Di Fabio Riccio,
La Sorga Vin de France Grande Pestilence 2017, semplicemente strepitoso, iniziamo da questo.
Rosso, fieramente non filtrato se non grossolanamente per gravità, il Grande Pestilence 2017 è un gran bell’assemblaggio di Cinsault (in Italia più noto come Ottavianello) al 90%, e di ben tre Grenache (In Italia Cannonau), il nero, il bianco e il grigio, 10 % tutti insieme, da vigne quasi centenarie.
Etichetta evocativa, niente alchimie in cantina e vigna, banditi i lieviti selezionati, nessuna solforosa aggiunta. Stop.
Corpo, energia da vendere e nel calice, nonostante la “gioventù”, un frutto da applauso e una masticabilità da grande rosso, senza tralasciare il naso di classe eccelsa.
Così, per l’ennesima volta non nascondo l’emozione e lo stupore di scoprire un altro di quei vini artigianali (questa volta non uso il termine “vini naturali”), che stra-fregrandosene delle sacre scritture di un certo tipo di enologia ufficiale & ufficializzata, si diverte a fare il vezzoso, dichiarandosi solo “Vin de France”, nonostante la preziosa e ineccepibile esecuzione.
Tutto merito di Anthony Tortul della Sorga, che dei suoi vini, oltre ad esserne produttore, ne è nume tutelare, che accudisce il tutto con la diligenza del buon padre di famiglia.
Ecco, direte: l’ennesimo vino scapigliato, brutto, sporco e cattivo?
No, assolutamente no.
Semplicemente un gran bel rosso, molto ben fatto da emozioni immediate.
Già, te ne innamori già dal primo sorso…
Noi il Grande Pestilence 2017 lo abbiamo gustato durante una cena dai sapori variegati.
Poliedrico e ammiccante nell’accompagnare senza problemi carni e paste, inaspettatamente si è rivelato anche un ottimo complice per valorizzare dei piatti di ittici.
Si, ittici, avete letto bene…
A margine però, mi viene da pensare che per questi stessi valori che io enfatizzo, molti degustatori professionisti manderebbero rapidamente al mittente questa bottiglia.
Anzi, in questi tempi ipertecnologici, ci sarà stato di sicuro qualche solone che con aria di sufficienza avrà sentenziato: «’sta bottiglia mandala in laboratorio, e vedrai se non abbiamo ragione noi nel definirla bottiglia da lavandino!».
Come sempre la cosa non mi tange, me ne frego del laboratorio e dei sacri canoni: ragiono con la mia testa, i miei sensi e le mie emozioni.
La Sorga Vin de France Grande Pestilence 2017, a tavola (e non solo) funziona alla grande ed emoziona ad ogni sorso.
Si, proprio un vino come questo, una bella armonia corale che scivola dritta dal calice fino ai sensi, è quel che tesse la trama che trascina il cuore verso momenti di vera e propria felicità.
Per chi è curioso e ne vuol saperne di più… vedi – http://www.vinsnaturels.fr/003_viticulteurs/Languedoc-Roussillon-La-Sorga-Antony-Tortul-155.html
La Sorga – Anthony Tortul
25, rue des Ecluses
35.500 Béziers Francia
Tel. +33 6 77 79 38 45
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?