Nevi Antolini bianco – una bella e buona opera prima

Giornata di assaggi e punteggi gastronomici nella capitale.

Sono nella giuria di una tra le più intelligenti kermesse dedicata ai giovani ai fornelli che c’è in Italia.

Cucina, cucina e ancora tanta cucina…

Ci si duole spesso di come i giovani cuochi esigano tutto e subito senza dar retta ai maestri o alla formazione, senonché poi si trascura di elogiare chi invece imbocca la strada nel verso esatto. Vabbè… Nevi Antolini

I sensi di noi fortunati che degustano sono all’apice dei giri.

Recettori dei sensi che titillano all’unisono, l’orgasmo gastronomico è giusto dietro l’angolo…

Indubitabilmente la cucina italiana “seria” nel 2024 è in gran forma, e osservando i giovani toque blanche all’opera non c’è affatto carenza di talenti ai fornelli, da nord a sud.

Però, una kermesse come questa non di solo cibo vive e gode, c’è anche il vino.

Nevi Antolini

In manifestazioni come queste, gli sponsor sono imprescindibili, ormai sono solo loro che pagano e contribuiscono a mandare avanti ogni baracca gastronomica che si rispetti, incluso il guiderdone che reca conforto alle finanze del sottoscritto. Facciamocene una ragione. Punto.

Ed ecco uno degli sponsor: una media firma del vino nazionale con vigneti (proprio tutti di proprietà?) d’ogni tipo a disposizione nei quattro canti della penisola e anche oltre, visto che praticamente hanno dall’Abrusco allo Zifandel

Ecco un (immaginario…) Bignami del loro modus operandi….

Il Prosecco? Lo abbiamo, filari persino nella villa comunale del paese!

Il Catarratto? Mica siam fessi, vende bene.

Il vino in brick per i novelli Superciuk da panchina notturna al parco? Abbiamo perfino quello!

Montepulciano d’Abruzzo? Ne abbiamo a iosa, è un assegno che cammina!

Grignolino? Eiswein o Ice Wines? Vendono, in catalogo ci sono.

Cannonau? Certo…

Già che ci siamo, anche del Verdicchio.

Il Villard? No, quello non lo abbiamo, ma se le leggi cambiano… provvederemo

Una sola “firm” con tante, anzi: troppe tipologie, sembra quasi un eno-kombinat di filosovietica memoria

Invece, per dissertare su beltà e bontà degli assaggi in calice c’è la rituale ex superfiga bionda in disarmo per quasi raggiunti limiti di età, e per overdose di lampada solare, per tacere dell’artrite reumatoide…

La pur amabile “tardona” anche se paurosamente vacillante sul suo tacco 15, con zelo degno di miglior causa zompetta allegramente tra tavoli e calici, spandendo ottimismo e le parole “territorio” e “sostenibilità” ogni due per tre, sottacendone però un’altra: omologazione.

Il Cannonau e il Grignolino all’assaggio paiono, anzi: sono uguali…

Arneis e Inzolia si rivelano scialbe bibite, forse alcoliche, ma sospettosamente simili tra loro e così via.

Belle e sognanti etichette con tanto di pistolotto pseudostorico chiudono il cerchio, per il resto…

Diciamocela tutta: sono vini che tecnicamente oltrepassano la perfezione, scolpiti come sono da grandi scultori di liquidi, specialisti dalla inarrivabile alchemica perizia.

Vini (?) sostanzialmente studiati a tavolino per piacere e dare certezze a tanti, e a tanti piacciono. Punto.

Stoicamente li provo tutti…

I larga parte elementari per non dire insignificanti in ogni richiamo sensoriale, senz’altro tutti di una disarmante facilità di beva, ma con zero lampi, toni mai troppo intensi e colori mai eccessivi…

Zero virgola zero spigoli, assenza totale della pur minima traccia di complessità, sembrano vini fatti dall’intelligenza artificiale, perfetti ma senza indizio d’anima

Il busillis è che a tanti bere così è andato molto più che bene

Da un contesto come questo però, mi sarei atteso nei calici qualche lampo in più, per dar lustro ulteriormente a quel che di buono e bello c’era nei piatti, non delle scontate piattezze in calice che, avranno pur fatto brillare gli occhi ai pasdaran dell’ovvio enologico, ma che restano ovvie come e molto più di certe canzoni del compianto e altri versi grande Toto Cotugno.

Però, il diavolo, quello che disperde granelli di sabbia anche tra gli ingranaggi più oleati, si annida come sempre nei dettagli…

Timidino timidino a fine serata in un angolino del salone scorgo un signore dietro un banchettino piccino, quasi da asilo.

Sopra, qualche bottiglia nel secchiello con il ghiaccio, altre fuori.

Biglietti da visita, un paio di calici, un paio di occhiali, il rituale cavatappi…

Sbircio bene il bel giallo in calice che attrae un anonimo assaggiatore e anche me.

Già dal colore è diverso da tutti gli insignificanti bianchi degustati (si fa per dire…) fin poco prima.

Assaggio e respiro… dopo tanta noia nei calici finalmente un vino che sfoggia una chiara e godibile personalità, per niente omologato e, dal variegato e affatto scontato spettro sensoriale, sia al naso che al palato.

Nevi Antolini

Un vino che sa di vino.

Bianco Nevi Antolini

Un Trebbiano toscano dalle campagne di Montefiascone (VT) nella Tuscia, in purezza e da fermentazione spontanea. Nessuna filtrazione, nessuna stabilizzazione e nessun utilizzo di additivi esterni (solo un pizzico di SO2 se proprio serve). Nessuna certificazione di sorta in etichetta… solo l’onestà di chi lo produce.

Un “Vino Naturale”, sempre se non fa ribrezzo il termine

Nevi Antolini

Intendiamoci, non è un vino che (per ora…) cambierà il corso della storia dell’enologia, ma è semplicemente tutto quel che di bello e buono in un trebbiano toscano ci deve essere e c’è, e al sottoscritto va più che bene così. E’ tanto.

Il corpo è giusto, ma in primis spiccano la bella acidità, il giusto fruttato e un policromo floreale che, ben intrecciandosi a sapidità e freschezza, rendono il tutto dannatamente snello e beverino già dal primo sorso.

Anche alcol e persistenza sono al loro posto, giusti e, considerando che queste bottiglie sono quasi “un’opera prima”, è davvero un gran bell’esordio per complessità e l’innegabile piacevolezza, di certo foriera di ulteriore crescita.

Assaggiatelo se vi capita a tiro, già dal primo sorso si sente che dietro questo vino c’è un’idea forte, fatta anche di forza, sudore e… amore, e non solo di giusto guadagno.

Si: c’è ancora speranza di bello e verità nei calici.

I “piani quinquennali” li lascio a quelli dell’eno-kombinat e alla simpatica ex superfigona “stagionata”

Nevi Antolini


Nevi Antolini

Via Commenda 93,

01027 – Montefiascone (VT)

Te. 333 9933274

nevi.antolini@gmail.com

@nevi_antolini (Instagram)

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