Prendi questo, apri quest’altro, non si decide mai che bere.
Tappo a corona.
Etichetta minimale, colorata, naïve, simpatica.
Elixir de Jouvence (elisir di giovinezza) Chenin in purezza, Vin naturel de France di un tal Xavier Marchais.
Il nome del produttore non mi dice nulla, la cantina è a Faye d’anjou, paesino nel dipartimento del Maine e Loira.
Tutto quel che so: vitigno, e grosso modo la zona dove è fatto, la Loira.
Assaggio, anzi, di degusto sempre senza preconcetti.
Prima sorpresa: il tappo a corona fa il suo dovere egregiamente, però, oltre a un bel colore giallo carico tendente all’ambra, al naso stranamente è piatto, per meglio dire… non percepisco sentori.
Non sono raffreddato.
Non soffro di anosmia.
Vabbè, mettiamola così… molecole volatili impigrite, forse.
Aromi primari che non decollano.
Qualche minuto e ficco nuovamente il naso nel calice.
Niente ancora.
Eppure di Chenin ne ho bevuti a bizzeffe, e mai una cosa del genere era accaduta.
Al naso continuo a non percepire proprio nulla.
Vabbè…
Al diavolo i primari, vediamo almeno di che sa.
Citrico come un limone che raspa la lingua, ma anche suadente e zuccheroso di cotognata.
Pesche in abbondanza, oltretutto quasi allappante… belle sensazioni al palato, ma al naso ancora zero, incredibile.
Qualche minuto ancora, nel frattempo mangiamo, e… d’improvviso il miracolo!
Gli aromi primari, anzi: per meglio dire, gli aromi tout court, spuntano da chissà dove, e tutti insieme puntano dritti alle mie narici.
Gran gioia di ananas, mandorle amare, prugna, miele, mele cotogne (anche al naso, si!), e fumo di legno non identificato…
Gran festa per i sensi.
Una bottiglia a scoppio ritardato?
Il produttore lo qualifica come Vin naturel de France, e quando si ha a che fare con “i vini naturali” (sempre virgolette d’obbligo) le sorprese sono numerose, per fortuna.
Nel finale lungo, lunghissimo, anche un tocco di legno di balsa, anche se non so se questo vino fa legno o meno…
Affascinante, complesso, imprevedibile.
Che differenza con certi “vinetti” sciuè sciuè che punteggiano le pareti di più di un ristorante titolato!
Che differenza i vini supponenti e noiosi, prevedibili dal primo all’ultimo sorso, bestia nera dei comunicatori che penano per trovargli qualche definizione credibile…
l’ Elixir de Jouvence mi piace e mi far star bene, la cosa più importante…
Acido alla grande, scoppiettante di fiori, schiaffeggia senza pietà il sapido, annichilisce ogni sentore rimasto del cibo.
Il cibo finisce, ma di Elixir de Jouvence ne rimane ancora un po’
Zero ossidazione, almeno in questa bottiglia.
Nessun difetto percepibile, alla faccia di chi definisce i vini naturali “quelli con le puzzette”.
A bottiglia letteralmente “strizzata”, con quel poco che resta nei calici, l’ Elixir de Jouvence si fa anche più amabile.
Bevuto appena fresco, credo non più di 10° – 12°, anche senza accompagnamento di cibo e/o di residui gustativi in bocca, è piacevolissimo e foriero di una seconda bottiglia.
Intendiamoci, l’ Elixir de Jouvence è un vino di cuore, uno di quelli che qualcuno sbrigativamente definirebbe “glu-glu”, ma non per questo meno degno di attenzione, anzi.
Come al solito chi vuol saperne di più, faccia un “salto” sul sito del produttore (solo in francese…)
In ogni caso in vigna e in cantina lavorano più che pulito, e gli unici solfiti in bottiglia sono quelli che si formano naturalmente durante le varie fasi che trasformano il succo d’uva fermentato in vino… nulla aggiunto!
Poche chiacchiere, provatelo!
Marchais Xavier
https://www.levinapoil.com/index.php/fr-ca/
+ 33 631137280
+ 33 241793232
18 Albert Lebrun
49380 Faye d’anjou
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?