Di Serena Manzoni,
A Orvieto è sabato e piove, senti come piove.
Non importa, facciamo finta di essere norvegesi e affrontiamo la perturbazione da turisti energici, che non si lasciano scoraggiare da quel rivoletto gelido che penetra nello spazio malefico tra lo stivaletto e il calzino.
La facciata del Duomo da sotto l’ombrello è ancora più carica di significato e bellezza, per fortuna nella magnifica cappella di San Brizio affrescata da Luca Signorelli non piove…
Restiamo in chiesa molto a lungo, la mattina passa velocemente e senza accorgerci, ci tratteniamo tutto il tempo del matrimonio che si sta celebrando proprio durante la nostra visita, e ammetto che la vista del Giudizio universale accompagnata dalle voci del coro è impagabile.
Usciamo un po’ storditi, la pioggia continua assillante: dimentichiamo di aver deciso di essere norvegesi e decidiamo che è arrivato il momento di un po’ di conforto eno-gastronomico, insomma è l’ora della pappa.
Prendiamo la nostra macchinuccia, ci lasciamo dietro le spalle il centro storico con direzione Orvieto Scalo: Sale e pepe RistoBar di Gian Luca Pepe, un po’ bar, un po’ vineria, un po’ enotavola e scopro con grande piacere che è anche moltissimo ristorante.
Me ne accorgo dopo una rapida occhiata all’inaspettato menù, bello nei contenuti e nella forma, che ricorda un catalogo di tessuti e che offre piatti attenti alla tradizione e al territorio ma anche proposte di cucina contemporanea, intelligente e non scontata.
Dopo aver preso confidenza con quella che definirei la bella multi-sala (bancone ricolmo di piatti pronti per una pausa pranza veloce ma non banale e di qualità), oltre la quale si intravede l’indaffarata cucina, arredo minimal ma non freddo, grandi vetrate benché su un paesaggio urbano non dei più affascinanti, e dopo essermi scaldata con la voce di David Bowie in sottofondo decido quello che sarà il mio pranzo. Sale e pepe RistoBar
Fabio punta sulla tradizione e sul prodotto, io vado sul prodotto e sull’innovazione anche se ormai questo tipo di cucina è abbastanza consolidata.
Zucca e rosmarino ad accompagnare l’uovo morbido per lui, per me gelato di zucca con gamberi rossi, cachi e cavolo nero.
Insomma le premesse ci sono tutte: stagionalità, territorio, attenzione alla materia e al modo di maneggiarla, assecondandola per certi versi e spronandola negli accostamenti alla ricerca del divertimento. Sale e pepe RistoBar.
Lo stesso vale per gli altri piatti provati: tradizionalissima la ricetta orvietana della gallina ‘mbriaca (marinata per giorni in vino) e polenta “a riccoje”, e gli innovativi gli spaghetti alla rapa rossa, Campari, olive nere disidratate e gamberi rossi, un sapore decisamente colto, anche secondo la sintassi del gusto.
La carta dei vini è una vera festa per i nostri palati gastrodeliranti e, volentieri, decidiamo di non decidere lasciando la scelta dei calici da accompagnare i piatti ai bravi padroni di casa: Gianluca Pepe e la moglie Ilaria Moscatelli. Sale e pepe RistoBar.
Facendo due chiacchiere con Gianluca Pepe ci racconta che la sua cucina è in qualche modo ispirata ai vini naturali (o come li si voglia chiamare), la sua intenzione quella di riproporre quelle emozioni che spesso il naturale offre, al di là dell’omologazione e con note non necessariamente armoniche, ma per questo sorprendenti e vere.
Non dimenticando il modo in cui viene gestita la materia prima, che sia uva o qualsiasi altra cosa, ovvero in maniera pulita qualitativamente impeccabile.
Finisce il nostro pranzo, il bancone si svuota e poi si riempe di dolci e biscotti, il ristorante ritorna bar, fuori piove, mamma come piove.
P.S. in qualsiasi momento voi andiate da Sale e pepe RistoBar, mi raccomando, non scordate di assaggiare la crostata… di cui solo il cuoco detiene il vero segreto!
Via monte nibbio , 2
05018 – Orvieto Scalo (TR)
Tel. 0763 301892
Serena Manzoni