La marmellata no!
Di Stefano Capone,
Ogni partenza è un vero atto di coraggio.
Quando neanche gli impegni lavorativi ci possono salvare da quella infida sequenza di giorni liberi che va sotto il nome di “ponte” o quando un singolo giorno di ferie si accoda maledettamente bene a qualche festività di secondo piano, allora succede qualcosa.
Una sorta di frenesia esplorativa mordi e fuggi si impossessa di noi italiani medi.
“Che si fa?”
“Dove si va?”
Lo sapevo.
Era solo questione di tempo.
Onorare dignitosamente il riposo sul divano no? Eh?
Vabbè…
E così, milioni di prenotatori impazziti si accaniscono sui siti di viaggio online, alla ricerca non tanto della meta da visitare, quanto del posto in cui pernottare e godersi beatamente la meritata vacanza lampo.
A due giorni dalla data della partenza, l’ancora di salvezza appare solo una!
Il bed & breakfast…
Tutto e niente. La colazione del Bed & Breakfast.
Un’entità onirica.
La ricerca è spasmodica e, nonostante i tempi ristretti, i paletti sono comunque rigidi.
Per una qualche regola non scritta, nell’immaginario collettivo il B&B ha ragione di essere solo se è economicamente conveniente e rispondente a criteri di qualità altissimi.
Un ossimoro.
Ed eccoci quindi, a poche ore dall’agognata partenza, a frugare avidamente nel web per scovare un Bed & breakfast con pernotto a equo canone e recensioni meravigliose.
D’altronde stavano aspettando solo noi.
A prenotazione avvenuta cala la tensione, nella convinzione gratificante di aver fatto l’affare del secolo fregando tutti sul filo di lana.
L’immaginazione corre lontana, praticamente fugge sulle ali delle foto taroccate sui siti e dei commenti sognanti e grati dei malefici precedenti ospiti.
E ci figuriamo già lì.
Tra le mura rassicuranti di una casetta calda e accogliente immersa nei vicoli ameni e raccolti di un sognante borgo medievale perfettamente conservato.
Oppure eccoci rapiti dai rustici e avvolgenti arredi di una stupenda tenuta di campagna immersa in una natura rigogliosa e benevola.
Ovviamente con panorama straordinario.
Il parcheggio a due passi dalla porta della camera.
Ma la fantasia in questi momenti supera barriere mai raggiunte.
Ad attendere trepidanti il nostro arrivo, una coppia di cordialissimi padroni di casa che non ha altro scopo se non quello di rendere indimenticabile la nostra breve ma intensa permanenza, sia col comfort del “bed” che con lo spettacolo della “Breakfast”: la colazione, l’obiettivo supremo.
Sì, lo ammetto. La colazione del Bed & Breakfast.
Io vado in vacanza per la colazione!
Per il piacere ineguagliabile di scendere ancora in fase rem dal letto e incedere direttamente in infradito e t-shirt alla rovescia verso la saletta colazione imbandita a festa proprio per me dagli amorevoli padroni di casa rimasti svegli tutta la notte a preparare leccornie tipiche.
Arriva finalmente il giorno della partenza.
Il navigatore punta direttamente lì: verso il B&B.
Nulla ormai può fermare le mie fulgide speranze di relax.
Se non fosse che la nostra fantasia ha da tempo un forte contenzioso con la realtà.
L’ultima casetta del centro storico è ormai superata.
Si passa sotto il ponte dell’autostrada.
Quando le indicazioni verso il nostro agognato rifugio ci conducono attraverso il cemento degli abusi edilizi.
E quando anche l’ultimo colle con vista panoramica è ormai svalicato.
A questo punto le nostre certezze vacillano.
E crollano definitivamente, quando, al termine di un tremendo saliscendi sterrato non indicato dalle recensioni, ci si palesa davanti l’incubo.
Una seconda casa di campagna riaperta per l’occasione, circondata da vecchi salici piangenti nel vero senso del termine e attrezzi agricoli in disuso.
Vista su una cava.
All’accoglienza signora in gilet kaki e omino in tuta acetata e barba di tre giorni.
