Tre rossi da bere in estate in riva al mare

Ma chi l’ha mai detto che in estate, magari in spiaggia con la pelle “tostata” dal sole giaguaro e con il sale che infingardo si intrufola perfino nelle parti intime, dopo il calar del sole non si bevono vini rossi?

Forse le sacre eno-scritture?

E’ l’ultima trovata di mio cuggino in terza (rigorosamente con due “g”) quello che trova inarrivabile e stratosferico un noto vino “in scatolette” di cartone sempre uguali sempre quelle all’Equatore e al Polo Nord?

Forse Gigetto, autonominatosi a furor di popolo sommelier (in realtà non ha neanche finito il primo anno) risolutamente convinto dell’assioma incontrovertibile vino bianco pesce, vino rosso carne e il rosato bevilo con quello che ti pare.

Magari è stata la Mariuccia che, notoriamente astemia, fa la cameriera-lavapiatti-factotum di un ristorantino tanto caruccio al lido in riva al mar che, come fringe benefit, ha ottenuto dal satrapo titolare della struttura quattro euro per ogni ignobile bottiglia di pseudo-bollicine dell’hard discount a tre per due, che caldamente consiglia a chiunque?

No: basta menate, basta assiomi, basta muri mentali, perché molti rossi (anche quelli a torto considerati “vinoni”) fanno una ottima, se non magnifica figura ai sensi anche con temperatura esterne oltre i 30°.

Unico obbligo (e… mica sempre) un rapido rinfresco per non far arrivare la bottiglia al punto di ebollizione, e l’accortezza tramite glacette, di tenersi sulle temperature consigliate dal produttore…

Così, qui, visto che ♫ l’estate sta finendo e un anno se ne va ♪♪, vi consiglio qui tre ottimi rossi graniticamente “naturali”, da accostare a quel che vi pare, ma da bere rigorosamente in riva al mar, magari con la collaborazione della luna che maliziosamente illumina d’argento le lievi onde della sera…


Partiamo dalla Francia.

Pollux Domaine de Bellivière calice e etichetta retro

Pollux Domaine de Bellivière

Un rosso così dannatamente elegante e beverino che te innamori subito, neanche fosse la Brigitte Bardot dei bei tempi.

In primis è di uve Gamay, il bel vitigno figlio di Pinot Noir e Gouais.

Parte un attimo torbido in calice, (ma chi se ne frega!) con un rosso che secondo la luce, spazia dal rubino al granato.

Al naso gentili note di ciliegia, fragola e lamponi che, con l’evoluzione, si stemperano in rose, cannella, ginepro e muschio (bianco) e con il bonus di un quid di pepe bianco che lo rende più “piacione” e intrigante perfino alle papille gustative meno avvezze ai “naturali”…

Al palato, non è troppo avvolgente, anzi, è gentile con cenni di carbonica e con un fruttato birichino che non aspetta altro che il fissarsi sulla lingua…

Un Gamay profondo e rigorosamente territoriale, da subito percepibile come “naturale” ma senza difetto alcuno e pieno di vitalità che, se accompagnato da sapori non troppo “hard” ti riconcilia con il mondo e ti fa sembrare ancor più bella la lei/lui al tuo fianco…


PrimaTraccia anfora Controvento – Il Montepulciano…

PrimaTraccia anfora Controvento montepulciano d'abruzzo bottiglia e calice

Bello e non solo buonotre rossi da bere in estate in riva al mare

Non per forza bisogna dichiararsi per forza ribelli (de chè?), per farsi notare.

I veri “ribelli” sono quelli che lavorano silenziosamente, sottotraccia, rifuggendo il clamore…

Così, Vincenzo (o Vinenzo) Meo, napoletano-flegreo di Bacoli trapiantato sulla costa dei trabocchi abruzzese, ti “sbatte” gentilmente in faccia uno di quei vini solo a prima vista acqua & sapone, in realtà belli come lo sono certe donne così definite, con il bonus della seduzione dello starci bene insieme, cosa rara tanto per le donne che per il vino…

Un Montepulciano inusuale, affinato in anfora, candido e lineare, estremamente ben fatto.

In calice rosso rubino appena opaco, mille miglia lontano da quelli “macchiatovaglie” di tanti altri Montepulciano.

Al naso profondità ed eleganza a iosa. Frutta rossa a go-go, fiori, rose, ciliegie e viole, ma anche un insolito e piacevole sentore di mandorla (balsamico) come quello di una nota colla in barattolo metallico che era in auge negli anni ’60 del secolo scorso.

Il sorso è all’unisono con il naso, levigato, succoso e fresco, e la piacevole beva, la bella spalla acida e l’ottima persistenza sono rese più brillanti da bei guizzi di balsamico.

Se la luna compie il suo dovere in pieno sul mare, è ottimo come aperitivo anche con stuzzichini carnivori, magari ovini e abruzzesi…


Verso rosso Sclopit

Tre rossi da bere in estate in riva al mare Verso rosso Sclopit

Schioppettino e Pinot Nero in egual misura da gustare in riva al mare?

Ma siamo matti? (direbbe mio cuggino…)

Invece sì, perché questo vino è un gigante dall’animo buono che ammansisce e armonizza in calice i due vitigni con estrema classe.

Così, al naso è delicato e speziato con note (mai invadenti) di frutti di bosco, ciliege e pepe bianco, per non dire del gran balsamico appena sfiorato da lampi di liquirizia che incredibilmente rasentano il salato.

Anche al palato si è quasi sullo stesso spartito dell’olfatto, per creare un sorso di raro equlibrio, succoso e fresco con una spalla acida che ben aiuta ad apprezzare l’ottima persistenza.

Anche qui, sempre se la luna estiva fa a pieno il suo dovere, persino senza gli stuzzichini d’obbligo, sorseggiatevelo con estrema calma, magari senza infradito con i piedi liberi nella sabbia, sfiorando con nonchalancebirichina” quelli del vostro partner o aspirante taletre rossi da bere in estate in riva al mare

tre rossi da bere in estate in riva al mare

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