Di Fabio Riccio,
Nino Testa, il mare.
Famiglia di armatori e pescatori da quasi due secoli.
Un fascio di nervi dal volto abbronzato come lo ha solo chi va per mare per scelta di vita.
Occhi scuri, mobilissimi, penetranti, sorriso franco e il carisma silenzioso di chi vuol coinvolgere senza cercare di convincere, e il magnetismo naturale di chi prova nuove strade, magari poco battute, facendole apparire inevitabili.
La passione e la cultura del mare di Nino Testa è davvero sconfinata, e gli consente di districasi nell’universo ittico con la leggerezza di un Indiana Jones mai pago di nuove scoperte.
Una di quelle rare persone per il quale il piacere e il bisogno di dialogare, non sono cose scontate.
Già questo basterebbe.
Però, non pago, questo caparbio catanese che da del “tu” al mare, si è messo ancora in gioco.
Forte delle sua sapienza ittica, e con alle spalle l’azienda e il supporto della famiglia, ha aperto una piccola impresa di conserve ittiche, di gran qualità, anzi, di pregio assoluto.
La Testa Conserve, appunto.
La scelta di fare artigianalmente alta, se non altissima qualità, ma non solo.
Oltre che sull’ottimo tonno rosso declinato in più modi, la Testa conserve ha deciso di giocare la carta della “pesca sostenibile” e tracciabile, puntando anche sulle cosiddette “specie ittiche eccedentarie”.
Specie ittiche che per ignoranza e prevenzione dei consumatori trovano poco mercato. Una volta pescate, spesso, finiscono di nuovo in mare, o nel migliore dei casi, svendute a prezzi irrisori come per base per mangimi industriali.
Li chiamano pesci poveri, o con quella che è una vera e propria iniquità linguistica “pesci di scarto”.
In gran parte della famiglia del pesce azzurro, nonostante loro (immeritata…) nomea, le “specie eccedentarie” sono in realtà commestibilissime, spesso con ottimi sapori e valori nutrizionali di tutto rispetto, come nel caso del Sugarello (Suro), o della la Boga, per non dire dei più noti Sgombri e Alici.
Il tonno e questi pesci, finiscono così sott’olio (oliva o girasole) o sotto sale, pronti per essere gustati, con il bonus della possibilità di utilizzare gli oli a mo’ di condimento a se stante, o come base per altre preparazioni, ad esempio per la maionese…
La qualità si coniuga con il gusto, senza bandiere e senza fronzoli, e così nella conoscenza del “diversamente ittico”, e degli ingredienti del mondo, c’è la vera innovazione.
Fin qui il sunto in sedicesimi di una bella storia di imprenditoria, ma qualcosa di più c’è, anzi, due cose di più, importanti.
La prima è che il consigliere del gusto della Testa Conserve, è lo Chef bistellato Ciccio Sultano da Ragusa Ibla, un nome che è una garanzia, che ha messo tutta la sua esperienza e il suo istinto di edificatore di grandi sapori per esaltare al massimo le potenzialità della materia prima ittica trasformata.
La seconda e l’innato istinto di Nino Testa nel costruire bei sapori partendo dalla materia prima che ha sotto mano, cioè le sue conserve.
Durante una bella serie di assaggi degli ittici della Testa Conserve, dove ho avuto il piacere e la fortuna di partecipare, ho così scoperto e apprezzato il Nino Testa che costruisce bei sapori partendo dalla materia prima che ha sotto mano, cioè le sue conserve.
Non solo imprenditore e uomo di mare, ma anche una di quelle persone che, un po’ per dono di natura, un po’ per sincera passione, mamma natura ha dotato di un gran palato che lui poi ha affinato.
Un dono raro, che non tanti hanno, che non molti comprendono.
Il cammino, anzi, il navigare della Testa conserve parla di un sogno che si sta realizzando.
Un sogno lucido ed entusiasta ha preso una precisa direzione, unendo sotto lo stesso sole la passione e una efficace visione di impresa moderna.
Un cammino fatto di mare coltivato con amore e rispetto, scandito dal sole e dalle stagioni.
Così, nei barattoli della Testa conserve, poche scene, tanta sostanza e grandi sapori.
Si, perché la vera grandezza dei sapori, spesso si palesa nei piatti dagli ingredienti poveri, in quelle ricette vecchie quanto il mondo che mettono d’accordo nobili e contadini, senza lasciar troppo spazio alle opinioni fuori misura…
P.S. – Se avete sottomano dei grissini, fatene altro uso, perché se utilizzati per “tagliare” uno dei prodotti della Testa Conserve, rischierebbero di frantumarsi…
Un “tonno” (in questo caso virgolette d’obbligo) che si può tagliare con un grissino, ha sicuramente qualcosa da nascondere.
Non è il caso di quelli della Testa Conserve…
Provateli!
Testa Conserve
Via Testa, 23
95126 – Catania
Tel. 0931 842453
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?