Non conoscere la geografia non mica è un reato, però una sana dose di randellate per l’ignoranza geografica (e in questo caso eno-geografica) di tanto in tanto non farebbe male all’italiano medio.
Nel frattempo, giusto per dovere vi cronaca, vi rendo noto che la Protezione Civile della provincia di Brescia da un po’ di tempo ha il suo bel daffare per tenere a bada le orde di vignaioli veneti (anche qualche friulano…) che giustamente vogliono anche loro fare il prosecco della Franciacorta.
Ma che diamine è?
Giorni addietro, spulciando i vari siti di recensioni on-line (trattino d’obbligo!), cosa che faccio per dilettarmi a fare la media ponderale non solo delle gastro-castronerie scritte, ma anche degli innumerevoli svarioni grammaticali e lessicali che si leggono una riga si e l’altra pure, sono inciampato in una animatissima e gustosa diatriba tra un ristoratore, e un cliente insoddisfatto di quel che aveva mangiato e bevuto giorni prima.
Cose che capitano, niente di nuovo sotto il sole.
Ma… quello che mi ha particolarmente colpito (strafalcioni a parte) è stata la chiosa finale del ristoratore che per vantare la sua cantina che se ne è uscito con un «mica ho dei vinacci!» “Io vi ho fatto bere un Prosecco della Franciacorta” non un vinello qualunque!”
Si: proprio scritto, nero su bianco, Prosecco della Franciacorta!
Prosecco della Franciacorta… non credo ci sia bisogna di commenti, ma solo di una bella pietra tombale.
Indi, mi domando e dico: se questo è il risultato, non era più facile abolire la ministra Maria Stella Gelmini quando qualche anno addietro propose di abolire l‘insegnamento della geografia, più o meno riuscendoci?
In trent‘anni siamo passati dall‘imparare a memoria tutti gli affluenti del Po e degli altri fiumi nazionali più lunghi di 20 Km (compresi il Saccione e il Sinarca), all‘idea che la geografia è la mera consultazione di «Google Maps» (d’altronde strumento utilissimo), senza ne’ quel minimo di nozionismo che serve, ne’ di una visione d’insieme del tutto.
In un’epoca in cui si viaggia e ci si sposta fuori dai confini nazionali come mai era successo nella storia, si è finiti per non avere idea più di dove si è.
Punto.
Il ristoratore inviperito con il cliente insoddisfatto, con la sua… concedetemi il termine, ridicola eno-castroneria (non solo lessicale!) dell’inventarsi un fantomatico Prosecco della Franciacorta, dove l’ignoranza geografica si sposa in maniera inquietante con quella enologica da prima lezione del primo livello da corso di “avvicinamento al vino for dummies”, cosa grave per chi fa il suo mestiere, ha messo in luce che cosa ha causato, e ancora causa il ridimensionamento dello studio di questa materia.
La geografia.
Un tempo, ‘na roba come il Prosecco della Franciacorta sarebbe stata definita una chimera.
(Attendo fiducioso altri eno-gastro-svarioni)
P.S. – Il sito dove ho letto questa castroneria non è quello solito dalla grafica verdolina che tanto va per la maggiore, questa volta è un altro, uno di quelli che ci prova ad imitarlo – proprio come per la gloriosa Settimana Enigmistica “che vanta innumerevoli tentativi di imitazione”.
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?