Di Riccardo Ferrante
Il savagnin è l’uva bianca più diffusa nella regione vinicola dello Jura.
Produce vini bianchi di grande finezza, complessità e capacità da lungo e lunghissimo invecchiamento.
Ganevat si trova a Rotalier, un piccolissimo comune di 175 abitanti, lavora circa 8 ettari, con alcune vigne impiantate nel lontano 1902, producendo qualcosa come 45/50 etichette diverse.
Questo non sempre, non tutte le vendemmie, dipende dagli esperimenti e dalla qualità delle uve che ha sotto mano.
Diciamo che è un pazzo oppure un folle, ma forse proprio per questo è uno dei produttori più famosi di Francia. Una ventina di etichette sono sempre presenti, le altre vanno e vengono. In Italia troviamo la sua produzione costante di queste 15 etichette importate da Les Caves de Pyrene.
Noi di Gastrodelirio abbiamo bevuto in più occasioni e con grande gioia questo Savagnin 2009, e ci sentiamo di affermare che questo vino per quanto è buono ti fa fare le capriole.
Prima di entrare nella descrizione del bravo sommelier, dobbiamo spendere due parole sulle caratteristiche di questa uva e di come viene vinificata. Il savagnin è imparentato con il più conosciuto traminer, ma questo solo ampelograficamente, perché ha note diverse dal traminer e sopratutto viene coltivato in terreni diversi. Nel caso del savagnin la roccia principale è la marna, presente nell’impasto dei terreni di questo comune, marna che conferisce alla vite e poi all’uva mineralità, sapidità e acidità davvero spiccate.
E’ tradizione nello Jura vinificare il savagnin a botte scolma, favorendo una patina di lievito e batteri sulla superfice del vino (flor) che permette uno scambio continuo e controllato con l’ossigeno. Vengono fuori vini di stile ossidativo, però secchi e che mantengono comunque una buona acidità, ma che nello stesso tempo risultano pesanti.
Oggi sono ricolmati, quindi più agili e più vicini al consumatore che non conosce questa tipologia, e meno spiazzanti.
Anche lo stesso Ganevat ha voluto, da quando ha preso in mano il Domaine, vinificare in questo modo senza perdere le caratteristiche del territorio. Infatti le botti vengono ricolmate (ouillage) e il vino si presenta con quella nota mandorlata figlia dell’ossidazione, ma integro e scattante. Questa è grossomodo la storia di questo territorio, e della pratica enologica del savagnin.
Il nostro savagnin 2009 è spiazzante al naso, con note tostate di torrefazione, mandorla, distillato, ma al palato è tutto un altro registro: finocchio, anice, balsamicità e poi cambiamenti continui nel bicchiere. Grande acidità e mineralità fanno di questo vino… un gran vino, complesso ed originale.
Senza che lo diciamo, ma… lo diciamo, non c’è s02 aggiunta, e le fermentazioni sono spontanee, e l’agricoltura è biodinamica già dal 2006.
E’ un Domaine di quelli davvero artigianali e autentici. Allora, di questo abbiamo detto che è un gran vino e un modo per entrare in confidenza con i vini prodotti nello Jura, noi consigliamo a voi che siete malati come noi di assaggiarlo e di bere altri vini di questa regione che, sono tutti davvero buoni e originali.
Andateli a cercare!
Buon viaggio.
Riccardo Ferrante