Di Fabio Riccio,
Metti una sera d’inverno un amico a cena.
Influenza, il mal di stagione, e l’amico in preda a dolori & sofferenze varie (giustamente) da forfait.
In frigo, attendevano il loro destino degli ittici freschissimi.
Scampi a go-go e tre belle Gallinelle (alias Coccio, Cappone, Mazzola o altri vari nomi regionali).
Fa nulla, si cena lo stesso, solo con porzioni più abbondanti.
In casa gastrodelirio non si spreca nulla, figuriamoci quel che viene dal mare!
Pane, quello buono del mio panettiere di fiducia, Cuscus non malaccio.
Così, gallinelle e scampi giocosamente finiscono saltati in padella, producendo anche un fragrante e saporito sughetto dai loro umori, ottimo viatico per una “scarpetta”.
Cosa bere? Verdeca tenuta Macchiarola 2015
Ecco che dalla cantinetta dinamica (molto!) di casa gastrodelirio esce fuori l’asso: la Verdeca tenuta Macchiarola 2015.
Ed è subito festa.
Puglia, Lizzano, sole, caldo, Ionio, siamo in provincia di Taranto.
Previsioni nel calice: sole, caldo, profumi, tanto mediterraneo.
Tappo sintetico supertecnologico, ma stappabile per mezzo del mio fido cavatappi.
Non ho prevenzioni sofistiche sulle chiusure come certi enofighetti, ma adoro usare il cavatappi.
Tappo Guala o sbaglio?
Temperatura giusta, appena fresco, 12 -14°.
Il calice mette subito in vetrina un bel colore di oro antico che rammenta il sole, ma con qualche screziatura verdastra.
Non è un colore da bianco “giovane”, ma è un colore figlio legittimo delle bucce di un bianco che hanno riposato un po’ più della media in vasca, prima di andare al loro inevitabile destino.
Bello, emozione e non noia
Al naso di colpo è una folata di seduzione fatta di fresco e di pesca, di ananas acerbo e di tanta eleganza, ma senza strafare con il mediterraneo…
Un po’ di pazienza per rianimarla, e la Verdeca tenuta Macchiarola 2015 si sveglia dal torpore, e con il mare a tavola, arriva anche il mare in calice.
Sprizzi di salmastro, ma anche rotondità che ammaliano i sensi..
Rimestando il sorso tra lingua e palato, sembra quasi di aprire la bocca al mare in una giornata di burrasca.
Mineralità, ma anche austerità nel calice quanto basta, e piccoli e stuzzicanti spigoli dai tannini, ben leggibili nell’ossatura complessiva, forte.
Anche l’acidità della Verdeca tenuta Macchiarola 2015 è buona, e vi assicuro che con la tendenza dolcina degli scampi ci va a braccetto, forse un attimo di meno con i sapori della gallinella, un po’ più grassa.
L’alcol all’inizio c’è e non c’è, ma con l’evoluzione trova il suo posto e gioca a rimpiattino con la frutta…
E poi, a bottiglia quasi finita, ancora sale, brezza marina, profumi di tramonto estivo (esistono, eccome!) e una beva da primo della classe, ma anche qualche traccia di ossidazione, di quelle che fanno inorridire certi enosoloni sempre con il lavandino a portata di mano per svuotare le bottiglie (a loro dire…) “difettate”.
Non il sottoscritto.
Un po’ di ossidazione non è un dramma, anzi!
Se in giusta e limitata misura, credo sia solo una delle componenti del corredo sensoriale di un vino… un qualcosa che arricchisce e rende più interessante. Non un difetto, e non mi importa che a pensarlo e sostenerlo siamo in pochi…
Così, la Verdeca tenuta Macchiarola 2015, senza troppi giri mentali è semplicemente un vino da amare, perché così com’è è bello, e mi ha fatto stare bene, sempre la cosa più importante. Fine.
Provatelo!
Inutile dire che se qui su gastrodelirio ne scriviamo, significa che la Verdeca Tenuta Macchiarola 2015 è uno di quei vini che ci piacciono, quelli etichettati (personalmente per brevità e pigrizia…) con quella definizione che tanti aborriscono: “Vini naturali”!
Per chi ne vuol sapere di più su questo ottimo vino → https://www.facebook.com/aziendaagricolamacchiarola/
Tenuta Macchiarola
Via Dante Alighieri, 88
74020 – Lizzano (TA)
Tel. 099 479 5250
cell. 320 6479768
infomacchiarola@gmail.com
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?