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Appena arrivati alla meta “ristoratoria” ben più di uno stuzzichino di benvenuto ha il nome che finisce in “ino“. Carenza di fantasia, o peggio ancora stoltezza in cucina? Ancor più inquietante è anche il suffisso “ino” che abbonda nei dolci – Consiglio: tenere le orecchie bene aperte, il “ding” del microonde (se udibile) potrebbe essere una plausibile spiegazione a questa profusione di “Ino”. Non ci torno piu
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Siamo ancora in attesa del primo, e il cameriere “caldamente” già suggerisce di lasciare spazio per il dessert. Frase da allarme rosso. Probabile che il poverino, magari un avventizio del sesto giorno della settimana, abbia diritto a una qualche provvigione sui dolci serviti – Consiglio: attenti, spesso la cosa puzza, potrebbe esserci una partita di dolci & dolcetti in scadenza da smaltire.
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Tortino al cuore di cioccolato caldo. Poco da dire ancora di questo dolce privo della pur minima attrattiva, che evidenzia la gran pigrizia (anche mentale) di chi è in cucina. Se poi lo trovate perfino in uno di quei ristoranti che scimmiottano malamente le mode e sbandierano tanto il chilometro zero, chiedete il conto e alzate i tacchi – Consiglio: fiondatevi in una buona pasticceria (se aperta) oppure concedetevi un onesto gelato che di sicuro avrà fatto molta meno strada del tortino. Non ci torno piu’
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La sala è fredda, il maglioncino non basta, rimpiangete la giacca lasciata al guardaroba, ma nonostante questo più di un cliente, magari in maniche di camicia suda vistosamente. Probabile l’abuso di spezie piccanti in più di qualche portata, tattica furbesca universalmente usata in cucina da chi non è in grado (o non vuole) realizzare piatti decenti che abbiano un qualche sapore percepibile. Consiglio: adocchiare la fronte del vicino di tavolo non guasta mai. non ci torno più
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Il vostro menù comprende abbinamenti di vini obbligati, logicamente studiati per assecondare i sapori dei piatti proposti. Se il ristorante è di una certa classe, è un valore aggiunto. Se invece capitate in qualche posto pretenzioso ma di limitato valore culinario (eufemismo), dove il menù comprende anche il vino, evitatelo. Cercate con l’occhio se c’è qualche bottiglia decente che però sia rigorosamente chiusa con sughero & capsula, e stappata in vostra presenza – Consiglio: ricordatevi di Superciuk… non ci torno piu’
non ci torno piu
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?