Il gran caldo annebbia le idee, obnubila i pensieri e vi fa sognare disperatamente qualche non so bene cosa di fresco e piacevole per i sensi?
Beh… qui su www.gastrodelirio.it pensiamo che per chi è al mare (ma anche in montagna, collina oppure resta a casa sua sul balcone…) il momento migliore per rilassarsi dopo una dura giornata di è pur sempre quello del tramonto. Tre vini naturali da bere in un tramonto
E… un tramonto può essere ancora più delizioso se goduto in bella compagnia, magari sorseggiando qualcosa di buono in calice, logicamente fresco al punto giusto senza inutili glaciazioni da far impallidire Manfred...
Però, banditi da qui i temibili “prosecchini” da hard discount che, con i veri e nobili figli del Glera hanno una parentela infondata, consigliamo tre veri e “naturali” nettari del dio bacco fatti realmente come si deve che, se degustati con calma al tramonto, di sicuro contribuiranno a rendere più soave l’ultima parte della giornata prima di cena.
Tutti e tre a pari merito, mica è una classifica!
Il Postino azienda Colle florido
In assoluto uno dei migliori Trebbiano d’Abruzzo mai bevuti. Legalmente un semplice vino bianco, nei fatti un Trebbiano in purezza di una profondità sensoriale inaudita.
Giallo paglierino dai riflessi dorati, al naso parte sparatissimo con vere e proprie sventagliate di fiori di campo, agrumato, sentori salini e un fondo di erba, per non dire della piacevole camomilla.
Al palato avvolge amabilmente, profondo, ricco e dal bel frutto maturo, anzi: surmaturo, viste le chiare sensazioni di susine e spezie.
Il finale è lungo, fresco e ostinato, con la sapidità che con l’evoluzione lascia spazio a un quid di amaro, proprio quel che ci vuole per stuzzicare i sensi al meglio prima di cena. Come “aperitivo” da il meglio di sé con il classico tarallino pugliese con finocchio, logicamente fatto con olio di oliva e non con lo strutto.
Se poi vi portano le solite stantie pizzettine (spesso riciclate), o quei rustici inquietanti con tanto di trancio di wurstel di ignota progenie, fate valere le vostre ragioni e imponetevi per il tarallino!
The second half Mirco Mariotti
Diciamocela tutta: non è facile trovarlo, e Mirco Mariotti, uno che sulle cosiddette vigne nelle (delle…) sabbie in zona delta del Po ferrarese ha giocato tutto, le sue bottiglie migliori le fa uscire con il contagocce…
Fortana al 100% e seconda fermentazione (lunga) in autoclave, secondo il metodo Martinotti-Charmat. Presa di spuma: circa 75 giorni.
Affina in bottiglia per 60 giorni prima di essere commercializzato.
Non c’è bisogno di un palato allenato o raffinato per ben apprezzarne il sorso incredibilmente fresco, allegro e complesso ma senza troppi fronzoli.
Aromatico ed equilibrato quanto basta al palato, al naso spande a piene mani pesca, gelsomino e un che di citrico, insomma… una bolla “Martinotti seria” che non ti aspetti.
Prodigiosamente facile da bere, è davvero un vino da tramonto estivo!
Qui, saltate a piè pari le solite robette che venerano i prosecchisti da hard discount, e accompagnatelo degnamente fiondandovi su qualcosa di ittico, meglio ancora crostacei, ma senza quelle inutili pseudo salsine colorate utili solo a dissimulare la senescenza da scongelamento del giorno prima…
Tre vini naturali da bere in un tramonto estivo
Verso Ribolla gialla Cius 2023
Una sorta di “naturale dal costo umano”, dove c’è lo zampino dei I Clivi, che ammorbidisce subito il cuore anche del più arruginito eno-profano nemico giurato dei vini naturali. Al calice è di un bel giallo paglierino che con il sole della sera può (e… deve!) virare su ammiccanti riflessi dorati.
Naso amabilmente ampio con sentori fruttati di pesca bianca e mele mature, per non dire delle caleidoscopiche note floreali di rosa e genziana e, le sensazioni erbacee. Al palato avvolge quanto basta ed è fresco e di ottima sapidità.
Anche qui l’accostamento con le robe da aperitivo sul mare del tre per due da supermercato di bassa lega è caldamente sconsigliato.
Io propongo una qualche bella alicetta ben impanata & fritta appena appena tiepida e giusto salata, e perché no, in alternativa il classico trancino di sgombro con peperoni, possibilmente fresco, onde evitare l’olio di alcuni di quelli in scatoletta, talvolta ai confini dell’imbarazzante.
Tre vini naturali da bere in un tramonto estivo
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?