“Gourmet (Kodoku no Gurume)”
Di Stefano Capone,
Ovviamente comprendo l’inarrivabile compiacimento che si può avere, scartando i meritati regali sotto l’albero di Natale, nell’imbattersi in una sciarpa in pregiatissimo filato sintetico dal colore Fiat 127 del 1978, oppure in un paio di guanti in lana di Yak con copridita, accessorio indispensabile durante i rigidi inverni alle latitudini del medio adriatico.
Dal canto mio vi garantisco però che trovare sotto l’albero, in verità accanto l’albero date le dimensioni minimali dello stesso, un cadeau sapientemente adeguato, misurato, calibrato ai propri gusti e interessi può dare belle vibrazioni…
Certo non la scossa di adrenalina che può scatenare una trionfale confezione di dopobarba a pompetta con annesso pennellone in finta setola di tasso per la schiuma, però…
E così, per quel che mi riguarda, la mia malcelata passione per l’enogastronomia e un interesse sempre più vivo per il mondo del fumetto, hanno ispirato quel vecchio filibustiere di Babbo Natale che, senza neanche prendere spunto da preventiva letterina di richiesta formale, mi ha recapitato in apposito pacchetto colorato.
“Gourmet (Kodoku no Gurume – ll buongustaio solitario)” un gran bel manga del maestro giapponese Jiro Taniguchi.
Necessaria come non mai una breve parentesi circa il termine Manga, che identifica l’arte tutta giapponese del fumetto.
La definizione abbraccia i fumetti di ogni genere in termini di stile grafico e di tematiche trattate.
La peculiarità di alcuni manga è, come nel caso di “Gourmet”, di prendere spunto da elementi di vita reale partendo da un livello profondissimo di analisi del dettaglio e delle implicazioni psicologiche dell’evento narrato.
Modalità narrativa che, però, solo alcuni grandi Mangaka giapponesi, come appunto Jiro Taniguchi, sanno rendere fruibile e appassionante alla lettura.
Gourmet, titolo originale Kodoku no Gurume, è una raccolta del 1997, di diciotto brevi racconti a fumetti sulle esperienze da buongustaio solitario di Goro Inogashira, personaggio ormai iconografico nella tradizione fumettistica giapponese moderna.
Inogashira è un agente di commercio rappresentato da Jiro Taniguchi durante giornate di lavoro o svago nell’atto di scegliere un ristorante e consumare un pasto.
Tutto questo in bianco e nero con uno stile grafico austero e realistico.
Come tipico della tradizione del manga, i personaggi non sono disegnati con tratti orientali ma sono immersi in una ambientazione tipicamente nipponica.
Attraverso i disegni di Jiro Taniguchi e i testi di Mayasuki Qusumi emerge l’approccio originale del protagonista verso il momento dell’appetito e del mangiare che, anche se fugace e in posti di fortuna, non è ridotto mai a semplice gesto meccanico necessario, ma diventa vero e proprio momento di ricerca del comfort personale anche attraverso la solitudine voluta e non casuale.
“Il personaggio di Inogashira, quando mangia in solitudine, in perfetta e assoluta libertà, si gusta la sensazione di appagamento legata all’atto del nutrirsi” – racconta Qusumi nella postfazione – “un appagamento che non viene turbato né dal trascorrere del tempo, né dal giudizio della società”.
La narrazione degli episodi si snoda attraverso la ricerca del ristorante e la scoperta delle proposte gastronomiche in un’ottica decisamente intima.
Nell’animo del protagonista si passa dalla frustrazione del possibile disagio per il locale scelto, o per la difficile socialità della clientela o dell’oste, al godimento agognato del momento, del posto e delle pietanze.
Particolarmente interessante l’aspetto decisivo che assume per il protagonista la piacevolezza dello stare in un ristorante al di là della qualità del cibo.
Frequente è il timore del buongustaio solitario di aver sbagliato nella scelta e di non riuscire a integrarsi e a scrollarsi di dosso la sensazione di essere estraneo.
L’integrazione di Goro Inogashira in un locale passa anche dall’osservazione degli atteggiamenti dei clienti e delle loro scelte gastronomiche.
La matita di Taniguchi è morbida e leggera in “Gourmet (Kodoku no Gurume)”.
Il suo bianco e nero ci accompagna sapientemente negli angoli della quotidianità giapponese del cibo raccontandoci per ogni storia, in una immagine sinottica la tipologia, la qualità, il prezzo delle portate scelte.
Ed è tecnicamente interessante la resa non semplice col bianco e nero degli impiattamenti e delle materie prime.
Grande fascino ha poi l’essere travolti dalle parole del cibo quotidiano giapponese: miso, oshinko, shaomay, yakiniku.
Suoni oltreché parole che, con la complicità del tratto secco e asciutto di Jiro Taniguchi, ci spostano per tutto il tempo della lettura tra i tavoli quieti o caotici della ristorazione reale della provincia giapponese, mettendoci in piena empatia con le ansie, le aspettative, i pensieri e gli appagamenti dell’elegante buongustaio solitario Goro Inogashira.
GOURMET
(titolo giapponese Kodoku no Gurume)
testi di Masayuki Qusumu – disegni di Jiro Tanaguchi
Pag. 192
edizione italiana Panini Edizioni 2016
Stefano Capone