Di Fabio Riccio,
Premessa: non amo alla follia i rossi che fanno legno, per meglio dire, quelli che fanno “molto” legno.
Purtroppo negli ultimi anni, incrocio e seguito ad incrociare nei miei calici delle vere e proprie melasse, o marmellate che dir si voglia, letteralmente rovinate dal legno…
Spesso, troppo spesso, imbevibili.
In realtà sono vini mediocri resi (apparentemente) più “interessanti” dall’abuso di alchimie da mago Merlino in cantina e dall’uso smisurato e senza ritegno di scarti di falegnameria.
Tutto, per accontentare un certo tipo di pubblico che chiede e esalta questa sorta di “inchiostri–melasse”, ooops vini.
Pare che oltreoceano ‘ste robe scure & artefattamente corpose in bottiglia vadano molto forte, ma vi assicuro che anche qui, nella penisola, non si scherza.
Questi, sono i vini che piacciono tanto al mitico sommelier “AccA” e i suoi accoliti di provincia, noti per non capire un’AccA di vino, che, nonostante il loro incessante peregrinare per cantine & enoteche, non distinguono, o non vogliono distinguere i sentori dozzinali dei trucioli da quelli di un buon rovere di Slavonia, indifferentemente di primo o secondo passaggio.
Non dico altro…
Così, quando capita sul mio cammino qualche vino che fa legno per davvero, ma con stile, classe e misura, e che per eleganza e struttura mi piace e dona emozioni, mi fermo e mi tolgo il cappello al suo cospetto.
Praesidium Montepulciano d’Abruzzo 2011 riserva.
Neanche il tempo di stapparlo e nel calice già ostenta un bel rosso rubino carico, violaceo e fitto come la luce che passa al tramonto in un bosco di querce.
Al naso, si percepisce subito il legno, ma è un legno ben usato che lo rende dannatamente complesso e intrigante, con sentori che spaziano dalla frutta matura come ciliegie e lamponi al cuoio, per arrivare dopo qualche minuto di riposo in calice ai birichini richiami di pepe nero e di un qualcos’altro di minerale che mi è noto, ma che faccio fatica a rammentare.
Al palato è rotondo e la trama tannica è morbida, elegante, forse fatta di tannini per i miei gusti personali un attimo rustici, in ogni caso affascinanti.
Poi, con il passare dei minuti il Praesidium Montepulciano d’Abruzzo 2011 riserva si fa penetrante e nello stesso tempo vinoso e avvolgente, sfoggiando una struttura forte e gentile nello stesso tempo (è Abruzzese, no?), personalità da vendere, e una pungente freschezza che gioca a rimpiattino con una mineralità non esibita ma ben percepibile.
Lunga, piacevole e imprevedibile, con ancora qualche bella piroetta al naso, la persistenza.
Permettetemi… ma questa è classe, con la “C” maiuscola!
Il Praesidium Montepulciano d’Abruzzo 2011 riserva è uno di quei vini, che al di là della tecnica e delle belle parole di rito, riesce quietamente ad andare dritto al cuore, che è sempre e comunque la cosa più importante per decretare se un vino mi piace o meno.
Come l’ho bevuto?
Come mio solito ereticamente.
10,30 del mattino, in una degustazione di ottime pizze napoletane, in maggioranza con pomodoro, dove il Praesidium Montepulciano d’Abruzzo 2011 riserva si è districato benissimo tra i richiami gustativi indiscutibilmente articolati e variegati dei condimenti delle pizze, figli questi, di una impeccabile materia prima.
Se volete sapere in dettaglio come è fatto, e la filosofia dell’azienda che lo produce, questo è il link alla pagina del produttore,
http://www.vinipraesidium.it/montepulciano-riserva/ .
In ogni caso, se di questo vino ne parliamo qui, cioè su www.gastrodelirio.it il Praesidium Montepulciano d’Abruzzo 2011 riserva appartiene allo sfumato mondo dei vini “naturali” (virgolette sempre d’obbligo), un modo di fare vino “pulito” e rispettoso, che a noi piace.
Si, il Praesidium Montepulciano d’Abruzzo 2011 riserva mi è piaciuto molto.
Az. Agricola Ottaviano Pasquale
Via Giovannucci, 24
67030 – Prezza (AQ)
Tel. 0864 45103
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?