Di Fabio Riccio
Giorni fa’, bighellonando per siti di enogastronomia.
In Italia sono tanti, troppi forse (gastrodelirio incluso!), ma questo è un altro discorso.
Di questi siti, alcuni sono visitatissimi, mentre altri languono non aggiornati da tempo immemore, o peggio ancora sono legati mani e piedi al copia/incolla acritico di qualsiasi comunicato stampa ricevuto, dalla sagra della Terfezia grigia di Roccacannuccia inferiore, all’ultima novità del Noma di Copenhagen – questo, pur di generare traffico di visite per poi strappare qualche euro di pubblicità.
Come un moderno Leopold Bloom del web, incappo per caso su un pezzo di un collega che stimo e conosco per la sua ottima preparazione nel campo enogastronomico.
Il collega, giorni addietro è stato a pranzo in uno di quelli che è considerato tra i migliori ristoranti in Italia.
Fin qui tutto bene, con un pizzico d’invidia per lui che si è goduto una così gran bella giornata…
Ma… il collega, pur abile nell’uso della parola scritta, non ha resistito alla regnante ossessione di infarcire il pezzo di fotografie (in primo piano) di quello che ha mangiato…
Si, proprio loro.
Le famigerate foto in primo piano di piatti bandite per principio da noi di gastrodelirio (vedi il manifesto di gastrodelirio – https://www.gastrodelirio.it/manifesto-di-gastrodelirio/ )
Per circa 3000 battute, ci sono ben 21 (dicasi ventuno) foto in primissimo piano di quello che ha mangiato.
Uno sproposito!
In termini pratici, guardando i “numeri”, siamo a percentuali di parola scritta quasi da fotoromanzo per sartine sognanti anni ’50 del secolo scorso.
Insomma… la parola scritta è ormai supina di fronte a questo “voyeurismo” che porta compulsivamente a fotografare, con dettagli ad alzo zero tutto quel che si è mangiato.
Ma… caro autore-collega, e questo te lo chiedo in tutta sincerità, secondo te è possibile che 21 foto “close up” di quel che si è mangiato riescano nell’impresa di trasmettere (almeno un po’…) al lettore le sensazioni provate dai tuoi sensi?
Permettimi di non pensarla come te, ma ho forti dubbi su questo.
Un primissimo piano di una minestra, e specialmente se nelle (rade…) didascalie non si dice come è fatta, lascia indifferente, annoia – le foto, non spargono aromi dal monitor (almeno per adesso…) non credi?
Un primissimo piano di una “entree”, anche se mi scrivi in sintesi come è fatta, mica esprimere il sapore, le sensazioni o le emozioni che al palato regala, e questo vale ancor di più se si tratta di un qualcosa che arriva da un ristorante considerato importante…
Ma… caro autore-collega, non è forse il caso che qualcuno ricominci a utilizzare quella derelitta “arte” che è il saper narrare con la parola scritta?
Oppure, tutto l’esagerato florilegio di inutili immagini gastro-alimentari che imperversano sul web e oltre, non è altro che una facile panacea alla “sindrome della pagina bianca” (o quasi… bianca), oltre a una impertinente esibizione di narcisismo?
No, così non ci sto.
A costo di scontrarmi frontalmente contro le sensibilità dell’establishment italico del cibo, solennemente dichiaro (qui) che questo andazzo non mi piace.
Basta, basta con le foto in primo piano dei piatti!
Sono arcistufo di girovagare per carta stampata, web e televisione e vedere ovunque voyeuristiche immagini di primi piani di piatti ovunque & dovunque!
Vabbé che viviamo (purtroppo) in un’era dove superate le due righe da leggere, gran parte dei nostri connazionali di ogni età e ceto perde concentrazione e si annoia…
Ma… è Possibile che anche chi ha scelto come professione quella di raccontare sensazioni, come e peggio dei critici gastronomici della domenica utilizza senza remore il “mezzuccio” della foto in primissimo piano?
Ma… è possibile che in tutti i ristoranti (grandi e meno grandi) e una certa parte degli avventori, in barba a tutte le regole della buona educazione e discrezione, ancora prima di assaggiare un piatto lo fotografi, magari solo per “condividerlo” con chissà chi all’altro capo del globo?
Magari… anche con il flash, che poi abbaglia il malcapitato vicino di tavolo che come me ama esaminare con la giusta calma e quiete il suo calice di vino e poi pranzare tranquillo?
Ma… è possibile rimanere a tavola sereni senza il pseudo-web-critico di turno che ammorba la sala con i suoi click per ogni cosa, fotografando sedie, tovaglioli, tappi, e bicchieri vuoti compresi?
