su Vitebsk.
La vera meta di un viaggio non è quella per cui si parte.
La vera meta di un viaggio è quella dove speri di ritornare.
VINOIR
Ripa di Porta Ticinese 93b, 20143 Milano
http://www.vinoir.com
Stefano Capone
Di passaggio a Milano, ma quella vera, non quella di plastica del centro, in visita culturale da disintossicazione post-expo, abbiamo fatto tappa in questa enoteca incuriositi da questo articolo letto in precedenza.
Che dire… articolo assolutamente aderente alla realtà!
Gentilezza, competenza, simaptia e grandi vini.
Bella atmosfera, e vicini di tavolo fantastici come capita di rado.
Meno male che non abitiamo a Milano, altrimenti in un posto così bello ci si finisce per lasciare lo stipendio!!! 😉
Ci torneremo!
Pippo & Vanessa
Di passaggio a Milano tempo fa per lavoro (niente expo…)
Avevo già letto di questo locale, e devo dire che quello che speravo si è avverato.
Bei prodotti, grandi vini, competenza e tanta passione e quel pizzico in più che è dato dalla letteratura
Ci ritornerò,
Lucio
Il posto (come location) non è proprio uno dei più “facili” in zona.
Però per fortuna il locale va’, ed è davvero piacevole farci un salto per bersi un bicchiere in una piacevolissima atmosfera.
Cosa dire poi delle etichette presenti… tutte interessanti, ed alcune sono davvero delle vere e proprie chicche.
Mi aggiungo al coro dei complimenti: davvero un bel posto, ma non solo per l’atmosfera, ma per la scelta di cosa c’è nei bicchieri e per le tante “chicche” che non sempre altrove sono facili da reperire!
Un “porto sicuro” per chi vuole bere bene e “naturale”.
Competenza, bella atmosfera e pubblico corretto.
In poche parole, ci si sta bene, e tornando ci si sta ancora meglio!!!
Stefano!! ma non mi avete detto nulla sabato! Ecco perche’ le foto :-).
Che dirti, grazie per le belle parole, assolutamente esagerate e non veritiere, ma che per noi sono un bell’incoraggiamento per andare avanti su questa strada. Che peraltro e’ l’unica che possiamo contemplare ;-).
Mi spiace che non abbiate conosciuto Maddalena, l’altra meta’ (e mezzo) di Vinoir. Il naso e i sensi ‘seri’ sono i suoi. La prossima volta ci facciamo un calice tutti e 4 insieme.
Grazie mille ancora e teniamoci in contatto!
gl
Gran bel locale poco fuori il delirio che impazza poco lontano… sembrerà strano, ma anche la grande metropoli lombarda difetta di posti di questo livello e competenza. Lunga, lunghissima vita e successi a Vinoir e al suo bravo gestore!