Di Fabio Riccio
Sapete una cosa? Sono stufo!
Oddio… in Italia ci sono troppe cose di cui esser stufi, in primis degli italiani stessi, e poi di come si sono involuti (gli italiani eh…) in questi ultimi 30 anni della nostra storia.
Trenta anni contraddistinti da un gran progresso tecnologico, a cui fa da contraltare un netto arretramento per quel che riguarda il progresso inteso come avanzamento della maturità civile, per non parlare poi dell’attuale livello di cultura “generale”, che ha prodotto schiere di diplomati (ma anche laureati) che definire ignoranti o “analfabeti di ritorno” è riduttivo.
Gente che oltre ad arrancare in zona sintassi & congiuntivi, bellamente confonde la Libia con il Libano o la Liberia, oppure che fai notare che definire un rumeno “extracomunitario” è un errore, non solo lessicale, ti guarda neanche fossi Belzebù appena rientrato da un giretto nel sesto cerchio dell’inferno dantesco.
E dire, che questi votano anche…
Torno al punto di partenza…
Sono stufo.
Si, vabbé, diranno i lettori abituali, che noia che sei Fabio, sappiamo tutti che gastrodelirio oltre ad essere un sito esplicitamente godereccio, è anche un luogo virtuale colmo di invettive, quindi, una “bella” tirata non è mica una novità.
D’accordo: questa volta però formalmente annuncio a pieni polmoni che sono sul serio stufo di continuare a leggere in rete ridicole sequele di castronerie sul cibo, sulla cucina e anche sul vino.
Ne vedo e leggo davvero troppe. Stop.
Nel nuovo millennio non si può più neanche googlare in rete in cerca di informazioni e conferme su qualche tema legato al mondo gastronomico o del vino, che subito ci si imbatte in qualche blog dove se il lettore, (occasionale o fidelizzato) non ha buoni fondamentali e informazioni di base nel settore, però PRECEDENTI all’avvento e la diffusione di internet, rischia solo di confondersi o di avere informazioni palesemente errate.
In tutti i suoi meandri e recessi, il web è letteralmente infarcito di blog, blogghetti & blogghettini di cibo, di ricette e ricettari poco credibili di nonne, prozie e casalinghe in cerca di un significato alla loro vita, di sedicenti esperti di vino, ma anche degli immancabili e molesti fotografi da blog, e da quegli individui, ancor più pericolosi, sempre prontissimi a vergare (metaforicamente…) carta scrivendo giudizi sintatticamente e “tecnicamente” traballanti su ogni cosa che gli capita a tiro di titillamento del velopendulo – molto spesso anche su un noto e verdognolo sito di recensioni – si: proprio quello li, l’innominabile – quello che tanti, ancora troppi consultano, e che ancora ritengono degno di affidabilità.
Questi blog, certamente pleonastici, sono letteralmente una miriade (gastrodelirio incluso!) –
Togliendo quei pochi ben scritti con piglio specialistico o giornalistico, devo dire troppi, anche noti e assai seguiti, sono scritti da blogger senza pudore che non si fan problemi nello scrivere allegramente vere e proprie corbellerie eno-gastro-alimentari.
Gastro-Scribacchini improvvisati, termine generico – valido per entrambi i sessi.
Se ne vedono proprio di tutte… elencarle, e magari linkarle, sarebbe come sparare sulla croce rossa.
Ma alla fine di tutta la giostra, un interrogativo rimane… ci sarà mai un riflusso in questo fenomeno che poi odora tanto di narcisismo?
Per ora non ne vedo i segni.
Così… ho il fondato timore che per molti anni seguiterò ad incappare in gentili signorine che nelle loro rifinite paginette sciuè sciuè, decanteranno le mirabolanti virtù della Bresaola, ignare però che non tutte sono prodotte con carni nazionali e chissà pure di quale razza di bovino, sempre non necessariamente nazionale – vedi un interessante e ancora attuale articolo a riguardo → http://www.tommasofarina.com/2008/01/bresaola-e-zebu-diamoci-un-taglio-chiarezza/
Ho la quasi la certezza che continuerò ancora scoprire tanti gastro-scribacchini improvvisati per i quali la nouvelle cuisine è ancora viva & vegeta, (vedi → https://www.gastrodelirio.it/fabio-riccio/matteo-e-la-nouvelle-cuisine/2014/04/) solo perché incappati in qualche ristorante che non gli ha scodellato il tradizionale mezzo chilo di spaghetti, ma una giusta porzione da persone civili, inferociti & affamati si sperticano a strillare lo stra-abusato epiteto “porzioni da nouvelle cuisine”, senza avere benché la minima idea di quello che stanno scrivendo – La lista potrebbe continuare…
La libertà di espressione è imprescindibile, ma la libertà di dire emerite corbellerie, o per meglio dire gastro-corbellerie no.
Meditate gente, meditate…
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?
Sante parole!