Di Fabio Riccio,
Ammetto (colpevolmente) che l’avevo snobbato.
Mi cospargo il capo di cenere.
Faccio penitenza.
Provo a cercare il cilicio, meno male che l’ho perso!
Forse un assaggio frettoloso, forse il palato già saturo di tanti bei vini assaggiati a Naturale 2015 a Navelli (AQ), ma resta il fatto che l’anno scorso mi sono fatto sfuggire una vera chicca.
E… che chicca!
Così, arrivati a Naturale 2016, sempre in quel di Navelli, e complice l’amico nonché autore gastrodelirante Stefano Capone, che ha perorato la causa, questa volta decido di dedicare al Tauma 2015 uno dei primi assaggi, a palato ancora sgombro.
Bingo!
Nel calice già rodato da qualche assaggio, ma ben pulito d’altri sentori, il Tauma 2015 mi si presenta con un colore rosso non carico ma affascinante, e con riflessi un attimo cupi.
Vabbè… l’illuminazione all’interno di Palazzo Santucci non è il Top, ma l’atmosfera si.
Chiedo al bravo Giuliano Pettinella di raccontarmi del suo vino.
Lui, gentilmente, non si tira indietro. La genesi e la storia del Tauma 2015 non si raccontano in due parole…
Due vigne, piccole, quote e terroir diversi ma sempre in Abruzzo, un bravo enologo, tanta passione e tanta voglia di far una cosa bella, lavorando in maniera rispettosa e pulita in vigna & cantina, senza l’assillo delle certificazioni e delle classificazioni.
Giuliano Pettinella fa semplicemente il vino, il suo vino…
Insolita scelta di fare una sola tipologia, lui lo chiama rosato, io lo definirei un Cerasuolo alla maniera Abruzzese, la differenza non è solo lessicale…
Lo porto subito al naso, e già noto una gran differenza con la caterva di cerasuoli abruzzesi stereotipati e, come dicono a Roma, furbescamente “piacioni”.
La struttura olfattiva è da Montepulciano (d’Abruzzo qual’è) in purezza, forte e possente, ma nello stesso tempo elegante.
Non è il solito rosatuccio sciacquato da signorine in tacco 15 che vogliono darsi un tono portando a spasso un calice, non importa di che, ma dal bel colore.
No, il naso è forte, austero, rigoroso, e il legno (barrique di vari passaggi se non erro…) dona giusto quel tocco in più di caldo che ci sta bene, tra le note di cannella, timo, e un fondo di mandorla alla maniera della Coccoina che si stempera in un che di melograno… e, cosa più importante, tutto questo multiforme ambaradan di sentori, non maschera o distrae i sensi dal gran carattere del vino, mistificandolo in vesti non sue.
Arriva il momento di portarlo al palato.
Sono quasi intimorito: se quel che ha preannunciato il naso, me lo ritrovo senza troppe dicotomie al palato, sono di fronte a qualcosa di elegantemente esplosivo.
Così è.
Struttura più che degna di nota, tannini quanto basta, ma percepibili nitidamente, poi subito frutta rossa e una sensazione quasi palpabile di tanto caldo, che mi richiama alla memoria certe assolate giornate di settembre, quando il sole, già più basso, prova a fare il verso all’estate agostana, spesso riuscendoci.
Una sensazione che raggiunge subito il cuore.
Mi piace, molto.
Non inorridiscano gli eno-puristi d’assalto, sempre alla ricerca dell’aggettivo “ad effetto” o della nota tecnica poco comprensibile ai comuni mortali, ma anche per questo cerasu… ooops, rosato mi sento di spendere senza dubbio alcuno l’aggettivo bello.
Un vino bello.
Il Tauma 2015 è un vino che fa stare bene, un vino che racconta di un lavoro in vigna e in cantina fatto come si deve, con amore, un vino che piace in primis a chi lo fa, ne sono certo…
Alcol e morbidezza, imprinting di Montepulciano, legno, ciliegia e acidità, un gran bel mix.
E così… un gran finale, che trova forza nell’acidità e nel giusto alcol, me lo fa immaginare in connubi cibo/vino da pura eresia, come quasi sempre sono i miei.
Tipo… con una frittura ittica senza spine, oppure brutalmente, e a temperatura di interno casa primaverile, con qualche scaglia di pecorino, secco e ben strutturato da una giusta stagionatura.
Il Tauma 2015 affascina, si: e… neanche termini l’assaggio, e già pensi che ne vorresti avere in casa una cassetta, magari per centellinarne qualche bottiglia come un qualcosa per meditare davanti a un buon libro, e poi per lasciare buone buone le altre al buio, nella giusta temperatura, a invecchiare.
Secondo me, qualche annetto e ne esce fuori qualcosa di ancora più buono.
P.S. – Logicamente di questo vino ne ho comprate due bottiglie (poche!!!) per assaggiarmelo a casa.
Stappato nella cucina di casa Gastrodelirio con la debita calma, di fronte a una saporita (quanto basta) pasta con salsiccia molisana a punta di coltello sbriciolata e saltata in padella, rigorosamente in bianco, il Tauma 2015 ha riconfermato le belle sensazioni già provate in assaggio, con in più la piacevolissima sorpresa di un ulteriore ottovolante di sensazioni.
Un coacervo affascinante di scoppiettanti sentori primari, dove prevalevano muschio, salvia e china che, purtroppo o giustamente (secondo i punti di vista…) come tutti i sentori primari, dopo poco svaniscono…
Vabbè…
Azienda agricola Pettinella
Contrada San Silvestro,16
64028 – Silvi Marina (Te)
giuliano.pettinella@libero.it
Tel: 338 8279506
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?
Visto, provato e degustato a Naturale 2015.
Semplicemente ottimo, uno tra i rosati migliori mai provati! Complimenti all’azienda Pettinella