Di Fabio Riccio,
Oggi sarò breve.
Voglio solo raccontarvi dell’ultima mania, forse meglio dire idiozia, che da qualche tempo osservo in parecchi bar e luoghi pubblici.
Ultimamente, purtroppo anche in certi ristoranti.
Non so di preciso come chiamarla, e in attesa che qualcuno partorisca un nome semplice per sintetizzare questo fenomeno, provo qui a spiegarlo per esteso. Schermi apparentemente muti.
Avete mai fatto caso che i soliti e onnipresenti mega-schermi da locali pubblici spesso sono muti?
Non è una cosa granché logica, ma fin qui potrebbe anche andare, vista l’abbondanza di cose illogiche nell’Italia del nuovo millennio.
Però… questi schermi apparentemente muti, non sono affatto muti.
L’audio c’è, eccome che c’è, solo che… non è l’audio di quel che è trasmesso in video.
Si: dagli altoparlanti invece delle voci o la musica di chi è sullo schermo, arriva altro. Qualche volta radio commerciali, altre volte molesti spot pubblicitari, in ogni caso nulla che sia in rapporto con quello che passa in video.
Nel 2017 audio e video nei bar e in certi ristoranti, non sono più in rapporto tra loro.
Per chi è più “tonto”, oppure un po’ pigro ad afferrare il senso, per esemplificare ancor meglio, faccio qui qualche esempio di casi che mi sono capitati di recente.
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TG di turno. L’immancabile meteorologo in divisa è in video con bacchetta e pittogrammi di nuvolette & temporali per farci sapere che in Val Padana farà la sua comparsa la nebbia, mentre a Canicattì splenderà il sole.
L’audio, assolutamente scisso dal video, spetta invece alle “perle di saggezza” elargite da Platinette, al secolo Mauro Coruzzi, che sproloquia amabilmente di varia umanità su RTL 102.5.
L’effetto sul mio sistema nervoso è stato devastante…
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Più traumatizzante è stato invece sbirciare in un bar modaiolo di periferia un talk show televisivo per casalinghe da primo pomeriggio. Mentre i presenti in studio amabilmente si accapigliavano (anche fisicamente) per non so bene cosa, l’audio era per l’ultima hit di Anna Tatangelo strepitata a 120 decibel da una radio locale, con tanto di sgangherato pseudo presentatore in palese affanno con sintassi & grammatica, giusto per rovinarmi (anche) il sapore del caffè.
Esperienza memorabile.
Esperienza che mi ha portato a cancellare il bar dove ho assistito a questo scempio dalla lista dei posti frequentabili.
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But last not least, l’ultima dissociazione audio-video l’ho osservata ultimamente in una onesta trattoria di paese. Nei due televisori in sala (eh si: ce ne vogliono per forza due o più…) in video passava l’intervistava a un noto politico. Però, l’audio, di una radio nazionale, era per il compianto Lucio Dalla che cantava allegramente “Attenti al lupo”.
Fate 1 +1 e otterrete il risultato.
Potrei continuare con altri esempi, il fenomeno è ormai diventato diffusissimo.
Onestamente non lo comprendo.
Fosse per me, basta un po’ di buona musica a basso volume, oppure come adoro fare, una piacevole conversazione a tavola.
Passi che certi ristoranti o pizzerie il televisore ci vuole. Un certo tipo di clientela per più ragioni lo esige, e la sua presenza o meno, è una discriminante per frequentare o meno il locale, bar o trattoria che sia.
Passi pure che in certi bar il video che blatera le Hit del momento è ormai un obbligo.
Ma… per favore, un televisore (o mega-video) dove le immagini sono con l’audio di una radio (o di altro…) è una roba che non si può vedere!
Cui prodest? schermi apparentemente muti
P.S. – se per caso qualcuno dei lettori di gastrodelirio conosce il nome specifico di questo “fenomeno”, ci scriva!
Per chi vuole approfondire questo è il ink
https://www.gastrodelirio.it/fabio-riccio/musica-nei-ristoranti/2016/03/
schermi apparentemente muti
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?