Sapete cos’è il Licopene? No?
Provo a spiegarlo in breve…
Di Fabio Riccio,
Tecnicamente parlando, il licopene è un idrocarburo del gruppo dei carotenoidi, un insieme di pigmenti di colore giallo-violetto molto diffusi in natura e presenti in svariati alimenti di origine vegetale, ed è anche il carotenoide predominante nel plasma umano.
Come aditivo alimentare (colorante) è identificato dalla sigla E160d.
Il licopene non solo è un buon colorante naturale, ma tra le altre cose ha anche proprietà antiossidanti in grado di neutralizzare i temutissimi radicali liberi.
Quindi, oltre a combattere l’invecchiamento e le malattie cardiovascolari, il Licopene riesce finanche a combattere la formazione di alcune forme tumorali.
Il vegetale che contiene più licopene in assoluto è il pomodoro, che a seconda della varietà e del grado di maturazione, può contenerne fino a 50 mg/kg.
Insomma, il licopene oltre a fare più belli i pomodori, è una vera manna dal cielo, oops… pardon, dal campo per la salute!
Una bella pastasciutta al pomodoro, “spannometricamente” parlando, suppergiù dovrebbe contenere la dose media (giornaliera) di Licopene raccomandata per avere qualche effetto positivo e tangibile sull’organismo.
Per la cronaca… il compianto Pino Daniele nel suo brano “Fatte ‘na pizza” (logicamente c’a pummarola ‘ncoppa) aveva già capito tutto, magari senza sospettare l’esistenza del Licopene!
Fatte ‘na pizza
C’a pummarola ‘ncoppa
Vedrai che il mondo
Poi ti sorriderà
Fatte ‘na pizza
E crescerai più forte
Nessuno
Nessuno più ti fermerà…
Appurato che il Licopene fa bene alla salute, e che cibarsi (anche) di pomodori non è poi uno sforzo sovrumano, vado ora a raccontarvi un gustoso fatterello dove il licopene suo malgrado è il protagonista.
Tempo addietro sono stato ospite in una fiera a tema gastro-alimentar-enologico.
Una bella e affollata kermesse, ottima occasione per conoscere (o rivedere) produttori & ristoratori, per confrontarsi e per assaggiare novità.
In queste manifestazioni però, oltre gli espositori e gli chef più o meno “di grido” invitati, si finisce (spesso) anche per incrociare personaggi di svariata umanità (più o meno dolente), proprio quel tipo di “gente” che di sicuro avrebbe fatto la gioia di Federico Fellini.
Però, oltre questa varia umanità, affascinante solo per qualche antropologo, in questo circo ogni tanto si incrociano anche personaggi a loro modo “geniali”, anzi, in equilibrio tra il candore e la genialità, chi in buona fede, chi no.
Eccone uno…
Mi si presenta come uno scienziato, un ricercatore.
Non metto in dubbio la cosa.
Fatte le presentazioni, e senza neanche darmi il tempo di fiatare, lo “scienziato” con aria entusiasta e nel medesimo tempo austera, inizia a sciorinarmi i dettagli di un suo complesso progetto sul quale sta lavorando da anni con il lodevole scopo di migliorare la salute di tutti gli Italiani (sue testuali parole – e gli stranieri no?) facendogli… udite udite ingurgitare l’apporto medio giornaliero (raccomandato) di licopene, cioè sui 5 o 6 mg.
Cinque o sei milligrammi di licopene al dì per ogni Italiano!
Evviva!
E… come?
Con la classica pillolina miracolosa, imbottita di licopene, in questo caso rossa e non azzurrina?
No!
Con un superintegratore multi-maxivitaminico in blister gigante da 1000 pasticche da prendere tre volte al dì dopo dei pasti?
No!
Con uno sciroppo a base di licopene che magari fa (anche) passare la tosse?
No!
Con delle flebo cariche del benefico idrocarburo che fa marameo ai radicali liberi?
No!
Con bagni terapeutici in vasche piene di passata di pomodori molto maturi?
No!
Con la “dieta del pomodoro” (ovviamente ideata in America) che fa perdere sette chili in sette giorni cibandosi soltanto di pomodori e derivati?
No, no & no!
Ora, tenetevi forte…
Semplicemente… questo signor scienziato si è messo in testa di far mangiare agli Italiani (tanti…) pomodori addizionati con licopene estratto da altri pomodori.
Ora, implicazioni scientifiche a parte, mi domando e dico, ma se i pomodori contengono già il benefico licopene, che bisogno c’è di addizionarli con… altro licopene?
Vogliamo creare frankensteinamente il superpomodoro della salute?
Non finirà che i pomodori li venderanno in farmacia previa presentazione di una ricetta medica?
Un pomodoro al dì prima dei pasti?
Non sono un tecnico, e non metto minimamente in dubbio la liceità, il metodo scientifico applicato alla ricerca e l’innegabile serietà di tutta la faccenda, ma l’idea nel suo complesso semplicemente non mi piace.
Perchè?
In primis l’idea di addizionare del Licopene estratto da (altri) pomodori ai… pomodori mi fa subito pensare alla pratica dell’autotrasfusione che praticano ben poco eticamente certi sportivi per migliorare le loro prestazioni.
Poi, nell’ottica di mettere al primo posto il gusto e la salubrità intrinseca di un prodotto, anche e specialmente per il suo rapporto con il territorio e i suoi produttori, non è più semplice (ed etico) cercare di mangiare più pomodori, magari privilegiando le varietà più ricche del benefico licopene senza questa sorta di giro vizioso?
No, a quanto pare di ‘sti tempi è indispensabile una “pillola” per ogni cosa…
Già… l’etica.
Nel nuovo millennio è diventata proprio una parolaccia, anche per gli uomini di scienza!
Pomodori addizionati con licopene estratto da altri pomodori…
Mah.
Cui prodest?
Nel dubbio, stasera mi cucino due spaghetti al pomodoro…
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?