Di Fabio Riccio,
Forse è la prima volta che qui su gastrodelirio ci occupiamo di Tonno, tutti siamo usi a vederlo solo in scatola, metallica.
Di più: quando ero piccolo, anche io come tutti i marmocchi cittadini del “baby boom” anni ’60 del secolo scorso, pensavo che il tonno venisse fabbricato chissà dove in qualche lucente e modernissima fabbrica… l’importante era che sulla scatola ci fosse un bel disegno di un qualche pescione, magari sorridente…
Un po’ come per una famosa carne in scatola di origine argentina, dove era la mucca stampigliata sulla scatola l’elemento basilare, non la carne contenuta…
Così, vai con improbabili capitani e graduati di marina che dispersi tra i flutti gridavano e si sperticavano per assicurarci che i loro tonni era i migliori…
Carosello ci condizionava, forse slealmente, però ne ho lo stesso nostalgia.
Poi, a sette anni, in seconda elementare l’illuminazione!
Andando con i genitori a far visita allo Zio Gigino, cugino di mio padre, che a Napoli abitava al Borgo Sant’Antonio Abate nel cuore del famoso mercato, vidi per la prima volta in vita mia un tonno in carne, ossa e… cartilagini!
Oddio… Tonno è forse troppo, diciamo un tonnetto giovane, che ancora tutto intero, suo malgrado faceva bella mostra di se su un banchetto, dipinto rigorosamente in “blu pescheria”.
Che delusione!
E io che pensavo che il tonno venisse costruito come un’automobile o un televisore, che ci fosse una catena di montaggio del tonno…
Invece, di fronte avevo un “pescione” dall’aria tristanzuola, che nel bailamme di voci e nel tripudio di odori di quel mercato, ancora intonso era in attesa di compratori.
Mio padre, per l’occasione mi erudì quel tanto che basta sul tonno, giusto per farmi capire che era un essere vivente e non un prodotto di una fabbrica, e che nuotava in mare, un po’ come il pesciolino rosso di casa nella sua boccia.
Le scatolette erano dei semplici contenitori per conservalo, ma il tonno si poteva anche trasformarlo in bistecche…
Vabbè, ancora più confusione…
Così… per anni, e senza farmene un problema, anche io sono stato uno dei consumatori di tonno in scatola, con le uniche alternative tra quello in olio di oliva, e quello “al naturale”.
Poi… più un quarto di secolo addietro, proprio quando ho incominciato ad interessarmi di cibo & vino, ho iniziato prima sporadicamente, poi metodicamente ad evitare le scatolette, soprattutto quelle di ignota progenie, per orientarmi verso il vetro, ma anche ad evitare i temutissimi grissini “da taglio” e le pinne di vari e fantasiosi colori…
Poi un bel giorno del 2016 capito in Cilento, precisamente nei pressi di Palinuro, e mi ritrovo a visitare Aura, una intelligente iniziativa di un tal Luca Cella.
Trentacinque anni, tanto entusiasmo, idee molto chiare.
Con più di una esperienza nella ristorazione nel suo passato, Luca letteralmente si butta nell’impresa di trasformare una sua passione (il Tonno…) in un lavoro, mettendo al primo posto la qualità, altro che taglio con i grissini, o gli altri sventurati pesci inscatolati e spacciati per tonno che si trovano in circolazione!
Aura, spiega Luca, nella mitologia è la madre di Venere e dunque delle passioni – chiaro il messaggio?
Aura sceglie da subito una strada tutta in salita: qualità e filiera corta, solo materia prima locale, olio extravergine di oliva, vetro e moderne tecnologie quanto basta.
Il resto è puro & semplice artigianato, quello vero. Quello fatto da mani esperte, di livello.
Così… ecco fatto il suo tonno in vetro.
Così, Tonno Aura in ben due varietà, alalunga e alletterato, e poi c’è la ventresca di Alalunga, che una volta assaggiati, sia gustativamente che come consistenza non hanno proprio nulla in comune con i tanti tonni inscatolato (o in vetro…) industriali, o presunti artigianali in circolazione.
Provare per credere!
Personalmente, dopo ben due gustose tornate di assaggi nel suo pulitissimo e moderno laboratorio (repetita iuvant?), e successivamente dopo una cena casalinga a base di tonno, con il plus di uno spaghetto tonno & pomodorini alla “sciuè sciuè” il giorno dopo, mi sento di affermare che il Tonno Aura è semplicemente il migliore che abbia mai assaggiato.
Parole grosse per un tonno sott’olio?
No, non sto esagerando.
A livello di sapore, di molteplicità gustativa complessiva e di consistenza, siamo davvero molto, ma molto avanti anche al migliori tonni conservati mai assaggiati prima..
Il mio preferito è quello Alalunga, dalla consistenza semplicemente perfetta e dal sapore deciso ma equilibrato, e con il bonus di nessuna inutile sapidità, che (solo come consistenza eh..) una volta nel piatto, mi ha ricordato un trancio di Gaspè quando lo si sfalda, logicamente senza i grissini “da taglio”.
Tonno Aura sott’olio, un gran bel prodotto, un gustoso cortocircuito gustativo per le papille gustative che sa di mare.
Insomma… un giovane imprenditore coraggioso, che al contrario di altri ha deciso di puntare sul territorio considerandolo una risorsa, non una palla al piede, e già solo per questo sarebbe da applaudire.
I numeri di Aura sono ancora piccoli, però in crescita, e nel calderone (letteralmente), oltre gli altri prodotti dall’orto che già prendono la via della trasformazione, è in “cottura” anche una linea di prodotti bio, qualitativamente ben oltre i disciplinari del Bio stesso, a mio avviso ancora di manica troppo larga.
L’e-commerce è già funzionante, vedi – http://www.aura-cilento.com/shop/ quindi chi vuole assaggiare i prodotti Aura anche lontano, non ha problemi, bastano pochi click.
Logicamente, i prezzi sono superiori a quelli dei prodotti concorrenti, specialmente quelli che si trovano tra gli scaffali della GDO, ma come al solito, la qualità, quella vera, costa sempre comunque qualcosa in più, ricordatelo…
Aura Tonno Aura
S.S. 562
Incrocio marina di Camerota-Centola-Palinuro
84051 – Palinuro (SA)
Tel. 0974.273451
Cell. 329.5966496
Tonno Aura
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?