Di Riccardo Ferrante
Not è il pinot grigio di Paraschos, produttore di origine greca che vive nel Collio friulano da molti anni. Anche lui è uno di quei produttori della compagine artigianale-naturale del vino italiano, chissà cosa pensa Paraschos dell’accezione naturale di cui oggi si discute tanto e inutilmente, ad esempio, dal suo sito si può leggere cosa è per lui la vinificazione naturale che io condivido in pieno.
Paraschos Not 2009 è vinificato senza aggiunta di additivi esogeni oltre l’uva (no lieviti, no enzimi, no solforosa ecc). E’ molto semplice, eppure naturale è un termine su cui ci si accapiglia molto spesso. Bene: accapigliatevi pure.
Questo pinot grigio fa macerazione di una settimana sulle bucce, e un affinamento in botti grandi di rovere di slavonia per circa 2 anni, per finire poi in bottiglia senza aggiunta di s02.
E’ un gran bel vino, di buona bevibilità, piccante al palato, agrumato e sapido, non troppo alcolico, e a tavola sta bene con tutto perché ha una facilità nell’essere un bianco e un rosso allo stesso tempo. E’ proprio come deve essere il pinot grigio, dal colore ramato-bronzo, se vinificato a contatto con le bucce come tradizionalmente si è sempre fatto in quella parte di territorio del Friuli. Ma, ovviamente sono pochi i produttori che hanno coraggio nel proporre al mercato il pinot grigio nella sua versione originale.
Dobbiamo ricordare cosa è stato il pinot grigio dalla fine degli anni ‘70 fino a una decina di anni fa. E’ stato il vino bianco più venduto, e quindi più famoso d’Italia, e a tal ragione il bianco più industriale nel peggior senso del termine.
Supermercati con vagonate di questo vino svenduto e presentato trasparente come l’acqua.
Negli anni ’80 spopolava ovunque e si beveva solo questo, insieme al Mateus e al Lancers. Bei tempi, si beveva senza pensare, oggi si pensa troppo e si beve poco. Brutalmente questa è la breve storia di una uva che ha trovato come dimora ideale i terreni agillo-calcarei del Friuli, un territorio tra i più importanti in Italia e dove escono le migliori produzioni per quanto riguarda il pinot grigio e bianchi come tocai, ribolla gialla e malvasia.
Cito solo questi anche se andrebbe fatto un approfondimento sui vitigni di questo territorio.
Come sia arrivato in Friuli non è dato sapere con certezza, ma come sappiamo la vite è la pianta che più ha viaggiato in assoluto nel mediterraneo.
Ha origine in Alsazia, Austria e Germania dove produce vini di caratteristiche molto differenti tra loro, dai vini secchi ai vini dolci. In Italia è presente in Alto Adige, Friuli e Veneto, e come dicevo all’inizio, è stata l’uva bianca che ha sdoganato la moda dei bianchi nel nostro paese.
Oggi si parla molto poco di questa varietà, sia perché le mode sono passeggere, sia perché il consumatore è sottoposto al trattamento del marketing e, perché oggi c’è troppo da bere.
Paraschos è un produttore tradizionale, e tutti i suoi vini sono fedeli alla tradizione del territorio del Collio friulano. Per chi ha la curiosità di conoscere le varie espressioni di una uva, del pinot grigio può cominciare da qui, dal Collio dove insieme a Paraschos lavorano dei veri artigiani della terra.
http://www.paraschos.it/
Riccardo Ferrante