Viaggio in capitanata 1- Il Cortiletto Lucera

Di Fabio Riccio  

La Puglia è a pochi passi da casa mia.

Scavalchi un fiumiciattolo chiamato Saccione, che solo alla foce fà finta di essere un vero fiume, e sei già in Puglia.

Ma il paesaggio già muta appena volgi lo sguardo a sud di quel lembo di Molise che si incunea tra Abruzzo e Puglia. Superi Campomarino e già le case basse a due piani quasi sempre di bianco dipinte, prendono a poco a poco il posto degli orridi condomini estivi che che sfregiano la breve costa molisana.

Tra Molise e Puglia a ridosso della costa per un po’ di chilometri c’è una sorta di terra di nessuno, pochissime case e ancor meno paesi, tutti rigorosamente lontano dal mare.

Qui, gradualmente inizia il tavoliere, detto appunto delle Puglie, secondo l’antica dizione che ancora vive nella toponomastica.

Il sole di mezzodì è tiepido, non sembra metà febbraio, non fosse per della strana nebbia di fattezze quasi padane che a tratti eclissa il sole e l’asfalto della S.S. 16.

Mi accompagna nel breve viaggio il mio amico ASiamo diretti a Lucera, la città tanto cara a Federico Secondo di Svevia.

La strada è tutta un largo rettilineo che inviterebbe alla velocità, se non fosse gremito più che altro da arroganti autotreni che scelgono di percorrerla per risparmiare il pedaggio della parallela e più veloce autostrada.

Dalle parti di San Severo si gira a destra. Altro rettilineo, all’inizio un po’ stretto, ma poi anche questo si allarga. La strada è interrotta ogni pochi chilometri da faraoniche rotatorie che, non portando in alcuni casi a nessuna parte, sembrano messe li’ solo per rallentare la marcia, o forse per arricchire chi le ha costruite.

Il paesaggio cambia. La pianura è alle nostre spalle, e qualche tonda collinetta punteggiata da vigne e uliveti rompe la monotonia del tavoliere.

Il mio amico A, mi indica da lontano dei filari di alberi, e mi annuncia che al ritorno mi farà vedere un nuovo tipo di “allevamento sperimentale” per uliveto, annuisco e aspetto.

Pochi chilometri ed ecco apparire Lucera, un po’ di tornanti e siamo in città.

E’ ora di pranzo, studenti e ragazzotti vari sciamano allegri per le strade.

ristorante Il Cortiletto Lucera

Parcheggiamo in centro, e dopo esserci persi un po’ nei vicoli, arriviamo alla nostra meta, un ristorante Il Cortiletto, in pieno centro storico non lontano dalla cattedrale.

Siamo attesi, quando mi allontano da casa per mangiare, di solito prenoto sempre.

Ci apre la porta il signor Paolo, il titolare, che insieme a sua moglie ci accoglie con giusta cordialità. Il ristorante lo conosco abbastanza bene, ci ho già mangiato altre volte e, inizia a piacermi sempre un po’ di più.

Ora però permettetemi una piccola digressione: premetto che ho girato a sufficienza la Capitanata dal punto di vista gastronomico e, mi sono sempre chiesto perché una zona che ha una così gran profusione di splendida materia prima (principalmente ortaggi, verdura, carne, latticini…) non sia mai riuscita ad esprimere una tavola di classe dove interpretare in chiave moderna la saporita cucina locale.

Intendiamoci, i buoni locali in zona non mancano, ma la maggior parte si limita a onorare in maniera “canonica” la tradizione, senza guizzi di talento e novità degne di nota.

Tralasciando la zona del Gargano e dei monti Dauni che, gastronomicamente parlando, negli ultimi anni sembrano in buona salute, forse solo questo piccolo ristorante di Lucera pare esprimere nei piatti una sua peculiare idea, una linea di cucina netta e leggibile, linea che lo pone fuori dall’affollato recinto dei locali più o meno tradizionali, ma anche di quelli sterilmente pretenziosi.

La professionale accoglienza, la piacevolezza della sala, i buoni vini proposti civilmente anche a calice, e le spiegazioni dettagliate di ogni singolo piatto, sono un biglietto da visita che comunica cura e passione per il proprio lavoro.