Ho le lacrime agli occhi e vorrei chiedergli:
“Ma tutto ciò non doveva essere ameno? E voi non sareste dovuti essere ameni?”
Lasciata la macchina alla base della collina e portati a spalla i bagagli nella vecchia stalla riadattata a stanza, prendiamo dolorosamente atto degli infami arredi anni 80 e della temperatura glaciale in primavera inoltrata.
La notte si trascina inquieta tra gli scricchiolii delle coperte di fustagno, il freddo e le urla scomposte dei giovinastri della stalla accanto.
Solo un pensiero ci fa arrivare alla mattina.
La colazione, la breakfast!
Certo il bed non è granché ma sono sicuro che la colazione sarà memorabile.
D’altronde, in una location così rustica sarà un tripudio di specialità locali.
La vera essenza del B&B!
Quando si dice vivere il posto!
Finalmente è giorno e, indossata la divisa di ordinanza, tutte le speranze sono riposte nella vecchia cucina dove si va per la colazione.
E invece no… La colazione del Bed & Breakfast.
Il colpo finale è inferto.
La tristezza infinita ha la forma agghiacciante di una monoporzione di fette biscottate e di una crostatina confezionata di un noto discount.
Ho lo sguardo fisso e le braccia intorpidite.
Non può finire così.
Il sito diceva che tutto era ameno!
Anche la colazione.
Cerco invano qualcosa da mangiare… e da bere.
Confido almeno nell’onnipresente ciambellone marmorizzato.
Niente. Neanche quello.
Almeno uno yogurt alla banana.
Zero. La colazione del Bed & Breakfast.
La signora in gilet si avvicina confidente: “Tutto bene? – Volete qualcos’altro? Un caffè?...”
Come “qualcos’altro?”… “qualcosa, vorrà dire!”
E poi il colpo di grazia. La colazione del Bed & Breakfast.
Una punizione immeritata.
Due ciotoline sbeccate con dentro una roba bluastra e una roba giallognola.
“Ecco due belle marmellate! Le ho fatte io!” ci dice tronfia la signora in gilet.
No, la marmellata fatta in casa no.
È il punto di non ritorno.
Soprattutto perché non c’è un albero di prugne o di albicocche nel raggio di 20 chilometri.
E la tavola imbandita?
E le specialità da forno locali?
Le torte? Le crostate? I biscotti? La frutta fresca? L’ampia scelta di artigianalità gastronomiche del posto?
Solo la marmellata. La colazione del Bed & Breakfast.
Uguale in tutti i B&B del mondo.
Peraltro fatta in casa… Di chi?
Cosa che nella maggior parte dei casi non è un valore aggiunto.
Provo un profondo astio per marmellate fatte in casa.
Soprattutto quando stanno nella mia colazione fuoriporta.
Tentativo infausto di dare un senso rustico e verace a una modalità di accoglienza che ha spesso poco di accogliente e molto di approssimativo.
E che a volte può avere le sembianze di una stalla in stile anni 80 e di due ciotoline sbeccate.
La colazione del Bed & Breakfast.
Stefano Capone
D’accordo che le vigenti normative impongono ai B & B di servire per colazione solo cose confezionate, quindi chi osa servire un ciambellone fatto dalla nonna commette reato.
Però a tutto c’è un limite, e molti gestori di B & B sembrano non averlo capito.
Purtroppo leggere questo articolo, ironico ma anche amaro, mi ha riportato alla mente una mia terrificante esperienza dell’anno passato, in uno sgangherato bed & breakfast in una nota località della Lunigiana, dove oltre a non chiudere occhio causa schiamazzi in aperta campagna, la colazione era catastroficamente preparata SOLO con roba confezionata (e stantia) con in bella vista il marchio di un notissimo discount.
Non parliamo del caffè poi… mai bevuto di peggio in vita mia.
I ceci tostati che mio nonno raccontava come l’unica cosa reperibile durante la guerra, dovevano essere certamente meglio.
Buongiorno Fabio! Mi piace tantissimo leggere i tuoi articoli, ma questo è davvero esilarante! Complimenti per la disavventura ! ♀️Non c’è Limite alla indecenza di alcune strutture ma le becchi tutte tu??? A presto
Assunta