Di Fabio Riccio
Mi piace scrivere di vino.
Non sono il solo a farlo al mondo, ci mancherebbe altro, ma cerco di farlo alla mia maniera, cioè senza sterili elenchi e paroloni esoterico-tecnici da eno-iniziati, in ogni caso antepongo a tutto piacevolezza e sensazioni.
Un vino che non smuove il cuore, non mi piace. Punto.
Potrà essere anche il super-vino con tanto di azienda in maniero medioevale, per il quale tutti si svenano economicamente, sarà magari anche recensito stellarmente in ogni dove, ma non mi importa.
Quel tipo di vini, non fanno più per me. Punto.
Un vino mi deve piacere e basta, e che chi lo fa’ deve lavorare in vigna e cantina in maniera rispettosa e sincera, senza improvvisarsi novello alchimista, e senza mistificare quel che il territorio gli regala, tutto il resto è solo aria fritta.
Così, in quest’ottica… che è anche un’ottica gastrodelirante, qualche sera fa ho incontrato un altro bel vino, e siamo diventati amici, subito anche.
Preferisco un vino amico rispetto a un vino altezzoso, i quarti di nobiltà non fanno per me.
Un vino semplice, ma non per questo meno buono, il contrario!
Un vino che mi ha fatto stare bene, non capita sempre.
Come al solito, complice uno dei miei osti di riferimento, arriva sulla mia tavola una bottiglia che non conosco.
Mi piace provare vini di cui non so nulla, approcciandomici semplicemente “di pancia”, lasciandomi trascinare dalle sensazioni – senza nessuna interferenza – senza pregressi condizionamenti.
Langhe Bianco 750m s.l.m.
Timorasso in purezza
Sbrigata con lode la pratica del tappo, nel calice c’è un bel liquido, paglierino quanto basta, ma dai bei riflessi tra oro e ambra. Non è il solito bianco smunto – inizio a pensare che forse un bel po’ più della media sulle bucce ci è rimasto…
Bene.
Irrispettoso dei sacri protocolli di certa enologia paludata, letteralmente ficco subito il naso nel calice.
Ricerca di aromi primari?
Forse.
Il primo respirone, a naso non ancora limpido, elargisce tanta pesca gialla matura, e un generico, ma non per questo meno affascinante floreale, con in più l’immancabile ginestra.
Qualche minuto di pausa per me e per il calice.
Prima di tutto il naso non va mai sovrastimolato, poi è un vino giovane, ma non per questo voglio togliergli tempo…
Un buon vino invita alla calma, già appena aperto.
Quando studio un vino che non conosco, sono sempre guardingo, ci “giro intorno”, letteralmente circumnavigandolo con naso e occhi… e così dopo poco, da questo Timorasso spunta fuori un bel tocco di citrico, e un fondo di mandorla, quasi come quello della colla coccoina che sniffavo in seconda elementare…
Il Langhe Bianco 750m s.l.m. Principiano evolve in fretta, buon segno, almeno per me.
Non amo i vini “statici”, quelli sempre uguali anche dopo settimane che li hai stappati. In un vino la poca o pochissima evoluzione mi sa di losco…
Arriva finalmente il momento di portarlo alla bocca.
Pieno, dolce e avvolgente, palesa subito un bel corpo, un tranquillo fiume di sensazioni…
Le papille gustative già girano al massimo e come già detto, ma quel che più mi stupisce è l’acidità, forte, decisa ma in un equilibrio, con il sentore gessoso, ma anche con la bella mineralà.
Così, con tanti fiori, e le molte piroette evolutive tra sentori di prato ed erbe varie, il Langhe Bianco 750m s.l.m. Principiano mi accompagna fino al termine della bottiglia.
Mi piace.
In maniera semplice, quieta, e senza clamori inutili, il Langhe Bianco 750m s.l.m. Principiano ha centrato l’obiettivo del cuore.
Il mio.
Ma c’è di più.
I calici di questo Timorasso hanno accompagnato più che bene una impeccabile e saporita carbonara – accostamento semplicemente perfetto.
Come primo, anzi: primissimo approccio è stato positivo.
Spero di ritrovare presto sulla mia strada questo vino, di certo lo berrò ancora.
Un vino per il quale mi sento di spendere l’aggettivo vero.
Un vino che mi piace, molto.
Per adesso, lo inserisco in bella vista nella mia personale biblioteca gustativa, nascosta e inglobata da qualche parte nelle mie sinapsi…
Se poi volete sapere qualcosa in più, sul vitigno timorasso, e dettagli vari sul bravo produttore…
Vedi – http://www.ferdinandoprincipiano.it/news.php?id=9
Vedi – http://www.ferdinandoprincipiano.it
Nome del vino – Langhe Bianco 750M slm
Produttore – Principiano Ferdinando
Annata – 2014
Denominazione – Langhe Bianco DOC
Uvaggio – Timorasso 100%
Fermentazione in acciaio
Lieviti – autoctoni
Malolattica – si
Maturazione – 10 mesi in acciaio
Alcol – 11,50%
Produzione – 2000 bottiglie
Altitudine delle vigne – 750 mt.
Suolo – calcareo
Anno di creazione della vigna – 2010
Densità – 4500 piante per ettaro
Raccolto – circa 1,5 kg per pianta
Azienda agricola Principiano Ferdinando
Via Alba, 47 – 12065, Monforte d’Alba (CN)
Tel: 0173787158
http://www.ferdinandoprincipiano.it
E-mail: info@ferdinandoprincipiano.it
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?
Ottimo vino di un bravissimo produttore.
Il Timorasso sta conoscendo una bella rinascita.
Un vitigno da tenere d’occhio.