Di Riccardo Ferrante
Torniamo a parlare di Francia con questo vino bevuto ultimamente e che colpisce sempre di più. Si tratta di un Cabernet Franc, vitigno principe della Loira e interpretato in maniere differenti a seconda dell’età delle viti, dei terreni e infine dai singoli produttori. La bottiglia in questione è figlia di un produttore conosciuto, ma non abbastanza, praticante della biodinamica e meticoloso restauratore di vigne vecchie.
La Marginale 2011 appunto, viene da un appezzamento di Cabernet con viti molto vecchie di 60/70 anni, vinificate in maniera tradizionale. Questo si traduce con una fermentazione non carbonica, come la moda vuole sempre di più in Francia e in questa zona, tino tronco conico per la fermentazione alcolica, botte grande e in fine barrique. Detta così potrebbe far pensare a un vino concentrato legnoso e dalla beva difficile, ma non è affatto cosi’. Va giù con allegria e senti un liquido morbido ma teso, consistente ma agile, succoso, vegetale, speziato, fava di cacao, e il legno è integrato magistralmente.
Come dicevo all’inizio colpisce sempre più, perché con questa ultima annata il produttore ha trovato la sua dimensione perfetta. Mentre nelle annate precedenti il legno era decisamente più marcato, e dava al vino una tostatura eccessiva e coprente. Ora, con questo millesimo tutto è in equilibrio, e ne viene fuori una bottiglia da non perdere.
Non a caso è una delle etichette di punta di questo Domaine che produce diversi cabernet dove anche la base non lascia affatto indifferenti, solo acciaio, acidità nervosa e beva più che facile. Anche da noi in Italia non è difficile trovarlo grazie all’importatore Les Caves de Pyrene che ha una gran bella selezione di vini d’oltralpe.
Allora signori, se vi è venuta la curiosità andatelo a cercare, troverete una grandiosa bottiglia.
Riccardo Ferrante