No, miei cari lettori, non ci sto.
Ragion per cui, in questo pezzo ho rinunciato anche all’inserimento di disegni e “foto di supporto”, fatto salvo (appunto…) un piatto vuoto.
Meditate su questo, meditate gente…
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?
Complimenti! Finalmente qualcuno che si è accorto e racconta di questa mania.
Basta fare una ricerca su google anche per una misera pasta & fagioli e si è letteralmente sommersi di foto inutili…
E’ una mania peggio dei selfie…
Peccato che però abbia contagiato anche personaggi insospettabili del mondo dell’enogastronomia che un tempo stimavo.
Concordo al 100% con Fabio Riccio l’autore dell’articolo.
Complimenti, centrato in pieno!
Credo che davvero sia sia superato il limite della decenza con tutte queste superflue foto di piatti fumanti e non
Bell’articolo e, decisamente controcorrente rispetto alla “moda” imperante.
Basta con le foto in primo piano dei piatti, davvero nessuno ricorda come si scrive un articolo?
Solo brevi didascalie alle foto?
Davvero il mondo dei food blogger italiani è diventato una specie di fotoromanzo…
Solo immagini e zero sapori.
E… il guaio è che anche siti “importanti” e con persone che (credo) esperte sono cauti in questo tranello.
Buon appetito, leggendo e scrivendo però, senza foto…
Articolo decisamente interessante.
Complimenti.
L’autore mette a nudo un fenomeno che esiste, anche troppo in mia opinione.
Una vera e propria mania quella di queste inutili e noiose foto in primo piano dei piatti…
Non è semplicemente inflazione di (brutte…) foto di piatti, è in atto una mania vera e propria che con il capirci qualcosa di cibo non ha nulla a che spartire.
Spero passi al più presto.
E… mi dispiace che tanti siti, anche interessanti che parlano di gastronomia sono infarciti indegnamente di foto…
Mah…
Più che una moda… mi sembra davvero una mania, lasciatemelo dire!
Una scelta “estetica” discutibile, sterile e noiosa.
Scelta però perfettamente in linea con quello che in Italia è il modo comune di immaginare e vedere le cose, cioè accontentarsi solo del nome e dell’iimmagine… il resto (odori e sapori) sono superflui.
Complimenti per aver avuto il coraggio di dire che “Il Re è nudo”…
E’ semplicemente una moda.
E… come tutte le mode fatue o meno passerà, per poi magari ritornere – corsi e ricorsi.
L’unica cosa che mi da fastidio, è il fatto che fior di personaggi dell’enogastronomia italiana si siano buttati a capofitto in questa “moda”.
Davvero ci sono ovunque sit letteralmente imbottiti di foto di qualsiasi cosa c’è in cucina, posate, manicaretti e bicchieri compresi…
Per me che ho qualche anno dietro le spalle, questa moda dei piatti in primissimo piano mi sembra anche quasi una roba da fotoromanzi.
Ma alla fine questa”moda” è anche indicativa dello stato mentale di buona parte degli Italiani.
La gente non legge, rifiuta di farlo, e se proprio deve farlo come supporto alle immagini bisogna limitarsi, altrimenti si annoiano!!!
Tante immagini e un poco di testo… quanto basta per non tediare con più di tre righe i lettori… giovani e anche meno giovani (PURTROPPO!)
Voi di Gastrodelirio continuate così come siete, al sottoscritto piacete, vi seguo.
Saluti e complimenti da un signore con i capelli bianchi, buongustaio da sempre, che abita nei dintorni di Milano.
Moda, mania vorrei dire.
Come al solito è stata la televisione che ha dettato tendenza.
Le telecamere ad alzo zero sparate sui piatti, mica le hanno inventate sul web, mi sembra invece su RAI1 in orario da casalinghe e pensionate….
Si, forse con questo post si “scoperchia” la pentola di questa vera e propria inflazione di immagini di cibo…
In effetti a pensarci bene… c’è davvero una inflazione di queste foto ovunque (non solo in internet)… quasi una sorta di “pornografia alimentare”.
La considerazione è giusta e… forse… sacrosanta!
Finalmente qualcuno che si è accorto di questo…
Complimenti!
Il web è letteralmente pieno di inutili foto di piatti. Bytes buttati via inutilmente.
Le foto non sanno di nulla!
Io, le cose da mangiare preferisco assaggiarle, non guardarle!
Mica sono uno dei cani di pavlov”…
Sarà pur vero che una certa inflazione di foto di cibo esiste.
Però, a me guardare una bella foto di un piatto fa’ sempre piacere e mette l’acqolina in bocca…