L’alcol in moderate dosi fa bene.
L’uso continuo di alcol non è il top.
L’abuso di alcol fa crepare.
Punto.
Detto questo, e dopo averci meditato per giorni, ho deciso di unirmi anche io al cicaleccio dei mille commenti, sulla “notizia” del possibile via libera della Eu al vino senza alcol, peggio ancora diluito con l’acqua.
La proposta (indecente) arriva da Bruxelles un po’ per peloso salutismo, ma più che altro nell’ottica di allargare il mercato vinicolo, raggiungendo nuove fasce di consumatori che per motivi etici, religiosi o altro non possono (o non vogliono) assumere alcol.
Non è questo il modo!
D’accordo che il Covid 19 ha bastonato anche il settore vinicolo, d’accordo che è legittimo provare ogni strada per espandere il proprio business, ma il vino senza alcol è davvero troppo.
Già in passato, un passettino alla volta gli euro-lobbisti-burocrati di Bruxelles hanno avallato & legalizzato quasi ogni possibile e immaginabile (eno) porcata nel settore vinicolo, e ben pochi hanno fatto concretamente sentire la propria voce.
Ma ora il Rubicone è bello che varcato!
Già tempo addietro era arrivato il benestare ai paesi del Nord Europa per l’aggiunta di zucchero capace di aumentare la gradazione (non è una novità), e il semaforo verde per produrre vino non dall’uva ma dalla fermentazione di frutta come lamponi al ribes.
Ma il vino senza alcol non si può proprio sentire, è una pura e semplice aberrazione!
Fermateli per favore!
L’alcol, piaccia o meno, è parte imprescindibile del vino, e già dai tempi della prima ciucca “storicamente” comprovata, quella del buon Noè, la risposta sta nell’uso pratico di un sostantivo femminile: moderazione.
Un vino senza alcol non è un vino o, perdonatemi il raffinato francesismo, è un “vino” con le palle tagliate.
Fine della discussione.
P.S. Se poi qualcuno vuole proprio produrre ‘sta roba, gli trovi un altro nome, perché la parola VINO presuppone che dentro ci sia una quantità di alcol.
Punto!
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?