Il Cortiletto Lucera

Per principio noi di Gastrodelirio non cerchiamo il dettaglio o i tecnicismi, non stiliamo elenchi di buoni o cattivi. Non barattiamo la ricerca delle sensazioni, che è l’unicum dell’esperienza sensoriale di un buon pranzo, con una asettica serie di foto di cosa è arrivato nei piatti.

Proviamo sempre ad interpretare l’anima di un posto, sempre che questo ne abbia una…

Il Cortiletto un’anima e un progetto di cucina li ha, si notano.

Il progetto parte dalla ricerca attenta della materia prima locale con qualche “innesto” da più lontano, per arrivare a rileggere i sapori con tecnica e stile moderno, provando sempre e comunque ad appagare sua maestà il sapore.

Questo è, e dovrebbe essere lo scopo di ogni cucina che si rispetti.

Certo, non tutto ha il medesimo sfolgorio di gusto, ma la passione e l’attenzione, insieme  al visibile lavoro di cesello sui sapori, fanno ben sperare per ulteriori frecce da scoccare al centro del bersaglio.

Facendo uno strappo alle “regole gastrodeliranti”, un piccolo inciso per un po’ di cose assaggiate al Cortiletto devo però farlo.

Il Cortiletto Lucera

Il primo è per il magnifico arrosto di maiale con ridotto di Nero di Troia che, per tecnica ed equilibrio tra carne e condimento, vale da solo una deviazione se per caso qualche lettore gastrodelirante passa in zona. Spezzo anche una lancia per l’ottimo pane e, per i dolcini di pasta di mandorle fatti in una vicina pasticceria, che con coraggio tralascia la ricerca estetica per applicarsi a fondo sui sapori.

Così, satolli e di buon umore per i calici gustati, e dopo quattro piacevoli chiacchiere con il signor Paolo e consorte, con il mio amico A salutiamo Lucera.

Certo, sarebbe stato bello fare un lungo giro per le bianche stradine del centro storico, per scovare tra i nobili palazzi e le belle chiese qualche retaggio della presenza saracena nel XII secolo, quando Federico Secondo popolò Lucera con alcuni suoi sudditi seguaci di Maometto, che nella loro natia Sicilia gli avevano dato parecchi grattacapi.

Però, in febbraio il sole tramonta presto, e con A abbiamo una meta che ci aspetta qualche chilometro fuori città.

Il giro alla ricerca di vestigia Federiciane e saracene è rimandato alla prossima visita al Cortiletto!

Per il nuovo tipo di “allevamento sperimentale” per uliveto, l’appuntamento per i lettori gastrodeliranti è al prossimo post.

 

Ristorante Il Cortiletto
Via De Nicastri, 26 (adiacente al Museo Fiorelli)
71036 – Lucera (FG)
Chiuso domenica e lunedì a Pranzo
http://www.ristoranteilcortiletto.it
Telefono 0881 542554 –
Cellulare 347 1503403

Ci ritorno!

4 commenti su “Viaggio in capitanata 1- Il Cortiletto Lucera”

  1. Si, effettivamente il Cortiletto è un bel posto, dove la cultura del cibo (intesa in senso moderno e non conservatore) è rispettata molto.
    Il problema… è che il bravo Paolo in zona è praticamente da solo a mantenere alta la bandiera della cucina “seria”… Ma è possibile che per mangiare “bene” bisogna arrampicarsi su’ per il Gargano???

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  2. Non date retta ai compaesani che di mangiare non capiscono proprio niente…
    Al cortiletto si mangia bene, davvero bene.
    Ad avercene a Lucera di altri localii così…

    Rispondi
  3. Allora da Lucerino che abita da anni nella capitale, capitato per puro caso su questo articolo, non posso che essere d’accordo
    con l’autore dell’articolo al quale faccio i miei complimenti per la sensibilità e la chiarezza nel descrivere tutto.

    Purtroppo per motivi familiari e di lavoro, non mi riesce di tornare spesso nella mia città natale.
    Avendolo scoperto anni fa’, Il cortileto è ormai è un appuntamento fisso nei miei ritorni a Lucera.
    Sono un po’ appasionato del mangiare bene, e devo dire che in effetti in provincia di foggia sono pochissimi i locali di questo buon livello.
    Peccato però che tanti miei concittadini non capiscano questo!
    Comunque sia, buon lavoro!

    Rispondi

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