La leggenda del modesto bevitore
di Mario Palma
Lettura per bevitori raminghi
Di Stefano Capone,
Mi posso proclamare, con assoluto orgoglio, il meno filo-letterario, in quanto a letture, tra gli autori di Gastrodelirio.
Il mio leggere è, spesso, esattamente identico al mio assaggiare i vini.
Un susseguirsi, cioè, di salti casuali nel buio, senza alcuna riverenza autorale, attratto semplicemente da un titolo intrigante o da un rapido sguardo alla quarta di copertina, unico obiettivo il piacere leggero della lettura e della scoperta.
Solo con questo balzellare tra i libri, intuitivo e non sistematico, da calabrone ozioso, ci si può imbattere in chicche inaspettate come La leggenda del modesto bevitore di Mario Palma.
Già dare qualche indicazione sull’autore non può non suscitare curiosità: Mario Palma è, nell’ordine, molisano, origine contadina, diplomatico di lungo corso, attuale ambasciatore italiano in Bangladesh e scrive di vino nel modo che piace a noi.
Non vi sembra un quadro sufficientemente intrigante?
Ad averne di rappresentanti diplomatici così.
La politica estera italiana andrebbe a gonfie vele.
Ma a parte l’entusiasmante combinazione di fattori biografici che conduce a questa lettura, è proprio il libro ad essere molto interessante.
La Leggenda del modesto bevitore, alludendo nel titolo, con eleganza e senza parodie, al noto racconto di Joseph Roth, è un compendio autobiografico delle esperienze di vita ”alcolica” dell’autore a partire dall’infanzia contadina a Montenero di Bisaccia, passando per le esperienze giovanili in Toscana e diplomatiche in Europa e soprattutto in Asia.
In una lettura fresca che dà tutto il senso di una scrittura spontanea e non filtrata da necessità retoriche, è molto piacevole imbattersi nei racconti famigliari del vino cotto nei dolci della nonna e dell’iniziazione al ”dito di vino” di casa, che con secondo Palma ”avrebbe cambiato la mia vita e indicato la mia missione: quella di bevitore” …
Missione che l’autore ci illustra in tutte le sue tappe con divertimento e sarcasmo, ma con la mano salda della consapevolezza.
Si scivola agevolmente dalle esperienze di amori e bevute nel centro America, all’approccio ardito ai distillati cinesi di sorgo e frumento con il loro stravagante galateo pieno di riti.
Esperienze di una vita raminga da bevitore costantemente alla ricerca di gusto e conoscenza.
Ed è un percorso di crescita, quello di Mario Palma, anche e soprattutto grazie alla frequentazione dei vignaioli più intransigenti, ed in primis di Stefano Bellotti di Cascina degli Ulivi, con la sua radicale negazione di tutto ciò che non è spontaneo e varietale.
Un percorso da bevitore che, assaggiando tutto, sotto casa ed in giro per il mondo, giunge a perorare, senza compromessi e con pochissime indulgenze, la causa del bere naturale, non solo in quanto garanzia di salubrità ma anche come grandissima possibilità di qualità.
La conoscenza del mondo consente all’autore di dare a questo piccolo libro un respiro decisamente ampio, accostando con estrema semplicità l’arte al bicchiere come quando, senza alcuna ostentazione, ci racconta delle foto sensoriali di Colin Hampden-White, o della mostra sulle etichette degli alcolici taiwanesi.
Degnissima di nota anche la ricchezza bibliografica presente nella Leggenda del modesto bevitore dove tra l’altro fa capolino con autorevolezza un testo a me particolarmente caro, Dioniso Crocifisso di Michel le Gris, accanto ai lirici greci e i saggi orientali.
Insomma un libro breve ma sorprendentemente ricco, maneggevole e pregno allo stesso tempo, particolare e globale, dove convivono allegramente l’antico dialetto molisano e il millenario mandarino… e per dirla con le parole dell’autore ‘‘Il buon vino non conosce la frontiera che divide ma solo la buona tavola che unisce”.
”La leggenda del modesto bevitore”
di Mario Palma – 2015
Edizioni DeriveApprodi
Stefano Capone
Libro letto per puro caso su consiglio di un amico sommelier.
Bello, divertente, e con tante scoperte per me che muovo i primi passi nel mondo del vino…