Di Fabio Riccio,
Il primo sorso non si scorda mai
Vabbè… oggi spando al vento proverbi e luoghi comuni da bar, che però talvolta regalano scampoli di verità.
Il primo sorso…
Tempo addietro, Cilento, Festival del Moscato e Spumante del parco del Cilento, in quel di Castilenti di Futani, contrade cilentane belle, colpevolmente da me poco conosciute.
Assaggi, degustazioni, tutti vogliono farmi provare tutto. Onorato di questo, ma non sono una macchina da assaggio!
Sempre così… il mio palato ha limiti di lucidità e, non essendo un “serial taster compulsivo”, ogni tanto ho bisogno di uno stop.
Con i miei ritmi blandi, tra una pizza fritta alla cilentana e le melanzane mbottonate, mi diverto a girare tra i banchetti dei produttori di vino della zona.
Non sono tantissimi, però sono agguerriti e simpatici.
Ne provo alcuni, la maggior parte interessanti, parecchi addirittura “naturali”, sempre virgolette d’obbligo. La cosa, mi piace, molto.
Così, verso le 21, a palato rodato e ancora in buono stato, scocca l’attimo di un banchetto che il buon Gianni Ferramosca mi aveva in precedenza indicato.
Azienda agricola Magnoni
Sul banchetto (solo) due bottiglie, entrambe di Aglianico.
Svino il calice, anche lui quasi esausto, lo riempio, assaggio ed è subito bingo.
Il primo sorso non si scorda mai, davvero!
Il Primalaterra Cilento Aglianico 2013 subito è un cazzotto di sensazioni, di quelle nello stesso tempo complesse, ma accessibili, proprio quelle che piacciono a me.
Se il primo sorso è quello che non si scorda mai, è il secondo quello che decreta se un vino mi piace o meno.
Così, dopo i convenevoli di rito, due bottiglie dell’Azienda agricola Magnoni, tra cui una di Primalaterra Cilento Aglianico 2013, prendono la strada del portabagagli della mia auto, destinazione Molise!
Curiosity Killed the Cat… così alla prima cena casalinga, la dimensione da assaggio a me più confacente, senza indugio stappo il Primalaterra Cilento Aglianico 2013.
Salsicce molisane arrosto, quelle hard a punta di coltello, una di queste è anche di fegato… sentori gustativi robusti, persistenti…
Non è cibo per signorine schifiltose, non è cibo per chi millanta problemi digestivi, ma non è neanche cibo per i compagni co ‘i piccioli, come dicono a Palermo.
La salsiccia è cibo proletario, se non ci credete, chiedete informazioni a Mr. Ramage.
Nel mentre le salsicce sono in cottura, stappo il Primalaterra Cilento Aglianico 2013.
Sono impaziente: non attendo neanche che si ossigeni per benino.
Il sughero sta bene, non ha segni di cedimento.
Al calice, senza scaraffarlo, è di un rosso carico che sfuma al granato, opaco quanto basta.
Al naso, è subito multiforme, ma sul tutto dominano dei fascinosi indizi di ciliegie più che mature, caramello, ribes e lamponi.
Ancora un attimo, e c’è la prima piroetta olfattiva: balza fuori la liquirizia, ma non la radice, ma quella delle famose rotelle… che tutti in qualche modo abbiamo mangiato in gioventù.
Sentore chiarissimo.
Dopo la liquirizia, altra capriola olfattiva e spunta (anche) un sentore di terra appena umida e fieno.
Una festa per i sensi.
Lascio un po’ tranquillo il calice, e così tracce di ginestre e di spezie (cannella e chiodi di garofano), si accavallano agli umori della terra.
Olfattivamente molto complesso, affascinante, il Primalaterra Cilento Aglianico 2013 a questo punto mi rammenta certi vini che a casa di mia nonna compravano sfusi dal Vinaio, mezzo secolo addietro.
Al tempo, ero autorizzato solo ad odorarli, per evidenti motivi di età.
Ma ho sete, e poi il vino per capirlo devo farlo mio, devo farlo entrare in me e farlo diventare parte di me.
Quando decido che è il momento di portare le labbra al calice, subito mi assale una ventata calda, caldissima più calda di una giornata di scirocco, proprio come quelle di Sciacca in Sicilia. Un caldo che parte dal palato per poi invadermi dentro.
Il Primalaterra Cilento Aglianico 2013 è un Aglianico di quelli flessuosi e morbidi, corpo sensuale quasi da avvinghiare, persistente e perfino balsamico, grazie anche a una sommessa nota acida che spande piacevolezza e bevibilità a tutto l’insieme.
Alcol e tannini sono giusti, almeno per un vino come questo, figlio dell’Aglianico e di un territorio dove il sole non manca, stuzzicando con delicatezza lingua e palato.
I 15° di alcol non mi fanno paura.
Passano i minuti, e con il disgregarsi delle salsicce nei succhi gastrici, accompagnate da patate fritte vere tagliate & fritte in casa, oso qualche altra sniffata e qualche altro sorso.
Nonostante gli effluvi suini che ancora indugiano in cucina, riesco a discernere sentori di frutta di bosco che (ora) prevalgono sulle spezie, e una inattesa salinità che chiude il cerchio in una sorta di accattivante equilibrio.
E’ uno di quegli Aglianico complessi e lineari nello stesso tempo, una magnifica e filologica interpretazione di questo vitigno, poca scena e molto costrutto.
Mi piace, riesce a farmi stare bene.
Il Primalaterra Cilento Aglianico 2013 è un vino che qualcuno descriverebbe come da “labbra viola” – per me, un complimento.
Non vuole essere nulla di diverso da quello che è, e ci riesce bene.
Note tecniche e paroloni da eno-iniziati a parte, è un vino che riesce nell’impresa di andar dritto al cuore, per me la reale discriminante per decidere se un vino lo trovo bello o meno, tutto il resto è fuffa, e stupido chiacchiericcio da pseudo-degustatori seriali da tanto al chilo.
Dannatamente beverino… a prova di scettico e di salsiccia arrosto!
Un vino deve raccontare il suo territorio senza necessità di trucchi e belletti, e cosa più importante, senza acrobazie e alchimie in cantina da novello Cagliostro.
In cantina, senza andare in dettagli tecnici che se volete trovate qui – http://www.primalaterra.it/wp-content/uploads/2016/04/PLT-bl.pdf si lavora assolutamente pulito e naturale, senza enoporcate di sorta…
Questo voglio.
Per i lettori più curiosi, faccio notare che sull’etichetta, non compare la dicitura “contiene solfiti”, la SO2 è inferiore a 10 Mg quindi… niente indicazione in etichetta, e il plusvalore di avere nel calice un qualcosa di buono, anzi: di emozionante, ma anche di salubre.
Il patto tra gentiluomini che sempre dovrebbe regolare il rapporto tra noi consumatori e chi il vino lo produce, qui è assolutamente rispettato.
Se questo vino vi capita a portata di mano non lasciatevelo scappare, altrimenti cercatelo!
A parte questo, chissà se il nostro logo, si: proprio quello di gastrodelirio, ricorda qualcosa al bravo produttore…
Azienda Agricola Salvatore Magnoni
Via Fratelli Magnoni 11
84070 Rutino (Sa)
Tel. 0974.830018 – +39
Cell. 329.8125129
www.primalaterra.it
salvatoremagnoni@primalaterra.it
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?