Di Fabio Riccio,
Va bene, volente o nolente dovrò farmene una ragione, nell’anno di grazia 2017 l’olio di palma è sulla bocca di tutti.
Come grasso per usi alimentari non è forse il massimo, è vero, ma su questo ci sarebbe parecchio da discutere.
Va bene pure che siamo in un momento di salutismo imperante & rampante, un po’ troppo isterico e modaiolo e che l’invadenza incontrollata dei social tende a far diventare un macigno ogni piuma che passa.
Però, per favore… sono stufo & arcistufo di leggere, neanche fosse un marchio di qualità su ogni etichetta possibile & immaginabile trovo scritto senza olio di palma.
Un pacco di onesti biscotti, magari quelli mollacchiosi da colazione da intingere nel caffè mattutino, e mi ritrovo a leggere bene in vista l’intimidatoria dicitura: senza olio di palma, anche se quei biscotti non hanno mai visto un microgrammo di olio di palma, ne’ se lo sono mai sognato.
Idem per creme, tortine, prodotti da forno vari, merendine, paninetti all’olio (non di palma eh…), cioccolatini e tutto l’universo mondo legato a un pur se vago sospetto uso di questo temibile grasso alimentare, a detta di qualcuno più letale dello Zyklon B.
Basta!
Senza mezze parole, si è passati dal sollevare un problema reale a una mania, una isteria collettiva che che dilaga in maniera incontrollabile.
Come detto prima l’olio di palma non è il non plus ultra dei grassi alimentari (saturi, monoinsaturi e polinsaturi…), però e per pura cronaca, vi invito a dare un occhio alla tabella qui sotto…
Letto?
Ora, numeri alla mano, avrete notato che anche altri grassi a vario titolo utilizzati nell’industria alimentare, non se la passano poi tanto bene…
Insomma, il nostro povero e bistrattato olio di palma non è il solo killer delle nostre arterie, è in buona compagnia!
Solo un banale esempio.
Il burro di cacao, uno dei principali ingredienti del cioccolato al latte (e non solo…) come “grasso per usi alimentari” ha caratteristiche non troppo dissimili dall’olio di palma, non c’è bisogno di essere chimici o scienziati per comprenderlo.
E allora… perché diavolo continuo a vedere orde di mamme, papà & nonne che imperterriti continuano a propinare merendine e cioccolatini vari ai loro pargoli, nel contempo allontanandoli da ogni potenziale e omeopatica traccia di olio di palma.
Salutismo selettivo?
Ma ‘sti qua, le etichette le leggono?
Poi, perché la gente continua in inverno a usare il burro di cacao per proteggere dal freddo le labbra, visto che c’è il rischio di ingerire una bella quantità di grassi potenzialmente letali?
E così continuando…
Burro di cacao si, olio di palma no. senza olio di palma
Tabelle alla mano qualcosa non mi quadra!
Semplicemente siamo di fronte a una delle solite e ricorrenti isterie collettive, stop.
Salutisti nel cercare ogni minima e potenziale traccia di olio di palma, ma incoscienti poi nell’ingozzarsi (e fare ingozzare, diciamocela tutte) di altri grassi alimentari.
Giusto per la cronaca, ma anche per misurare la mancanza di razionalità dei “talebani” anti-olio di palma, da recenti dati statistici sembra che in Italia il consumo di burro è in forte crescita.
Se questa è la risposta a questa vera e propria isteria collettiva,stiamo freschi…
Buon per i produttori di questo nobile e saporitissimo grasso animale!
P.S. – Il vero problema dell’olio di palma è che nel “sud del mondo” stanno tagliando milioni e milioni di ettari di foreste per far spazio alle piantagioni di palme da olio.
Questo è il vero problema, ma troppo pochi ci fanno caso.
Se poi qualche lettore vuole approfondire, consiglio di dare un occhio a questo ottimo articolo del professor Dario Bressanini, che con rigore scientifico, e senza i facili isterismi da “mamme pancine”, affronta il problema in maniera razionale.
senza olio di palma
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?