Non mi stancherò mai di ripeterlo… le maglie di www.gastrodelirio.it sono strette. Lo erano già in passato, e ora lo sono ancor di più, perché qui facciamo critica e non comunicazione, due cose diverse, molto…
Pochi, decisamente pochi articoli, ben meditati e possibilmente scansando il rischio di cadere nell’agiografico o peggio ancora nelle cosiddette “marchette” (palesi o mascherate), ormai la regola quando si legge di cibo, vino, prodotti, ristorazione e di tutto quel che ci gira intorno.
Così, quando qui leggete articoli su una specifica persona, vino, prodotto, luogo di bevute e/o ristorazione, è semplicemente perché fisicamente ci siamo stati (oppure abbiamo assaggiato) e, a nostro opinabile e fallace avviso, riteniamo la cosa davvero degna di nota. Punto.
Sgombrato il campo, questa volta spezzo una delle mie rare lance per un giovane (35 anni) chef Italiano che però opera da anni nel Regno Unito, Giammarco Angelilli da Lucera (FG).
Da quattro al timone della brigata del St. James Restaurant di Bushey a Londra
Un lungo e variegato bagaglio di viaggi, esperienze e sapori che spazia dall’Europa all’India passando perfino per gli states, lo ha portato a edificare una sua peculiare cucina che, dopo anni di rodaggio e affinamento, sembra avere trovato la sua chiara cifra stilistica.
Ritrovarlo sulla mia strada dopo più di otto anni mi ha incuriosito…
Curiosità pienamente soddisfatta anche se per una sola sera proprio nella sua Puglia, con una cena tematica denominata non a caso “diario di bordo” tenutasi qualche giorno addietro nella bella ed elegante cornice della Masseria Celentano a San Severo (due passi dalla natia Lucera dello chef) messa a disposizione per la serata da Alberto Longo, un nome che non ha bisogno di presentazione nel mondo del vino, amabile anfitrione e persona di rara disponibilità.
Cosa dire… un gustoso viaggio dall’Europa all’oriente, una andata & ritorno tra molti bei sapori.
Ma, anche un modo per tanti per avvicinarsi a diverse e, in certi casi sorprendenti sintassi gustative, figlie di varie scuole ed evoluzioni del pensiero gastronomico, cosa che gioca a favore della classe e della compiuta maturità di questo chef.
Cosa altro dire… cucina, cucina e tanta cucina nella più nobile delle accezioni
Giammarco Angelilli mette sul piatto il suo ormai maturo istinto nel coniugare sapori mentalmente spregiudicati, con cui disegna (e… realizza) piatti solo in apparenza dissonanti, in realtà magicamente equilibrati.
Due su tutti hanno lasciato un segno più profondo, il primo è l’omaggio al Portogallo di Que fomos como Lisboa, alla prova dei fatti (e del palato…) intreccio di sensazioni sul bacalhau pressoché perfetto, e poi l’Hangover a Bangkok dove le capesante, dopo un rocambolesco giro per l’Europa nuotano felici in un potpourri di stuzzicanti sentori dal paese del sud est asiatico, regalando attimi di non trascurabile felicità…
Pochissime chiacchiere a contorno e solo un percorso maturo che ha accompagnato tutto il succedersi di una grande cena non solo italiana, ma contemporanea.
La cucina di Giammarco Angelilli ormai solida e ben delineata, è pienamente calata nel mood gastronomico contemporaneo, e non solo di quello italiano.
Dal suo punto di osservazione privilegiato (Londra…) dove praticamente chi vuole assaggia il mondo intero facendo solo quattro passi da casa, continua a trarre ispirazioni e idee.
Cinque portate in una serata praticamente senza un passo falso, un’idea felice dopo l’altra
Dalla cucina sono usciti piatti disegnati e scelti per ben fondersi in un menù completo, scansando con abilità l’effetto accozzaglia e, con il bonus dell’entrare in sintonia anche con i palati meno pronti a queste declinazioni della cucina, perché magari più avvezzi a linguaggi gastronomici tradizionali.
Cucina, cucina e ancora cucina
Il risultato finale è che per una sera non si è mangiato solo in Italia, ma in un magico ristorante esistito solo per poche ore, proprio come accade per i bei fiori bianchi e vermigli di certi cactus…
Il cuoco c’è, i sapori anche, la maturità pure…
Chissà… se un giorno Giammarco Angelilli deciderà di attraversare la manica all’inverso, di sicuro ci sarà qualcuno ad accoglierlo, a braccia aperte, ne sono certo!
Teniamolo d’occhio…
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?