Le trattorie & osterie vere (vedi link qui) in Italia sono sempre meno…
Se non ci si mette una pezza, rischiano tutte di fare la fine dei Panda, magari con gli osti residui (di entrambi i sessi) reclusi a doppia mandata in apposite riserve dove eventualmente acquistarli, evitandogli così il destino di finire nel mondo delle anime morte di gogoliana memoria, esattamente il luogo dove tutte le attuali “menate” modaiole vogliono sospingerli, magari venduti al Čičikov di turno…
Già… perché questa tipologia di locali va estinguendosi lungo lo stivale da nord a sud (o viceversa) rimpiazzata da locali che pur con medesime insegne sono ben altro?
Però, come sempre accade, c’è sempre qualcuno che spariglia i tavoli e tiene ben dritta la barra e, per mia fortuna, di questi piccoli grandi eroi ne ho conosciuto che sta all’ingresso di Sasso Marconi, in collina a pochi chilometri da Bologna.
Nonostante l’insegna “ristorante” (a mio avviso) questo locale andrebbe iscritto d’ufficio nel novero di quelle che io definisco “trattorie sostanziali”, perché qui tutto, ma proprio tutto è il racconto di una vera trattoria vecchio stile, forse una tra le più bolognesi tra quelle di Bologna e dintorni.
Qui tutto è dannatamente autentico e viscerale e, la cucina godereccia, nella più positiva delle accezioni plausibili. Punto.
A partire dall’atmosfera fino ai dettagli amabilmente fané della sala dove, non si è ceduto ne’ ad arredamenti di design ne’ a finti ambienti per turisti, passando per le foto delle celebrità che hanno mangiato, per arrivare fino a chi tiene in sala le redini del tutto, l’oste, Omar, davvero cordiale, preparato e oltretutto entusiasta del suo lavoro.
Si: siamo in uno di quei luoghi mangerecci che io definisco “speciali”, popolato e portato avanti da persone che, per motivi di lignaggio familiare ma anche per meriti propri, hanno scritto la storia del loro territorio raccontandone ogni giorno l’identità e l’essenza, tramite i piatti che uscono dalle loro cucine.
Un luogo da vedere, da vivere, ma più di tutto da assaporare.
Ristorante la nuova Roma…
Il piazzale antistante il locale è molto ampio e salvo complicazioni è facile parcheggiare.
Il menù non fa concessioni al folklore, ma va dritto alla sostanza.
Non un piatto di quelli che i turisti “boccaloni” pretendono, ma semplicemente tanta storia, territorio e la doverosa stagionalità e, se non sapete cosa decidere, chiedete pure consiglio alla casa, nella fattispecie a Omar…
I capisaldi della cucina Bolognese sono quasi tutti in carta, senza cedimenti modaioli, e in qualche caso, sfoggiano anche indovinati svolazzi creativi.
Personalmente, ho iniziato con i panini di crescenta fritta con prosciutto di Parma stagionato di 30 mesi.
Saranno pure stati un’ingiuria per colesterolo, trigliceridi etc etc e le mie arterie già tremano al solo pensiero di quando li mangerò di nuovo, ma una partenza così con una piacevolezza complessiva così ben intrecciata alla goduriosa suadenza del fritto e del salume, e così spinta al massimo dei giri come quella di una Ferrari in pole position la ricorderò a lungo.
Non contento, scelgo audacemente di inoltrarmi anche sul sentiero (e dove se non qui?) di quello che è uno dei piatti iconici della tradizione bolognese, alias i tortellini in brodo di manzo e gallina.
Si può descrivere la perfezione?
La perfezione è una condizione ideale dove tutto è esatto.
E… visto che solo le cose migliori sono senza colpa o lacune, la perfezione si estrinseca in uno stato perfetto dove tutto è al 100%.
Certo, è uno stato molto difficile da trovare, ma per questi tortellini (e anche per il gran brodo dove soavemente nuotavano…) mi sento di spendere l’aggettivo perfetti.
“Si, Tortellini in brodo di manzo e gallina… e questa è la loro morte”
Altro pezzo forte da non perdere per nessuna ragione al mondo, sia per il particolare incrocio sensoriale, sia per l’innegabile e goduriosamente ricca golosità è la cotoletta alla bolognese (detta anche “Petroniana”).
Cugina abbastanza alla lontana della più celebre milanese, all’ombra delle due torri è uso interpretarla con delle fette di vitello panate, normalmente impreziosite da prosciutto crudo e “condite” da una sorta di fonduta di parmigiano.
Ma qui, al Ristorante Nuova Roma a mo’ di provocazione o di saporito memento, dalla cucina ti calano senza bluffare il superjolly territoriale che altro non è se non un gustoso coup de théâtre: magicamente scompare il prosciutto e nella cotoletta si palesa la mortadella.
Signori e signore ecco a voi la cotoletta sbagliata, che più territorio di così si muore!
E’ buona? Provate ad immaginarvela…
Sempre nello stesso solco gaudente, c’è anche la Sella di Cervo con riduzione di Barbera dei colli Bolognesi e chips di patate.
Saporita, ineccepibile per cottura, ma con il difetto di finire troppo presto…
Buoni i dolci e impeccabile la giusta cantina che senza sforzo alcuno accontenta tutti con slancio, sagacia e tante belle chicche perfino per un vinaturalista inveterato come il sottoscritto…
Ecco: un posto autentico sia nell’ambiente che nel puntuale servizio, dove regna una bella atmosfera fatta di sorrisi e poche formalità.
Al Ristorante La nuova Roma si va per calarsi nella vera cucina del territorio, quella che ti da del tu parlando in dialetto, ma anche quella dai piedi ben piantati per terra e che lascia ben poco spazio ai fronzoli modaioli o all’imperante marketing.
Si, proprio un luogo “concreto” dove l’esperienza conta, ma anche una oasi di civiltà del gusto e dei sapori a pochi chilometri da Bologna, ottimo per ben godere qualche ora di non trascurabile felicità per i sensi, tutti…
Ristorante Nuova Roma
Via Olivetta, 87
Sasso Marconi (BO)
Tel. 051 6760140
https://www.ristorantenuovaroma.it
info@ristorantenuovaroma.it
Chiuso Martedì e Mercoledì tutta la giornata
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?