DI Fabio Riccio
Tredicesima edizione per la Guida I Vini d’Italia de L’Espresso, diretta da Enzo Vizzari. L’ormai consueta istantanea del panorama vinicolo del nostro paese continua con la nuova veste grafica inaugurata lo scorso anno, confermandosi come una indispensabile antologia del mondo enologico nazionale per l’attenta e metodica opera di scandaglio nella produzione enologica nazionale, con ben 25.000 vini assaggiati.
Un’edizione con belle novità questa in edicola e libreria da oggi 11 ottobre 2013 (disponibile anche in versione per Iphone e Ipad), che verrà presentata ufficialmente il 17 ottobre a Firenze alla Stazione Leopolda, insieme alla sua consorella dedicata ai Ristoranti d’Italia. Complesso e non sempre semplice il lavoro di degustazione, che ha visto per mesi impegnata la competente squadra di assaggiatori capitanata da Ernesto Gentili e Fabio Rizzari, curatori della guida.
La Guida 2014 è ordinata per regioni, ognuna delle quali è illustrata con una carta geografica, completa dell’indicazione delle aree delle principali denominazioni di origine. Oltre questo, nella seconda pagina di ogni regione, oltre a un commento sintetico sull’andamento degli assaggi, è ben visibile la tabella dei “Migliori acquisti” che premia i vini dal miglior rapporto qualità/prezzo. Dopo, ci sono le schede informative dei produttori selezionati (2.100 in totale) e dei loro vini.
Per quanto riguarda le prime posizioni con il punteggio di 20/20, si piazzano a pari merito ben tre vini di gran qualità: il Moscato di Pantelleria 2009 di Ferrandes, il Barbaresco Crichët Pajé 2004 di Roagna e il Barolo Vigna Rionda 2007 di Massolino. Nelle immediate retrovie (19.5/20) troviamo altri due importanti Barolo come il Monfortino 2006 di Giacomo Conterno e il Monprivato 2008 di Giuseppe Mascarello & Figlio, a braccetto con uno straordinario Vin Santo di Montepulciano Occhio di Pernice 1999 di Avignonesi oltre che dal solido e raffinato Valtellina Riserva Le Barbarine 2007 della Fondazione Fojanini.
Un altro gradino sotto, alla sempre stratosferica quota di 19/20, ci sono una ventina di vini, tra i quali spiccano, come migliori bianchi dell’anno, il Feldmarschall 2011 di Tiefenbrunner e il Trebbiano d’Abruzzo 2011 di Emidio Pepe, oltre allo spumante trentino Riserva Lunelli 2006 della cantina Ferrari, premiato come migliore “bollicina” dell’edizione 2014.
Il Piemonte, con ben 61 vini da “5 bottiglie”, riconferma la propria leadership e, il Barolo è sempre al primo posto nella classifica delle denominazioni, con 27 vini che hanno ottenuto la valutazione massima. Sempre in Piemonte è notevole l’ottima performance dei Barbaresco e dei Nebbiolo delle microdenominazioni del Nord Piemonte, mentre continua la crescita delle Barbera, specialmente quelle di Asti. Sotto i riflettori anche la Toscana, che con 56 eccellenze resta un punto fermo dell’enologia nazionale, grazie alla conferma ad alto livello del Brunello di Montalcino, alla nuova gioventù del Chianti Classico e alla vivacità delle altre aree in regione. Positivo il risultato anche dai vini del nord-est: il Trentino Alto Adige ha 29 eccellenze, segue il Veneto con 20 eccellenze, e il Friuli con 15 eccellenze.
Si conferma l’incremento già osservato sul fronte dei vini bianchi, con un ottimi risultati diffusi in manier apiù o meno uniforme in quasi tutte le regioni della penisola. Indiscutibilmente vistoso il “ritorno” dei Friulani, la riconferma degli altoatesini e dei campani, e le note positive per i bianchi dell’Etna, i Lugana e i Pigato. Tra i vini rossi si confermano, oltre a quelli già citati nelle parti alte delle classifiche, tutte le denominazioni più importanti, dagli Amarone della Valpolicella ai Montepulciano d’Abruzzo, dai Sangiovese di Romagna ai poderosi rossi pugliesi. Piacevoli sorprese invece dalle “new entry” nei livelli dell’eccellenza di vini meno conosciuti ma di grandissima bevibilità quali il Bardolino di Giovanna Tantini, il Groppello di Piero Pancheri e il Santa Maddalena di Georg Ramoser.
Per quello che riguarda l’Abruzzo, sul podio c’è il Trebbiano d’Abruzzo vendemmia 2011 di Emidio Pepe (Torano Nuovo) che con 19 ventesimi di punteggio, guadagna meritatamente il posto nell’olimpo tra i “Vini dell’Eccellenza” con il simbolo delle cinque bottiglie per il suo bianco “smagliante e di prodigiosa energia“. Un premio per una azienda che per i suoi peculiari metodi di allevamento e vinificazione è un faro per tutti quelli che credono che si può fare vino in modo “non convenzionale”.
A solo mezzo punto di distanza, (18.5/20) troviamo sono il Mazzamurello 2010 montepulciano d’Abruzzo di Torre dei Beati (Loreto Aprutino), e il montepulciano d’Abruzzo Riserva 2008 Praesidium (Prezza, in Valle Peligna). Per il Molise si conferma in buona posizione Di Majo Norante (Campomarino – sulla costa) che, con il suo Molise Tintilia Riserva 2010, conquista un onorevolissimo 16/20
Piccola nota sui prezzi: più di un quarto dei vini considerati “di eccellenza” sono normalmente reperibili in enoteca a meno di 15 euro: si può bere bene senza svenarsi.
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?