Di Fabio Riccio,
La ristorazione alberghiera da sempre è un’offerta accessoria ma di primaria importanza per gli ospiti, specialmente se turisti, perchè anche il tempo trascorso a tavola è parte integrante del concetto di “accoglienza”, e può diventare (perlomeno per chi non è un “musone”) anche parte dell’interagire e del socializzare con gli altri ospiti, cosa che aiuta a rendere più piacevole la permanenza.
A fronte di questo, c’è però da dire che purtroppo, almeno qui in Italia, e sempre con le solite e lodevoli eccezioni, non tutti gli alberghi, inclusi parecchi multistellati propongono una cucina che va oltre la sufficienza, o che quantomeno sia motivo di una permanenza legata non solo alla bellezza o l’interesse dei luoghi, ma anche all’attrattiva dell’offerta gastronomica.
Ora, qualcuno obietterà che di grandi chef negli alberghi negli ultimi anni ormai se ne vedono un bel po’.
Vero, verissimo, però esaminiamo il tutto nell’ottica delle percentuali, il quadro diventa allora sconsolante.
Una di queste lodevoli eccezioni, vale a dire una interessante cucina con uno Chef di albergo da tenere d’occhio, per mia fortuna ho avuto modo di osservarla qualche giorno addietro a Sorrento (un posto, un “nome” che non ha bisogno di presentazioni”) all’hotel Continental.
In passato questo magnifico Hotel in una delle più belle e strategiche posizioni della cittadina, offriva ristorazione solo ai suoi clienti. Però, da qualche tempo, almeno in una delle sue diverse situazioni di bar e ristorante, la Terrazza Vittoria, un angolo di charme curatissimo e con un panorama mozzafiato, dove ora è anche possibile avvicinarsi alle proposte gastronomiche senza essere ospiti della struttura.
Già… la proposta gastronomica della Terrazza Vittoria è affidata uno chef (e alla sua piccola e valida brigata) che come detto prima è da tenere d’occhio, nello specifico per sua mano lieve e non invasiva nell’esaltare i sapori senza troppi esercizi esoterici o abusi di tecnologia, pur rimanendo piennamente nell’alveo di quella che oramai viene definita la “nuova cucina italiana”.
Sembra una cosa semplice ma non lo è.
Eugenio Cuomo.
Un bel curriculum, trascorsi interessanti, ma anche il carattere un po’ schivo di chi predilige il basso profilo e non è a suo agio sotto ai riflettori.
Poco avvezzo ad uscire fuori dalla sua cucina Eugenio Cuomo è un personaggio atipico che “nuota” in decisa controtendenza, almeno in questi anni dominati da una gastro-mediaticità esasperata, gastro-mediaticità che spesso, troppo spesso è solo una cortina di fumo per nascondere l’esilità e le carenze delle proposte di cucina.
Eugenio Cuomo, senza strepiti e senza superflue vanaglorie da chef televisivo, ha scelto invece di raccontare di se semplicemente con i suoi piatti.
Mandando un attimo indietro la macchina del tempo, c’è da aggiungere (anche) che Eugenio Cuomo una volta uscito dal guscio protetto che è stato il confrontarsi solo con la clientela interna (moltissimi stranieri) dell’Hotel Continental, quando il Terrazza Vittoria si è aperto anche al pubblico esterno si è ritrovato un po’ come il Max della leggenda del pianista sull’oceano di Baricco (e del bel film di Tornatore) quando la nave finiva in disarmo.
Due le opzioni: soccombere alla paura, o tuffarsi per navigare nel mare aperto, confrontandosi a viso aperto con il resto del mondo.
Per fortuna, Eugenio Cuomo ha scelto senza indugi la seconda opzione, con risultati degni di nota.
La sua cucina, moderna come è giusto che sia, strizza certamente l’occhio al territorio, ma nello stesso tempo non ne fa un tabù.
Materia prima di qualità e sensibilità verso il territorio a parte, la cifra stilistica predominante di quel che arriva in tavola pur con qualche piccola noticina fuori spartito, come già detto prima è la mano lieve e sicura, ma di certo non sussurrata nel ben coniugare i sapori.
Aggiungiamoci anche che il “mestiere pratico”, anzi: la professionalità, c’è, e a questo punto si può davvero parlare di una cucina che non può che ulteriormente crescere.
