L’amico a dieta è fastidioso.
Di Marco Nanni,
Come quel pezzo di cibo che si incastra fra i denti all’ultimo boccone e non riesci a toglierlo per ore.
Rompe le scatole.
Solitamente è colui che si rende conto che l’estate è vicina, e in tre mesi vuole tornare in forma per fare lo splendido in spiaggia.
Vive la dieta come una privazione, un sacrificio, si innalza a martire.
Vantarsi di “essere a dieta” lo aiuta a sopportare meglio il periodo, probabilmente crede che più ne parla e più sarà efficace.
Allora non perde occasione per annunciare ad amici e colleghi la fatidica frase: “sono a dieta”!
Da lì in poi, è sempre più fastidioso: si crede migliore di te perché tiene alla sua salute (ma ti trattieni dal ricordargli i nove mesi precedenti di disordine alimentare), descrive con saccenza la dieta che segue (che di solito è una chetogenica fatta in casa, prescritta da se stesso senza nessun criterio nutrizionale) o denigra quelle delle riviste che non hanno funzionato negli anni passati.
Diventa un esperto di proteine, integratori ed insalate.
Quando va a fare la spesa controlla qualsiasi tabellina dei valori nutrizionali, sceglie il menù con l’app che conta le calorie (anch’essa cambia di anno in anno, in base alla moda del momento), ma non è capace di pesare i cibi e va ad occhio, o meglio: come gli conviene.
La dieta diventa il capro espiatorio per qualsiasi cosa: tutto ciò che accade nella sua vita è correlato a questo regime alimentare.
Guarda con un mix di invidia e pietà chi a dieta non è.
Nella vita in società nega tutto: pranzo fuori? NO.
Gelato coi figli? NO.
Feste, compleanni, pizza con gli amici? NO.
“Lo zucchero nel caffè ti ammazzerà” ricorda ai colleghi in ogni pausa caffè alla macchinetta, mentre preme talmente tante volte il tasto togli-zucchero da far tornare la sostanza nello stato primordiale di barbabietola (mettendo anche a serio rischio tutte le economie mondiali, come abbiamo imparato alle scuole medie).
Nel weekend, però, c’è l’armistizio alimentare.
Non manca un evento con amici e parenti, va a trovare la zia del suo trisavolo pur di banchettare.
Ma, ovviamente, prima di accettare qualcosa deve annunciare il “sono a dieta” per mettere le mani avanti.
Il tutto dura fino a luglio: poi iniziano gli aperitivi in spiaggia, il caldo, le sagre… e ritorna a svaccare.
L’amico a dieta è fastidioso perché non capisce che la dieta non è privazione, ma educazione.
È educazione a scegliere i prodotti sani, possibilmente biologici ed a km zero.
È educazione non friggere tutto e non esagerare coi condimenti.
È educazione a variare le cose che si mangiano, a dosare le giuste quantità. È educazione a rispettare la stagionalità della natura e il vero sapore del cibo.
Ma soprattutto, è educazione ad avere cura di sé, e a volersi bene!
“Siamo quello che mangiamo” sosteneva Feuerbach: in questo periodo così abbondante di cibo e risorse, sta a noi e a noi soltanto scegliere cosa mangiare, e cosa essere.
L’amico a dieta è fastidioso, lo pensiamo tutti, ammettiamolo. E una persona così la conosciamo di sicuro, spesso più di una.