Di Riccardo Ferrante
Le zone collinari nei dintorni di Piacenza ci danno da bere un nuovo vino, frutto sempre della magica macerazione prolungata delle uve Malvasia di Candia Aromatica. Su questi schermi ne avevamo già parlato di questa varietà riguardo l’Azienda Denavolo di Travo.
Qui ci troviamo sul versante di un altra collina, nel comune di Castell’Arquato sempre provincia di Piacenza, l’azienda è Croci che vanta già una bella storia dal lontano 1935, oggi alla terza generazione guidata dal giovane Massimiliano Croci. L’ultimo nato è appunto questa etichetta Valtolla, imbottigliato come vino bianco da tavola.
Conosciamo molto bene i poderosi vini di questa tenuta, tutti molto godibili e altamente gastronomici. Tutti con un legame fortissimo alla tradizione, ovvero bianchi mossi estremamente dissetanti come il Lubico e il Monterosso da uve Ortrugo e altre varietà entrambi sur lie, vini rifermentati in bottiglia naturalmente sui propri lieviti, e due rossi un Gutturnio frizzante agile agile con i salumi, e un San Bartolomeo da uve barbera/bonarda più austero e da invecchiamento.
Questo ultimo nato, il Valtolla 2011 è un vino buono, ma per ora non da perderci la testa. Ha una nota di tostato, di caffè che non convince, tuttavia la bottiglia si lascia bere e si apprezzano i sentori tipici della tipologia del vino.
Fa una macerazione di sei/otto giorni, fermentazione spontanea, e maturazione acciaio/legno vecchio. Consideriamo che esce dopo tre anni dalla vendemmia, al di là di questa nota è molto fresco, pungente e abbastanza salino, tutte caratteristiche che ti portano a finire la bottiglia in men che non si dica.
In fin dei conti il vino è piaciuto, e fa l’ingresso tra i macerati dei vicini di casa come Denavolo appunto, Alberto Anguissola di Casè, Andrea Cervini di Vino Del Poggio e della più conosciuta azienda La Stoppa di Elena Pantaleoni.
Sono un gruppo unito di vignaioli che in pochi anni hanno portato la giusta attenzione su questa zona fino ad ora poco o nulla conosciuta fuori dal confine provinciale, e oggi questi vini fanno il giro del mondo. Ne parliamo lo stesso perché è la prima annata e ragion per cui qualcosa si deve perdonare, e certamente vista la storia e la bontà dei vini prodotti c’è di che stare sereni per le prossime produzioni.
Mi stavo dimenticando di altri due vini che Croci produce, un metodo classico Alfiere da uve Ortrugo che gareggia senza timore tra le migliori produzioni italiche del segmento bollicine e infine un vino dolce, Emozioni di Ghiaccio (Eiswein) in piccolissime quantità. E’ una raccolta che si effettua in gennaio sotto lo zero, e i grappoli lasciati appassire in pianta si raccolgono congelati in modo da estrarre solo la polpa zuccherina ed eliminare l’acqua. Vien da se che è un vino pregiatissimo e di grande finezza.
Riccardo Ferrante