Di Serena Manzoni,
Lo ammetto: sono una grossa ficcanaso. Quando sono tra la gente, la osservo, a volte in maniera quasi fastidiosa. Mi piace osservare i volti, gli atteggiamenti, le fogge delle pettinature e degli abiti, il modo in cui le persone accendono una sigaretta o si scostano una ciocca di capelli dagli occhi.
Quando capita, ascolto le loro conversazioni, spesso non volendo ma “costretta” dalla vicinanza, ad esempio nella tavola a fianco, al ristorante.
Serata estiva, anche se credo sia meglio evitare la ristorazione nei luoghi di mare in piena bolgia agostana, questa volta faccio uno strappo alla regola e oso una cenetta estemporanea in un ristorante onesto, di cui mi fido. gradazione di colore
Tutto procede tranquillo fino all’arrivo di una coppia che oggi si definirebbe giovane, nell’ottica di questa gioventù protratta fino ai cinquanta ed oltre, eterni Peter Pan.
Non sono troppo appariscenti, tranquilli e, per fortuna, non esibiscono la tenuta da spiaggia che sembra essere la divisa per qualsiasi luogo e momento delle coste italiane in agosto (non vi è mai capitato di fare la fila alla posta dietro a qualche nerboruto, tatuato e irsuto omaccione praticamente in mutande
Si vede che non abitate in un posto di mare…).
Arriva il momento dell’ordinazione: dopo aver pensato al cibo ecco arrivato il momento di scegliere il vino!
Lui si preoccupa dei gusti della signora: “qualcosa che possa bere anche lei…non troppo alcolico…”
Lei interviene: “sì, un rosato, così posso bere anche io…”
Per curiosità controllo in rete la gradazione del Cerasuolo d’Abruzzo e del Trebbiano di Emidio Pepe del 2015 e constato che il primo raggiunge il 13,5 % dove il bianco arriva appena al 12,5%. Evidentemente il rosa è anche per la coppia in questione il colore che caratterizza il gentil sesso, rassicurante fin dal fiocco esposto sulla porta di casa alla nascita, tranquillizzante nella sua ovvietà.
La brava cameriera non si fa intimorire e spiega che la carta dei vini offre una discreta scelta di rosati, tra cui poter scegliere quello con la gradazione inferiore.
Risposta pacata e intelligente, se non fosse che la situazione va complicandosi con l’intervento dell’ospite in cerca del vino giusto con cui pasteggiare: “sì, rosato, ma bollicine! Sono più leggere…”
Sempre per celiare, verifico che il Brut Rosè pas operé di Ca del Vent del 2014 ha una gradazione alcolica del 12,5%, quindi pari a quella del Trebbiano di Emidio Pepe del 2015, che è un bianco e decisamente non è frizzante. Ma forse la signora, o signorina, non lo sa.
Vorrei correre in aiuto della cameriera, stringerla tra le braccia e confortarla dicendole di portare pazienza e che diventerà una bravissima direttrice di sala e che no, la violenza non è mai la soluzione migliore.
Non lo faccio e approvo il tono gentile ma sicuro con cui spiega che tra i rosati in carta purtroppo non c’è nessuna bollicina per tornare alla proposta di confrontare le varie gradazioni per poi poter (finalmente) scegliere.
Gradazione di colore “Facciamo così!” afferma perentoria la nostra ormai spazientita signora “ci porti un Prosecco!”
Il suo accompagnatore per poco non si lancia in un applauso e chiosa: “Sì! Così può bere anche lei!” gradazione di colore
Controllo la gradazione del Prosecco Frizzante DOC “Surlie” di Gatti: 11,5 % di gradazione alcolica.
Sì, sono costretta a darle ragione, lo può bere anche lei!
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Serena Manzoni