Di Fabio Riccio,
Pane e tempesta… si: è il titolo di un libro del bravo Stefano Benni, ma anche il nome di un “posto” a Roma nel quartiere di Monteverde che ho letto & sentito etichettare sotto variegate voci
Pane e Tempesta.
Panetteria, forno per buongustai, bottega del pane, panetteria evoluta, pizzeria, pizzeria gourmet per tutti, piccolo panificio artigianale, e… chi più ne più ne metta.
Non voglio accodarmi alla lista di quelli che cercano a forza definizioni, ma voglio pubblicamente spezzare una lancia a favore del bravo Omar Abdel Fattah, che nonostante il nome è prima di tutto Italiano, poi romano, di Padre egiziano e madre Molisana. (Guarda caso… anche Stefano Benni ha origini Molisane!)
Omar per me invece è semplicemente un panettiere, un bravo panettiere.
E… credetemi, in giro di bravi panettieri ne vedo sempre, ma sempre di meno.
Chi nell’anno di grazia 2016 dell’era volgare, fa ancora davvero pane di qualità, e con tutti i crismi, forse è una specie in via di estinzione.
Ho incrociato Omar di Pane e tempesta a Cooking for art 2016 al Birroforum a Roma tra una giuria e l’altra, e fin da subito il suo banchetto mi ha incuriosito, molto.
Gia “a occhio”, spulciando tra i pani esposti, soppesandone colore, umidità, alveolature e, cosa molto importante, la parte bassa, vale a dire quella che letteralmente è in contatto fisico con il piano del forno, ho subito capito che il ragazzo, gran tecnica e simpatia da vendere, fa dell’ottimo pane.
Gli assaggi successivi, non hanno fatto che confermare la mia prima impressione.
Il ragazzo ha davvero stoffa da vendere, e al contrario di altri, non si culla nei suoi buoni risultati, ma cerca sempre di aggiornarsi e migliorarsi.
Pani di cereali dimenticati come la sicula Timilia o Tumminia, pane con la canapa, pane “evolutivo”, pane con farro e tanti altri…
Tutti pani dannatamente buoni e golosi, che una volta assaggiati, quasi creano dipendenza, e con in più il bonus dei prezzi ragionevolissimi, finanche per gli standard della capitale.
Pane e Tempesta…
Purtroppo come dicevo, il barometro qualitativo del pane in questi ultimi anni in Italia tende decisamente al basso.
Dal negozietto sotto casa, al megacentro commerciale, siamo invasi da improbabili pani industriali precotti dal triste fondo retinato, da michette che danno l’impressione di essere palle da golf o bignè giganti, da baguette che in Francia te le tirerebbero dietro per romperti il cranio, tanto sono dure già dopo poche ore che le hai comprate, o infine (ultima deleteria tendenza) dai presunti pani regionali, in realtà solo pallide imitazioni industriali degli originali, dai quali prendono il solo il nome e vagamente l’aspetto, mai la qualità e il sapore.
Purtroppo, anche la città di Roma non si sottrae a questo andazzo.
Però, incrociare un ragazzo pieno di entusiasmo e di buona tecnica, che si è lanciato nell’impresa di fare seriamente e con ottimi risultati il panettiere in questo primo scorcio del ventunesimo secolo, non può che far piacere, molto.
Pane, pizza e dolci da credenza, questo c’è sull’insegna, questo c’è anche sul bigliettino da visita.
Il quartiere è quello di Monteverde, scelto non a caso dal bravo Omar per aprire la sua attività.
E’ tanto, visto che la qualità del suo pane è più che ottima, come ho avuto modo di constatare, nonostante tutti gli assaggi di piatti che hanno in certi momenti messo a dura prova il mio palato, sempre a Cooking for art 2016.
Mi riprometto tuttavia di fare un salto a Pane e Tempesta per provare anche il resto delle cose che completano l’offerta di Pane e Tempesta, dalle pizze (al taglio, più o meno scrocchiarelle alla romana, o di scuola “Bonci”?) e il resto delle golosità che escono dai forni di Omar, credo ne varrà la pena e il viaggio.
Per adesso, mi limito a definire il suo un pane gastrodelirante, e come ben sanno i lettori più affezionati di questo sito, gastrodelirante è un aggettivo che uso decisamente con parsimonia…
Pane e Tempesta
Via G. de Calvi 21/23
Quartiere Monteverde – Roma
Tel. 06 87725015
http://panetempesta.blogspot.it/
https://www.facebook.com/PaneTempesta/
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?