Di Fabio Riccio,
Oscar Farinetti mi è simpatico, partiamo da questo.
Come imprenditore ha di sicuro gran naso, anche perché il suo scendere come un macigno (un intelligente macigno però) nel mondo del food, e proprio nel momento giusto, denota intelligenza e una dose di lungimiranza non comune. Punto.
Tutta l’operazione di Eataly è da ammirare, perché basta farsi una passeggiata in uno dei vari Eataly per capire senza se e senza ma che si è in un posto dove la selezione di quello che è in vendita (o somministrato) è di assoluta eccellenza.
Magari si può essere d’accordo o meno con il livello di alcuni prodotti, oppure preferire per gusto personale una cosa rispetto all’altra, ma il livello in ogni caso è alto.
Vabbè… direte voi lettori, ma proprio tu che non perdi occasione per scagliare strali a destra e a manca, ci fai leggere un panegirico in onore di Oscar Farinetti e di Eataly?
No, non è così, ma semplicemente voglio mettere le cose in chiaro da subito, per poi raccontarvi la mia esperienza a Forlì, dove dentro Eataly il buon Farinetti si è inventato (come altrove e in altre situazioni) di “inglobare” una trattoria già esistente, con tanto di brava cuoca & ricette.
Parlo in questo caso della Locanda al Gambero rosso con la Trattoria di Giuliana.
Beh… pur non essendo mai stato prima in questo locale, vi posso assicurare che alla Trattoria di Giuliana (dentro Eataly Forlì) si mangia molto più che bene.
La mia cena è stata ottima, le porzioni giuste (quasi abbondanti direi…) e il prezzo onesto, commisurato all’ottimo livello di quel che è arrivato nei piatti.
Eccellenti, saporiti e ben fatti i crostini con fegatini, così come i tortelli alla lastra accompagnati dal raviggiolo e salumi, con lode per l’ottimo prosciutto finalmente presentato sottile come dio comanda e con due dita di stupendo grasso!
Anche i passatelli “asciutti” e gli strozzapreti con erbe di campo erano ottimi e ben eseguiti, così come impeccabile è stato il dolce finale, la zuppa inglese.
Aggiungo che anche la carta dei vini è al di sopra di ogni sospetto, perchè persino un gastrodelirante estremista del “vino naturale” come il sottoscritto, ha trovato pane per i suoi denti…
Tutto per il meglio insomma alla Trattoria di Giuliana?
E.. allora, cosa non va in tutta la faccenda?
Nulla, proprio nulla, ma per favore egregio signor Oscar Farinetti, non mi chiami trattoria questo locale.
Una vera trattoria è tutt’altra cosa.
Per carità, la Trattoria di Giuliana dentro Eataly di Forlì è senza dubbio un posto confortevole e pulitissimo dove ben mangiare, i ragazzi del servizio simpatici ed efficienti e non perdono colpi, e il tovagliato, anche se di carta è impeccabile e funzionale, e infine, anche i calici sono quelli giusti.
Ma… prima di tutto una vera trattoria (sinonimi: osteria, taverna etc etc) almeno in Italia, difficilmente la si trova al terzo piano di uno stabile storico di una bella città come è Forlì. trattoria di giuliana
In una vera trattoria, se mi giro intorno magari finirò per vedermi circondato da quadri discutibili o da qualche (finta) stampa d’epoca, non dalla vista dell’espositore dei bei tovaglioli cartacei di una nota casa di design finlandese.
In una vera trattoria se mi giro nell’altra direzione non vedo blister belli allineati di cavatappi e altri utili aggeggi per la cucina e di altre cose in vendita.
L’elenco potrebbe continuare ancora a lungo, ma non è qui il punto.
Caro signor Oscar Farinetti, pur con la massima e immutata stima per tutto il suo grande ed encomiabile lavoro, del quale noi Italiani dobbiamo essere molto fieri, e anche per la ricchezza che sta creando sul territorio, e appellandomi all’articolo 21 della nostra bella costituzione, mi sento di dire in mia personalissima opinione che con la Trattoria di Giuliana all’interno di Eataly di Forlì ha fatto una cosa che non mi è piaciuta. Punto.
Io, le trattorie le vedo diversamente, molto diversamente, anche quelle “moderne”.
Definitemi pure passatista, ma le trattorie oltre a far bene da mangiare, hanno e devono avere un’anima. Nel suo pur bel locale, un po’ di anima della trattoria l’ho vista solo all’ottima e impeccabile cucina.
Le trattorie sono luoghi non solo di cibo e sapori, ma anche del cuore… Permettetemi l’autocitazione e leggete quanto qui in calce, tratto da un mio articolo di qualche anno addietro…
Una trattoria “vera” è, e deve essere un luogo un po’ fuori dal tempo tempo dove mangiare, chiacchierare e sentirsi a casa. Tutto il resto è fuffa.
Basta poco.
La Trattoria di cui oggi racconto qualcosa, fa’ parte di quei luoghi dove ti senti chiamare ragazzo anche a 50 anni, e che se non ci passi per anni, si ricordano lo stesso di te. Un posto rimasto cristallizzato da quando ci ho messo piede, ciononostante gradevole proprio per questo.
In Trattoria ti viene voglia di chiacchierare e trastullarsi anche se sei un musone, ma anche se hai trascinato quasi a forza con te un amico un po’ giù di morale.
Per chi vuole approfondire sulle trattorie…
https://www.gastrodelirio.it/fabio-riccio/trattoria-dentella-bracca/2015/03/
https://www.gastrodelirio.it/fabio-riccio/trattoria-dellalba-piadena/2014/01/
https://www.gastrodelirio.it/fabio-riccio/la-grotta-da-concetta/2014/04/
trattoria di giuliana
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?