Di Stefano Capone,
L’incontro tra una canocchia e la cima di rapa è un momento shakespeariano.
Sono un po’ i Romeo e Giulietta della cucina.
Il loro furtivo e definitivo abbraccio sul fondo di un romantico tegame di coccio di lungo utilizzo è sempre un momento dal forte pathos emotivo.
Ed ecco rivivere la saga di Capuleti e Montecchi dall’orlo di un ribollente balcone di terracotta.
La messinscena elisabettiana prende vita su un letto di olio extravergine di oliva, con il conforto di due spicchi d’aglio e il giusto calice vino.
Attore protagonista di questo canovaccio gastroteatrale è Ponte di Toi, Liguria, vermentino in purezza, vino bianco non filtrato 2015 di Stefano Legnani.
Stefano Legnani è un puro, integralista punto di riferimento del vino naturale e le sue vigne, le “signorine” come le chiama il produttore, divise in piccoli appezzamenti di proprietà nei pressi di Sarzana ed in altri brandelli di terra salvati dall’incuria e dai rovi, vivono di vita propria sotto la guida non invasiva ma determinante del loro mentore.
Lombrichi, sovescio e poi il mare e la spettacolare natura di questo pezzo di Liguria fanno il resto.
Le produzioni sono veramente minime e sostanzialmente introvabili.
Inutile precisare che le fermentazioni sono esclusivamente spontanee, nessuna filtrazione, nessuna chiarifica.
Ponte di Toi è un grande vermentino.
Insolito.
Macerazione sulle bucce per qualche giorno, minima solforosa solo in diraspatura, affinamento in acciaio, un paio di travasi e il gioco è fatto.
Niente fronzoli.
A vederlo non promette niente di gentile.
Giallo oro.
Limpidezza quanto basta e grandi riflessi.
Il corpo nel bicchiere è robusto.
Ha la stoffa del grande attore il Ponte di Toi.
Ho avuto l’accortezza di avere pazienza e di aspettarlo nel calice prima di assaggiarlo.
Difficile attendere, ma ci sono riuscito.
Arrivato al naso è un sobbalzo.
La sequenza di sensazioni è complessa e funzionale al tempo che passa.
Il climax è teatrale.
L’idea aromatica di erbe è immediata e nonostante i suoi bei cinque anni la sferzata fresca di basilico e di passeggiata tra i cespugli liguri è importante.
Ma il Ponte di Toi è complesso, e il naso lo sa.
Mazzetti di piccoli fiori bianchi si fanno sentire con eleganza.
La pesca poco più che matura e l’aspra dolcezza della susina accompagnano l’aumentare della temperatura.
Ma il teatro è teatro e bisogna bere.
Ahhh!
La bocca è gaudente.
Il Ponte di Toi è vino di terra e di mare.
Balsamica è la sapidità che rinfresca immediatamente il palato rendendo snello e veloce un corpo tutt’altro che esile.
E la frutta, anche tropicale, torna a farsi sentire sulla lingua e le note verdi solleticano il finale.
L’acidità è discreta, sottile.
La mineralità sapida domina e sostiene la bevuta.
Si complica il Ponte di Toi.
È maledettamente interessante.
L’attenzione è costante.
La scena è sua.
Rape e canocchie non possono chiedere miglior spalla.
Al naso, inaspettati, sentori dolci di miele di sulla e zucchero filato a rivelare un animo anche cordiale del Ponte di Toi di Stefano Legnani.
E i bicchieri vanno con naturalezza disarmante.
Mentre giù sulla scena la rapa tende desiderosa le sue verdi trecce verso l’ardito canocchio.
E il destino si compie.
….Oh Romeo, Romeo, perché sei tu Romeo?
Azienda Agricola Stefano Legnani
Vigneto a Sarzana
Via dei Molini, 72 – 19038 – Sarzana (SP)
Tel. 348 222 9695
Stefano Capone
Ma grazie
Grazie a te per il grande vino!