Di Serena Manzoni,
Non so a voi ma a me, mia mamma, dice che sono sempre in giro… ha ragione!
Ho questa febbre addosso di andare muovendomi, a vedere, a prendere aria, che sennò, non respiro!
Insomma quando le telefono per sapere della sua giornata, mi capita di dirle: “scusa, puoi parlare più forte che qui c’è traffico…” e lei…”ma dove sei? Sei sempre in giro….”
Di solito mi dice anche “sei una zingara!” e questa volta mentre le ricordavo che lavoro molto e ho pure il diritto di fare qualche passeggiata gliel’ho detto nel traffico di Napoli. Traffico fino a un certo punto, considerando l’insolita tranquillità (ma si può parlare di tranquillità a Napoli?) della città svuotata dalla settimana di ferragosto, turisti a parte…
Dicevamo: una giornata a Napoli! Partenza prima dell’alba e ritorno sul far della sera. So quello che voglio vedere, so dove voglio andare e so dove voglio mangiare. Pizza arte sfogliatelle
Quartiere Stella (mi fa impazzire il sistema dei quartieri napoletani e delle linee d’ombra tra uno e l’altro): la meta è il Museo Madre – museo d’arte contemporanea donna regina, per la mostra Attesa 1960-2016, retrospettiva dell’opera di Mimmo Jodice (nativo dello stesso quartiere) e per la bella collezione che so di trovare.
Poco distante la Pizzeria Lombardi, napoletana con certificato di veracità, dal 1892 e poi…voglio mangiare la zuppetta! Costi quel che costi…
Il primo tentativo lo faccio in un bar pasticceria: niente zuppette, ripiego per un babà alla crema. Pizza arte sfogliatelle
Ogni volta mi si tinge il volto di stupore, perché a Napoli le cose sono solo come a Napoli: mi aspetto il piccolo babà visto in vetrina e mi arriva un gigante generoso e ridanciano con la sua ciliegina che fa il morto su un ricciolo di crema chiara e soda.
A Napoli cambiano le proporzioni, cambia il punto di vista, cambiano gli accenti, cambia la percezione del mondo e di sé.
Tazzina caldissima, caffè ristretto e perfetto, babà rinfrancante: si può andar per arte!
Ed ecco le fotografie, mi complimento per la curatela della mostra e del museo. Partenza con il teatro della città con le sue persone e le sue devozioni, gli operai dell’Italsider e i bambini lavoratori, scugnizzi sporchi e corpi flagellati da una fede concretissima e atavica, sporca anche lei come i volti e gli stracci di cui son vestiti i bimbi.
Presentati in video, come un film, li ho amati… e poi Attesa, le mie opere preferite, sospese aspettando la rivelazioni, privi di volti e di figure umani, in bilico, filosofiche, immagini dalla caverna platonica.
E poi il Mediterraneo e le sue culture, città ormai scomparse sotto la violenza stupida delle guerre attuali, visi di statue che diventano espressioni incredule. E la vera finta carta di identità: Mimmo Jodice, nato a Napoli, Quartiere Stella. Pizza arte sfogliatelle
Il Museo Madre è un museo che non stanca, è intelligente.
Visitiamo la collezione emozionandoci davanti a Urs Lüthi in sala con Luigi Ontani, riconoscendo Maria Lai e le sue trame, divertendoci con le telecamere/specchi di Nam June Paik, esaltandoci con nostalgia con Joseph Beuys e tanto altro…
E poi la collezione site-specific ovvero opere nate per quel posto preciso, per Napoli e per il madre che diventa il terroir dove gli artisti creano opere che non potrebbero essere uguali in altri luoghi: meraviglia!
Come da copione, arriva la fame! Pizza arte sfogliatelle
Poche centinaia di metri e siamo in via Foria alla Pizzeria Lombardi: è perfetta!
La pizza è da copione, non posso fare a meno di ordinare il calzone ripieno di scarole, con le olive e i capperi e non fa nemmeno troppo caldo; niente frizzi e lazzi, la pizzeria è come deve essere, la pizza è gastrodelirante: quando l’hai finita ne vuoi un’altra!
E poi… passeggiata per Toledo, telefonata alla mamma (io, mammate e tu…), ma manca qualcosa… e la mia zuppetta?
Ma bisogna tornare, il pullman deve riportarci al quotidiano, si torna a casa…
Quel po’ di anticipo del non si sa mai e siamo in Piazza Garibaldi…” va bene, niente zuppetta, ma una sfogliatella calda da Attanasio al vico Ferrovia?
Napule tre cose tene e belle
“o mare
“o ‘Vesuvio
e è sfugliatelle
Forno storico a Napoli Ferrovia, quartiere la cui evoluzione ha descritto così bene Ermanno Rea: tra finte Michael Kors e I-phone di dubbia provenienza, arriviamo alla fila davanti al forno dove pochi (turisti per lo più, gli altri fanno la fila ad imbuto…) si muniscono del numerino in attesa del proprio turno ed eccole, giganti e generose nella molteplice spolverata di zucchero a velo (lo devi sentire): le zuppette!
E non provatele a chiamarle diplomatici che di diplomatico non c’è proprio niente: sfoglie ripiene di crema chiara e di spumosissimo pan di Spagna bagnato credo con acqua fiori d’arancio, o qualche altra acqua profumata che potrebbe essere quella del babà ma non è.
Il forno è noto soprattutto per la produzione di sfogliatelle, frolle e ricce, sempre freschissime anche per lo smercio davvero continuo.
Vuoi non prenderne qualcuna?
Fragranti, profumate come una limonaia, mitiche Santarosa: gran fortuna che quel giorno nel monastero avanzasse della semola cotta nel latte… *
Il pacchettino caldo, un motivo musicale stampato sopra, il fiocchetto giallo da impugnare per il trasporto… manca un niente alla felicità!
*leggete la storia delle sfogliatelle, la troverete nel sito web del forno Attanasio: www.sfogliatelleattanasio.it Pizza arte sfogliatelle
Serena Manzoni
Napoli ha un disperato bisogno di posti come il MADRE.
Posti dove si pensa, e non solo si fruisce di arte.
Per adesso il MADRE è un’isola felice in un contesto (Via Foria e dintorni) mediamente difficile.
Anche a costo di sembrare il solitopopulista da quattro soldi, ma quanti degli abitanti di Via Foria, e magari più in la verso la sanità, sono mai entrati al Madre?
Numeri? residuali, direi.
Non nascondiamoci, a Napoli c’è un disperatissimo bisogno di pensare e ripensarci su noi stessi, e Mimmo Jodice, nato a poca distanza ce lo grida in silenzio dalle sue foto.
Le sue foto sono coltellate.
Il MADRE è un qualcosa di cui Napoli deve essere fiera, un museo intelligente e che non annoia, anzi. la pizzeria Lombardia, altra istituzione della città. In passato ha avuto anche una sorta di “convenzione” con il Museo, figuratevi.