Di Fabio Riccio,
Anche se non lo si strombazza come qualche tempo fa, in Italia siamo ancora alle prese con la crisi.
L’Italia e gli Italiani sono in crisi, è un semplice dato di fatto.
Però… è da quando che sono nato, vale a dire nel secolo scorso, che non sento dire altro che l’Italia è in crisi.
Boh…
Se c’è crisi, si stringe la cinghia, si riducono spese e sprechi, e si attende che il vento cambi, questo almeno nella saggia interpretazione della casalinga di Voghera.
Anche per la ristorazione è crisi, la “ggente” va molto di meno al ristorante.
Solo i ristoratori della fascia “alta” fanno marameo alla crisi, tanto paperoni & parvenu sono sempre con il portafoglio gonfio e pronti a ingozzarsi, e nella maggior parte dei casi, non capendo letteralmente un’AccA di quello che mangiano e bevono.
Basta che costi caro, e che abbia un nome che faccia “figo” – il discernere gusto, oppure altri “dettagli“, sono semplici optionals.
Qualcuno la pensa diversamente?
Insomma, per i ristoratori in Italia il gioco si è fatto duro.
Così, per non far affondare la barca, tanti ricorrono all’inventiva, e tra le numerose trovate rispolverate, c’è anche il rimpianto e temutissimo menù tutto compreso (o quasi).
Non è una novità, lo so.
Però… proprio ieri sotto il tergicristallo della mia auto ho trovato questo volantino.
Dateci un occhio, e se fate fatica a decifrarlo, prima di andare dall’oculista, cliccateci sopra per ingrandirlo quanto basta.
Leggete e inorridite.
Ricapitolo per quelli che non hanno trovato il tempo per passare dall’oculista.
Prima offerta di un menù di pesce: antipasto, primo, secondo e calice di vino 20 euro
Seconda offerta di un menù di pesce: due portate a scelta più il calice di vino 15 euro.
Cari lettori gastrodeliranti, ma è possibile che robe di ‘sto genere, vale a dire quanto illustrato qui sopra, veri e propri abomini ristoratori, abbiano ancora diritto di cittadinanza?
Ma al di là di tutto… la cosa ancor più grave e incomprensibile, è che nell’anno di grazia 2015 ci sono ancora in circolazione tanti e tanti farlocchi (giusto per non essere scurrili) che ci vanno beati a mangiare.
Il noto Barilotto di sicuro ci va, ma per lui è un discorso diverso: lui, gastronomicamente parlando, è farlocco “strutturalmente”.
Vabbè che la crisi spinge a architettare di tutto per avere il locale pieno, vabbè che si spera di fare “grandi numeri” ad ogni costo, e così (magari…) ci si guadagna pure qualcosa, ma per 20 euro, forse con regolare scontrino o ricevuta fiscale, cosa si riesce a mettere di ittico & commestibile nel piatto in un menù tutto compreso?
Giusto come termine di paragone, allego qui il copia/incolla di un estratto del listino prezzi medio del mese della prima settimana del mese di ottobre 2015 rilevati al mercato di Chioggia riguardante i molluschi…
Letto?
Interessante?
Attenzione: i prezzi si intendono per ittici non puliti, o per meglio dire non eviscerati… quindi, occhio!
Ora, di grazia, e visti & considerati i prezzi medi della materia prima ittica fresca, in posti come questo del manifestino dove si propone un menù tutto compreso di tre o quattro portate, cosa diavolo mettono nei piatti, visto che (di solito) il costo della materia prima nell’economia complessiva di un ristorante, conta per non più del 25 – 35 per cento nella formazione del prezzo finale?
Cioè… una volta pagato il conto di venti euro, solo 6 – 7 €uro sono di pesce, vino, cibi vari companatici, il resto sono spese fisse, stipendi, ammortamenti dell’attrezzatura, bollette, tasse etc etc, e se è il caso anche qualcosa di guadagno.
Con 7 €uro (per stare larghi…), rimanendo nel campo ittico, cosa mai ci si può comprare?
Qualche anello di chissà quale mollusco assiderato che arriva dagli antipodi?
Due spaghetti di grano supertenero per l’inevitabile spaghetto allo scoglio?
Due triglie in quiescenza per raggiunto limite di età?
Mezzo Kg di cozze? (queste si, forse…)
Un goccio di olio di Gomito per friggere e condire l’insalata?
Due scampetti piccini piccini morti suicidi?
Un Calamaro gigante dell’antartico?
Due (di numero) alicette sciuè sciuè?
Mezzo litro del Vino di Superciuk in bicchiere di plastica?
Lische di pesce assortite?
Con 6 – 7 euro, di ittici vari, sempre se li si vuole freschi, ci si compra molto, ma molto poco – non prendiamoci in giro…
E quel poco che si compra, è sempre e sicuramente poco.
E… vai con le polpette di pesce dove il pesce c’è, ma in dosi omeopatiche.
E… vai con le cozze gratinate, sovente ricettacolo del pane avanzato, che da sazietà e costa poco.
E… vai con le minacciose frittatine “di mare”con dentro chissà cosa.
E… vai con la profusione di pane & vegetali “riempitivi” ovunque…
E non me ne importa che qualche ristoratore inizi a gridare che nel suo locale c’è solo pesce fresco, freschissimo anzi, che le mura del ristorante sono sue, che le attrezzature del ristorante sono ormai ammortizzate (visto che non cambia una sedia da vent’anni), e che il pesce gli arriva dal cognato del suo cugino Amilcare che ha la barchetta, e perché in cucina ci sono nonna e mamma (che non paga…) e perché sua figlia Carolina è talmente brava, che da sola riesce a servire ben venti tavoli, e così si spiega il prezzo che rimane basso.
Balle!
Solo & semplicemente balle…
Ma lo ripeto ancora: il peggio non è dato da chi propone questi improbabili menù, ma da chi in questi ristoranti ci va…
E così, mestamente, posso solo sperare di indurre a coloro che si fanno bellamente turlupinare, un qualche fremito di intelligenza, e questo, con le parole del grande Totò: “Lei è un cretino! Si informi!”.
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?
Proprio ieri sera provato menù turistico in un ristorante (si fa per dire) zona Rimini per ben 22 euro per tre portate + vino (pochissimo).
Risultato?
Semplicemente una presa in giro…
Direte voi… ma che ci sei andato a fare?
Risposta: avete presente i Ragionier Filini amico e mentore del Ragioner fantozzi?
Ecco… trascinato in una cena semi-aziendale mio malgrado.
Saluti,
Michelangelo.
Tutto vero, verissimo.
Ma davvero il peggio del peggio sono quei disgraziati che ci vanno…
Però, gli stessi che frequentano questi squallidi posti, magari vanno all’expo, e dopo ore di coda, ti pagano 30 euro una bistecchina striminzita di qualche animale strano, che magari non è neanche tanto buona…