Ora, e senza andare a stilare sterili elenchi di piatti o le solite inflazionate e a mio avviso inutili foto in primo piano di tutti i piatti, cosa per nulla nelle corde di questo sito, e visto che noi di gastrodelirio privilegiamo sempre e comunque fare considerazioni e ponderare l’impressione sensoriale nel suo complesso, mi permetto di fare questa volta uno, anzi… ben tre strappi alla regola (ma rigorosamente e per scelta senza foto) riguardo alla bella cena alla Terrazza Vittoria.
Il primo strappo è per il magnifico polpo arrostito su crema di zucchine, rucola e verdure di stagione. Equilibrio, sapori e una gran bella cromaticità per un piatto onestamente già visto altrove, ma che qui ritrova brillantezza anche per il perfetto bilanciamento dei sapori, oltre che per l’impeccabile esecuzione. Scelta azzeccatissima in apertura serata per dare “il la” a tutto il percorso sensoriale della cena.
Non da meno il trancio di baccalà gratinato con biscotto di Agerola, pomodorini secchi e basilico in salsa alla marinara, dove il trancio del “pesce volante del baltico” brilla per la giusta sapidità, ma anche per la consistenza a regola d’arte, con il solo piccolissimo neo del sapore un attimo di troppo tendente all’acido dei pomodorini secchi.
Il terzo strappo alla regola, e questo senza voler togliere nulla a tutti gli altri piatti, è per il grande acuto finale dei dolci, inclusa la piccola pasticceria, veramente da battimano.
Scommessa vinta. Tirando le somme, una gran bella mangiata, pulita, accurata e territoriale quanto basta e, cosa più importante, dai sapori linearmente indovinati. Non capita sempre… terrazza vittoria
La piacevolezza, che poi è quel che conta davvero quando in un ristorante ci si va per appagare i sensi e non solo per sfamarsi, è stata davvero tanta, dalle entrée fino al dolce, e in mia opinione in cucina c’è lo spazio e la capacità per crescere ancora.
Ma… non è tutto. terrazza vittoria
La piacevolezza complessiva deve molto anche a tutto quello che ruota intorno al cibo, dalla location ai commensali, fino al servizio.
Ecco: il servizio. terrazza vittoria.
In Italia il “grande malato” del mondo della ristorazione è appunto il servizio.
Alla Terrazza Vittoria, invece è stato davvero inappuntabile, e gran parte di questo merito spetta al bravissimo maître Antonio Fiorito, e logicamente alla sua squadra.
Professionale, impeccabile e perfettamente a suo agio nel ruolo, Antonio Fiorito ha dalla sua, oltre una grande e tangibile professionalità, anche la capacità di dosare il giusto mix tra confidenzialità e non invadenza che è, e deve essere tra le principali caratteristiche di un bravo maître.
Non per piaggeria, ma semplicemente come mero dato di fatto, mi sento di inserire questo bravo maître in un terzetto di grandi professionalità che ho avuto il piacere di incontrare sulla mia strada di recente, vale a dire Samuele Bison della Zanzara di Codigoro (FE), Mauro Cutuli del Sabir Gourmanderie di Zafferana Etnea (CT), e appunto Antonio Fiorito della Terrazza Vittoria dell’Hotel continental di Sorrento.
Tre grandi professionisti, estremamente diversi tra loro per indole e storia, con in comune la cosa più importante: l’interpretare con estrema competenza il loro ruolo, cosa davvero rara nella ristorazione italiana, dove il personale di sala che, come già accennato in precedenza, in certi casi anche ad alti livelli, talvolta lascia a desiderare.
Riguardo all’offerta del nettare del dio Bacco, la ricca e ben articolata cantina risulta più che corretta, spaziando con sagacia anche oltreconfine con un interessante ventaglio di etichette.
Però, e con un pizzico di rammarico, così come in tanti altri ristoranti lungo la penisola, ho notato il pochissimo spazio, dedicato allo sfumato mondo del “vino naturale” (sempre virgolette d’obbligo e da non confondere con il biologico “, specialmente se di facciata”) un settore dell’enologia ancora dai piccoli “numeri”, ma negli ultimi anni in netta crescita, anche e specialmente in una certa fascia di consumatori più consapevoli...
Ristorante Terrazza Vittoria presso Continental Hotel
Piazza Vittoria, 4
Sorrento (NA)
Tel. 081 8072608
www.continentalsorrento.com
www.continentalsorrento.com/terrazza-vittoria
terrazza vittoria
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?