Piccola storia di olive…
Di Fabio Riccio,
Normalmente l’incipit di un articolo come questo sarebbe “piccole manifestazioni crescono“, “si è chiusa con successo l’edizione di…“ oppure l’ancora più abusato “è andata in archivio la prima edizione di etc etc…“ e via discorrendo con la solita tiritera di frasi già belle & confezionate (o da copia/incolla) che tanti che seguono e scrivono di questo tipo di kermesse adoperano con terrificante regolarità.
No: qui la cosa è ben diversa. la più bella sei tu
Il “cuore” della notizia certamente resta che La più bella sei tu, il primo festival dell’oliva da tavola tenutosi a Cerignola (FG) dal 20 al 22 ottobre 2017 si è chiuso con un buon successo.
Incontri e dibattiti sono stati affollati, e la gente di Cerignola, pur tra qualche iniziale timidezza per la novità dell’evento ha poi risposto, affollando i banchi dei vari espositori presenti e i “cooking show” dedicati alla cucina locale, sempre con la bella di Cerignola come fulcro dei sapori e delle ricette proposte.
Fin qui le notizie, i fatti vero e propri, quelli inconfutabili, necessariamente separati dai commenti, analisi e opinioni di chi scrive. la più bella sei tu
Si, perchè questa volta, non è stata la solita “bella manifestazione”.
C’è di più. La più bella sei tu
Forse, a Cerignola e nel tavoliere, dopo che in passato alcuni timidi tentativi di proporre qualcosa su questa oliva non hanno funzionato a dovere, si sentiva l‘esigenza di una manifestazione organica e ben organizzata dedicata a questa saporita eccellenza dell’agroalimentare italiano.
Una eccellenza, che oltre deliziare il palato, produce reddito e occupazione per un intero comprensorio territoriale.
Non dimentichiamolo. La più bella sei tu.
Prima di tutto il luogo: Cerignola provincia di Foggia.
Città di circa 60.000 anime dalla lunga storia sita proprio nel bel mezzo del Tavoliere delle Puglie, che tanti locali insistono ancora a definire “paese” (vabbè… siamo in Puglia – capisc ‘a me!).
Una zona interamente votata e predestinata all’agricoltura.
Un tempo il tavoliere pugliese veniva definito “il granaio d’Italia, ora invece è lo scenario di un settore agricolo sviluppato e ben articolato, il tutto però, in un contesto non facile (anche a detta di tanti dei suoi abitanti), nel mezzo di una provincia che a parte qualche “isola felice”, anch’essa niente affatto facile.
Si: anche con una manifestazione dal “format” ben consolidato come lo è stata La più bella sei tu, giusto mix tra i momenti ludici e gli incontri e discussioni “istituzionali”, e per di più dedicata a una gloria dell’agroalimentare locale quale è l’oliva bella di Cerignola, si contribuisce a migliorare la vivibilità di un territorio, magari vestendo di gusto, leggerezza e allegria piazze e vie di una città.
La bella di Cerignola, è di certo un’oliva, una buona, saporita e per certi versi unica oliva da tavola, però a Cerignola dal 20 al 22 ottobre 2017 è stata (anche) il passpartout di un tentativo di riscossa che in primis ha avuto il merito di portare più gente per strada, e non solo per il solito struscio serale, e poi ha fatto anche da catalizzatore nel coagulare le energie di quelli che credono che anche una città come Cerignola (e il suo territorio) abbia molto da mostrare al viaggiatore attento e non superficiale.
Andando oltre l’aspetto ludico ma anche didattico de La più bella sei tu, ad esempio è stato interessantissimo visitare il complesso delle cosiddette “fosse del grano” sito in pieno centro cittadino, utilizzato fino a tempi relativamente recenti come particolarissimo magazzino per i cereali.
Il complesso delle fosse del grano di Cerignola stupisce prima di tutto per la sua ampiezza, e il suo interesse non è solo “archeologico” (virgolette d’obbligo), ma anche storico e antropologico.
Probabilmente, in uno dei prossimi articoli noi di Gastrodelirio ci occuperemo in dettaglio di questo.
Prima di concludere, è però d’obbligo una qualche spiegazione in più sulla Bella di Cerignola, questo per i lettori che non hanno mai avuto la fortuna di assaggiare questa eccellenza agroalimentare.
Parliamo di una oliva da tavola, molto grossa di aspetto o per meglio dire di “calibro”.
La bella di Cerignola è frutto di una cultivar naturalmente selezionata, tipica del territorio di Cerignola e dintorni, tradizionalmente “curata” (così si intende tutta la serie di procedimenti per conservare e insaporire le olive) e poi avviata alla vendita in vari tipi di confezionamento barattoli di vetro, latta etc etc.
L’aspetto, a prescindere se nere oppure “al naturale” (per le affumicate il discorso è diverso) come già detto è notevole per dimensioni.
Quasi delle piccole albicocche se non fosse per il colore, e con una curiosa similitudine, ma solo esteriore, con le pesche sotto aceto che ancora si producono in Campania, Abruzzo e altre regioni meridionali.
Al gusto invece la Bella di Cerignola invece si rivela complessa e decisamente sfaccettata. la più bella sei tu
Olfattivamente è lieve, così come deve essere una oliva di tal fatta, ma nello stesso aromatica visto che cita sentori fruttati e/o di clorofilla, mentre una volta addentata (attenzione al nocciolo altrimenti i dentisti gongolano) si mostra carnosa e tenace quanto basta, con un sapore complesso in bilico tra il dolce e il lievemente salato, ma con in più una nota di un gradevole amaro, che poi è il quid che rende il tutto più interessante.
Scusate se è poco… la più bella sei tu
Come e con cosa mangiare queste olive?
Non c’è regola, magari con il classico aperitivo, oppure come tocco di classe in un antipasto di salumi e formaggi di qualità, oppure più semplicemente da sole, così come sono, senza nulla vicino.
Vi assicuro che una tira l’altra, proprio come le ciliegie…
P.S. – Senza nulla voler togliere a tutti gli altri bravi e meritori produttori di queste saporite olive, voglio qui spezzare una lancia a favore per quelle prodotte dalla Coop sociale Pietra di scarto che opera producendo reddito e ottima qualità su dei terreni e relativi immobili confiscati alla mafia.
Il laboratorio (in tutti i sensi) è intitolato alla memoria di Francesco Marcone, responsabile dell’Ufficio del registro di Foggia ucciso nel 1995 dalla cosiddetta “mafia foggiana” solo per la sua onestà di servitore dello stato.
Le olive di questo laboratorio, sono molto buone, così come sono buone e impeccabili le olive di tanti altri produttori.
Ma qui c’è un ingrediente in più, un ingrediente che forse non dona sapore o aromi ma che è lo stesso importante, che è quello della legalità e del giusto e commisurato profitto, per tutti, per tutta la filiera. la più bella sei tu
Coop sociale Pietra di scarto
Laboratorio di Legalità
“Francesco Marcone“
Contrada “Toro”
71042 – Cerignola (FG)
Tel. 0885 091576
la più bella sei tu
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?