Se ci fosse una fiera del vino da salvare questa sarebbe la Terra Trema.
Fiera nata dalle affinità elettive del grande Gino Veronelli con i “ragazzi estremi” (come li chiamava lui) dei Centri Sociali, all’inizio degli anni 2000 e sul finire della propria vita, per ristabilire l’ordine naturale del vino.
Veronelli vedeva in questi ragazzi l’ultimo baluardo della difesa della terra e del contadino.
La sua frase famosissima e provocatoria: “Il peggior vino del contadino è migliore del migliore vino industriale “racchiude in se una verità assoluta, quella di relazionare il vino al territorio ed all’artigiano.
“Mia vecchia testardaggine: essere i vini contadini migliori. Piccolo il podere, minuta la vigna, perfetto il vino. Polemica aspra su ciò. Spergiurano: il contadino non sa vinificare; no sa e tu insegnalo; ma non che non conviene, cuopre cuopre.
A uve sane, o bestie, è l’immediata opera. …l’uva nella sua infinita sapienza, ha previsto tutto perché l’uva, se è sana, se è colta al punto esatto, si trasformi in vino con il minimo aiuto dell’uomo;aiuto che deve favorire i fenomeni naturale e non alterarli.” (Il vino giusto, Luigi Veronelli, Rizzoli, Milano, 1971).
La Terra Trema è una fiera politica perché fare vino è politica, la politica della difesa della terra e del nostro benessere, di questo tutti noi abbiamo una responsabilità individuale.
Venerdì 29 novembre, giorno d’apertura della fiera e anniversario della morte di Gino (2004), sono già passati vent’anni e Lui è così ancora avanguardista.
Questo è un festival e questi sono i vini della gioia, i vini che ho assaggiato. Questa non è una classifica, non redigo classifiche e nessuno lo dovrebbe fare.
RAREFRATTE, CRISTIAN MORESCO
BREGANZE (VI)
Cristian lavora con vitigni autoctoni e come un antropologo li studia e li riporta in vita.
La Vespaiola spumantizzata del Sassobianco è poesia, acidità e complessità data dai 36 mesi sui lieviti.
PODERE CIPOLLA, DENNY BINI
COVIOLO (RE)
Convinto sostenitore dell’Emilia come alternativa allo Champagne. La tradizione secolare dei rifermentati ora la vediamo compiuta nel metodo classico, se vi recate in Francia portatevi sempre una magnum emiliana. Armadei, Metodo classico di Spergola.
PODERE SAN BIAGIO PIETRO E JACOPO FIORE
CONTROGUERRA (TE)
Quest’anno il FUN COOL non l’hanno prodotto. Complice una annata avara, non potrò bere uno dei miei vini preferiti. Resta sempre saldo il Briscola e Tresette, rosato di Montepulciano d’Abruzzo come da tradizione vernacolare.
TENUTA GRILLO, GUIDO ZAMPAGLIONE
GAMALERO (AL)
Guido è paziente. I vuoi vini hanno bisogno di anni. Baccabianca, cortese 2016, un bianco che ricorda i rossi. Chiede cibo, assecondatelo.
SàGONA DANIELE CORROTTI
LORO CIUFFENNA (AR)
Gattorosso, Sangiovese dissidente, esuberante ed incisivo come “una freccia che dall’arco scocca”.
TOMASSETTI, ANDREA E MATTEO TOMASSETTI
SENIGALIA (AN)
Ma che meraviglia il Sangiovese in macerazione carbonica, Bravi Bravi. La terra trema 2024
PIETRO SELVA
CASTIONE ANDEVENNO (SO)
Adoro il Selvatico, mai una ricetta, mai un vino uguale, l’annata 2019 ha la metà delle uve appassite un mese. La gioia arriva dopo l’attesa.
CANTINA DEL MALANDRINO, DIEGO BONGIOVANNI MASCALI (CT)
Il mio vicino di casa vinifica una rarità, Nerello Cappuccio in Purezza, L’Etna quando si dona lo fa con passione.
ANDREA OCCHIPINTI GRADOLI (VT)
Immancabile. Alea viva, L’aleatico di Andrea è pura gioia, spensieratezza e vorresti non finisca mai.
CANTINA SA DEFENZA PIETRO, PAOLO E SILVIA MARCHI DONORI (CA)
Nomen Omen, loro difendono la Sardegna e noi difendiamo i loro vini, Sacava, vermentino macerato 20 giorni sulle bucce. La terra trema 2024
STEFANO BELTRAMA ALBOSAGGIA (SO)
Che dire? Prendo in prestito le parole di Veronelli: “Riconosco gli angeli al primo battito di piume.” Pendulasch, Inferno 2021
Paolo Francesco Mandelli, classe 1969, (pessima annata ) architetto e gastronomo, si occupa dei due bisogni primari dell’uomo: casa e cibo.
Grazie a Dio c’è ancora qualcuno che osa, che va oltre , che non si inginocchia davanti al blasone per teoria , ma il blasone lo elargisce per meriti !
Il vino é politica anche per questi motivi ,
il vino é buono se dentro la bottiglia c’è il risultato di un lavoro fatto bene , non se fuori dalla bottiglia che un etichetta con un altisonante nome !
Il Ligure