Di Fabio Riccio
Campania.
Caleidoscopio di identità che non è solo Napoli, città tutt’ora strutturata come una capitale, ma luogo di mille sfumature che dal lancinante bello della costiera amalfitana (e delle isole) e del poco valorizzato Cilento in poco più di un’ora catapulta dal mare ai sorprendenti paesaggi quasi alpini dell’alto avellinese e del Matese.
Luoghi, dove quasi ovunque il nettare di Bacco ha da tempi non sospetti, casa e tenaci interpreti…
Mille e mille sfumature di una regione che pur se con numerose e radicate eccellenze, in campo enoico solo negli ultimi decenni ha finalmente conquistato il suo posto al sole, di pari passo con la diffusione della viticultura di qualità anche in zone un tempo messe ai margini.
Ma… c’è anche un silente arcipelago di tante eno-campanie fatto di coraggiosi piccoli vignaioli che, lontani da riflettori e grandi numeri, sta iniziando a riscrivere dal basso la storia enologica di questa regione.
Di questo vero e proprio fenomeno ne scrive con cognizione di causa in un bel libro Bruno de ConcilIis, cilentano di Prignano Cilento (SA), lui stesso fino poco tempo addietro vignaiolo in servizio permanente effettivo, semplicemente lasciando parlare in prima persona alcuni dei protagonisti di questo rinascimento.
Dieci vignaioli, dieci storie, dieci approcci alla viticultura non convenzionali e lontanissimi dai grandi numeri, narrati in sedicesimi con il piglio del cronista e il rigore dello storico.
Dieci storie di perseveranza in direzione ostinata e contraria, da quelli apertamente schierati sulle barricate del “vino naturale”, ad altri che hanno iniziato transizioni verso modelli più green e sostenibili, fino ad arrivare a chi per precisa scelta, ha deciso di muoversi in una pura e semplice dimensione artigiana.
Tutti però, con alcuni comuni denominatori: quello dell’essere visceralmente radicati nel territorio, quello della dimensione ridotta, spesso familiare delle loro aziende, e della voglia di fare il “loro vino” senza ne’ cedimenti ne’ compromessi. Nelle terre di Bacco
Strade da dove pian piano i risultati stanno arrivando, sia da chi ha recuperato il racconto del territorio abbandonando la città, sia da chi invece dal territorio non si è mai mosso…
Storie: ognuna diversa, ognuna uno spicchio di vita e sudore.
Bruno De Conciliis, novello Stanislavskij, le racconta calandosi fino all’estremo nei panni dei protagonisti, semplicemente lasciando loro la parola.
Una narrazione agile, a tratti impetuosa ma sempre coinvolgente, perché è nelle storie di chi torna (o resiste) con vitalità nelle aree impervie e periferiche, che ci sono le premesse per un nuovo modo di interpretare l’agricoltura e per ridisegnare schemi ormai consunti.
Lettura consigliata a chi ama il vino nella sua essenza, il piacere e la condivisione, ancor di più per chi ne apprezza la dimensione artigiana.
Lettura sconsigliata a chi al vino chiede solo etichette “importanti” dai suffissi roboanti che, trasformandolo (spesso a caro prezzo…) in un mero status da esibire, ne obnubilano l’essenza.
Bruno De Conciliis – Nelle terre di Bacco
Dieci vignaioli che hanno cambiato il vino in Campania
Prefazione di Saverio Petrilli
Edizioni dell’Ippogrifo
Via Marcullo 39/D – 84087 Sarno (SA)
Tel. 081 517700 – 347 050 3455
Nelle terre di Bacco
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?