Di Fabio Riccio
Assaggi, mangiare camminando, tanti bei sapori, odori.
Una bella umanità festante che ha invaso le strade di una città non facile come Foggia, ma anche quel tocco di didattica e di convegni che una manifestazione matura e con ambizioni come lo è Libando deve necessariamente avere.
Per non dire poi di Libandino, l’interessante appuntamento per preparare e erudire i palati dei più piccoli...
Infine, pensieri, riflessioni e interrogativi su dove sta andando la cucina Italiana.
Ecco cosa rimane nella cronaca e sul palato dopo qualche giorno di piacevole vagabondaggio per Libando 2018, quinta edizione della ormai collaudata manifestazione che si è tenuta come di consueto per le strade e le vie della città di Foggia.
Ora, senza scendere nei dettagli della riuscitissima, rodata ma ancora perfettibile manifestazione, oltretutto organizzata da un gruppo tutto al femminile efficiente e ben affiatato, voglio qui condividere una mia riflessione scaturita da una chiacchierata “a microfoni spenti” tra il sottoscritto e due delle brave cuoche partecipanti alla bella kermesse Foggiana, cuoche che ho avuto l’onore di introdurre e presentare in due riusciti laboratori del gusto.
Il tema della quinta edizione di Libando quest’anno è stato la cucina madre, un chiaro e netto richiamo tutto al femminile e alla tradizione, che nelle cucine di tutta Italia significa principalmente donne.
Partiamo da questa ipotesi…
Chiacchierando con la giovane Diana Pia Pignatelli dell’agriturismo Le caselle di Rignano Garganico, una cuoca promettente, e con la signora Giuseppina Falco, da sempre dietro i fornelli dell’ormai storico U’ vulesc di Cerignola, è scaturita questa riflessione.
«Le donne, ormai hanno conquistato a pieno titolo il piano nobile delle cucine, e non sono più relegate al solo e subalterno ruolo di custodi della tradizione»
Libando 2018, con la sua scelta tutta al femminile del tema della Cucina Madre, ne è stata la dimostrazione.
Quanta differenza con il passato…
Ricordo come fosse ora, un articolo da me scritto su una sorta di “fanzine gastronomica” diffusa solo per abbonamento (internet non esisteva ancora, almeno per i comuni mortali) nel lontano 1993, dal titolo per l’epoca provocatorio: Perchè i più grandi cuochi sono tutti uomini?
Tempi diversi, cucine diverse, e l’ubriacatura mediatica fatta di cibo & cucina, e di tutto quello che gli ruota intorno che vediamo oggi era ancora lontana.
Gianfranco Vissani con le sue genialità frutto anche dei suoi anni francesi, e Alfonso Iaccarino con la sua cura maniacale per i dettagli e l’innato senso per il gusto, e pochi altri erano i monarchi incontrastati delle non troppe ottime tavole Italiane del tempo.
E… solo nelle cucine più attente e meno “provinciali”, tramite quelli che all’epoca erano definiti i giovani cuochi si iniziavano a vedere i positivi effetti del positivo ceffone che è stata la Nouvelle cuisine, introdotta e italianizzata dal compianto Gualtiero Marchesi, schiaffo che ha svecchiato di molto la cucina italiana, preparando anche il terreno a quelli che poi sarebbero diventati i grandi che noi tutti conosciamo.
Tolti questi, in gran parte della ristorazione Italiana, anche in quella “alta” imperava una cucina inutilmente sontuosa, pesante, ridondante, quasi barocca sia cromaticamente che gustativamente.
Una cucina quella del tempo, che tra i fornelli era quasi interamente declinata al maschile…
Le donne, se presenti, erano quasi sempre subalterne, o titolate alla conservazione della tradizione, salvo qualche raro e luminoso caso, come la grande Nadia Santini del Pescatore di Canneto sull’Oglio.
Ora, nel 2018, le cose sono molto cambiate.
Meno male.
Le donne in cucina hanno pari dignità, e non solo come esecutrici o custodi della tradizione, ma anche come costruttrici di sapori e sensazioni tout court.
Libando 2018, come già detto prima, con la sua scelta di declinare tutta la manifestazione al femminile, non ha fatto altro che dare l’imprimatur a questo positivo dato di fatto, ma ha anche dato visibilità a giovani donne decise e aperte al nuovo.
Di certo un elemento di rottura rispetto alla forma mentis di certi cuochi più anziani, alquanto pantofolai e autoreferenziali sin dal loro primo apparire sul palcoscenico nazionale.
Ora, nel 2018 i più grandi cuochi non sono più solo uomini…
Alleluia!
Bello no?
Ci vediamo tutti a Libando 2019!
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?