Di Stefano Capone,
Fuori Burian sta dando il meglio di sé.
Freddo, neve, ghiaccio, sera.
Quelle che in una qualsiasi tranquilla cittadina del nord Europa sarebbero state considerate semplici intemperanze poco più che bizzarre di un normalissimo inverno, qui nell’Italia di mezzo assumono le sembianze devastanti del cataclisma climatico.
Città bloccate, spazzaneve e spargisale in azione, inviti alla popolazione a restare chiusi in casa, la corsa ai beni di prima necessità.
Il coprifuoco.
Come in un rito collettivo tutte le automobili parcheggiate con i tergicristalli anteriori e posteriori sollevati.
Un gesto che pare dia tranquillità.
Prima di tutto salviamo le spazzole.
L’auto saldata a terra dal ghiaccio ma i vetri pulitissimi.
Ma soprattutto decine e decine di persone che non vedevano l’ora di sfoggiare i moonboots e le salopette verdine con le bretelle pronte lì per la grande occasione dagli anni 80.
Mah…
Comunque fa freddo.
È ora di cena e quando fa freddo, quando c’è la neve, l’appetito scalpita più irruento.
Verrebbe da pensare a una bella polenta con qualche salsiccia, un formaggio alla brace, una zuppa di legumi bollente con ridenti cotiche di maiale a renderla peccaminosa.
E ovviamente un bel vino rosso.
Io no.
Ho appena alzato i tergicristalli della macchina e quindi Burian non può più farmi nulla.
E mi è venuta voglia di mare e di un bel vino bianco.
Direttamente dalle mie prodi gesta alieutiche dell’estate, un bel polipo e qualche seppia passano dal congelatore alla padella in un grande connubio con tenaci ceci abruzzesi.
Dalla fida cantina scelgo la bottiglia giusta per le circostanze: Vigna Vecchia 2016 Cantina Collecapretta, Spoleto.
Di quello che sta succedendo fuori francamente non mi importa granché.
Le spazzole le ho alzate ed è il momento di aprire la bottiglia.
Intanto c’è da dire che il Vigna Vecchia 2016 di Collecapretta ha una etichetta che, come dovrebbe essere per ogni vino, dice tutto e soprattutto dice quello che qui a Gastrodelirio piace leggere.
Trebbiano spoletino in purezza da vigne di quaranta anni, niente lieviti selezionati, temperature di fermentazione libere, niente chimica in vigna e cantina, nessuna filtrazione, niente solfiti aggiunti. Cosa chiedere di più?
Semplicemente che il vino mi piaccia.
All’apertura il tappo è integro e nel bicchiere il colore appare di un bel dorato vivo ma non troppo carico, segno chiaro dell’utilizzo di uve giustamente mature.
I riflessi verdi fanno già intuire possibilità di evoluzione nel tempo.
Al naso le spiccate note sulfuree, che non dispiacciono affatto, ci ricordano la fermentazione in vetrocemento e si integrano perfettamente con sentori agrumati di particolare raffinatezza.
La temperatura del vino inizialmente è piuttosto bassa, visto il clima, ma aiuterà a capirne l’evoluzione aumentando.
Al primo assaggio il Vigna Vecchia 2016 è sorprendentemente equilibrato.
Un’acidità importante ma levigata e una sapidità minerale si uniscono con destrezza a delicate note dolci consentendo al vino di riempire il palato morbidamente ma con carattere.
Il Vigna Vecchia 2016 è lampantemente buono.
Un vino veramente ben fatto di pulizia e precisione rare che potrebbe star lì a crescere per svariati anni.
La temperatura sale e come è bello che sia il vino cambia, pur sempre mantenendo il suo carattere completo e deciso.
E così l’olfatto incontra intensi spunti di camomilla e malva in una sempre presente trama aromatica di agrumi profumati.
Al gusto, costantemente fresco e con l’impronta di quanto avvertito al naso, si fanno avanti accenti più dolci e complessi.
Il palato ne rimane ancora più avvolto ma sul finale risulta sempre gradevolmente asciutto.
Bella realtà la cantina Collecapretta di Vittorio Mattioli, agricoltore e vignaiolo in quel di Terzo la Pieve a Spoleto.
Poche bottiglie ma realmente significative.
Fondamentale nel panorama umbro e anche nazionale della vinificazione “naturale” per la schiettezza dei suoi vini che, nell’assoluta assenza di compromessi si rivelano, come nel caso del Vigna Vecchia 2016, delle vere perle di territorialità e sapienza produttiva.
Che dire.
Il polipo e le seppie non potevano trovare complice migliore del Trebbiano spoletino Vigna Vecchia 2016 in questo giorno di bufera.
Alla salute di Burian…
e di chi non alza i tergicristalli…
Cantina Collecapretta
Az. Agr. Mattioli Vittorio
loc. Terzo la Pieve, 70
06049 – Spoleto (PG) – Italy
Tel/fax: 0743268529
Cell: 3493151528
http://www.collecapretta.it
info@collecapretta.it
Stefano Capone
La fine del mondo… vorrei averne alcune casse, ma so bene che non camperebbero troppo
Grande, grande, grande…
Senza timore di essere smentito, credo che sia in assoluto il miglior vino Umbro, e tra i migliori mai assaggiati in Italia.
Ad maiora!
Che vino!
Ti auguro per sempre Burian se tiri fuori dal frigo chicche come questa