Fabio Riccio,
Gli incontri migliori sono casuali.
Taormina, Cibo Nostrum 2017, vagabondo nella gran folla tra i 150 e più espositori, di tutto e di più, che bello!
Mi regalo un paio di ore di dissennatezza gastronomica da strada.
Al diavole le sacre leggi degli accostamenti, lascio libero il goloso che è in me.
Puro istinto, mera ingordigia, San Escoffier aiutami tu!
Così, tra arancine da estasi, un tonno rosso da favola, cuochi stellati, e dolci (in Sicilia un must) in breve arrivo all’orgasmo gastronomico di scuola tognazziana.
Ma… dopo due ore di sublimi violenze al mio stomaco, ho sete.
Sete di vino, a dispetto del caldo.
Senza meta, assaggio quel che trovo.
Vini onesti, qualcuno buono, qualcuno noioso, ma in gran parte “convenzionali”, non nelle mie corde di gastrodelirante.
Scovo due cantine a me note, COS e Occhipinti.
Mi salvano, una boccata di aria fresca. Grandi vini.
Vago, spintono la folla, abbatto un truce russo dall’aria “Ex KBG”, travolgo una petulante americana ustionata che ciancia stupidi luoghi comuni sull’Italia e sul cibo, per poi mangiare un triste (e dubbio) trancio di pseudo pizza, non da uno dei bravi espositori, ma da uno dei tanti “pizza parlour” per turisti di bocca buona.
Scorgo un banchetto. Bottiglie che citano quelle “panciute” di COS.
Scorgo il bollino BIO.
Elios…
Sgomito ancora.
Sgomito senza pietà anche una “carampana” in disarmo dal marcato accento veneziano.
La donna esige nervosamente notizie del vino al produttore.
La classica tipa che dopo qualche corso serale sul vino, vuole sfoderare quanto appreso.
Aria fritta… Elios Bianco macerato
Il vignaiolo, Guido Grillo è gentile, disponibile.
Meschino… chissà quante volte nel pomeriggio avrà raccontato la stessa solfa.
Mi intrometto nella conversazione.
Chiedo: lieviti? Elios Bianco macerato
Rispondo il vignaiolo: autoctoni!
Evviva, ora si ragiona, cerco di sapere di più. Elios Bianco macerato
Assaggio.
Nel frattempo la carampana della Serenissima si dilegua, lasciando però sul selciato una pozzanghera con due etti di cerone & mascara fusi in una inquietante poltiglia.
Prima il Grillo (ooops, forse non si può più chiamarlo così, ma “IGT Vattela-a-pesca” bel nome eh?) poi l’ Elios Bianco macerato.
Due assaggi, due cannonate.
A dispetto del caldo e del palato annichilito dal frullare i sapori, mi accorgo che in quei vini c’è trippa e c’è del bello, non la solita fuffa giallina profumata di ginestra a go-go di certi bianchi che tanto piacciono alle signorine in tacco 12 e ai “compagni co’ i piccioli”.
Chiacchiero con il gentile Guido Grillo (in nomine omen?) – persona simpatica e cordiale – mi racconta la sua storia.
In breve…
Enologo. Elios Bianco macerato
Ex consulente enologo.
Si stufa di questo lavoro.
Cambia strada.
Vuol far da sé.
Un tempo, lo avrebbero definito “un pentito”.
Modus Bibendi è il suo sogno.
Il tempo stringe, Guido sta lavorando (alias promuovere il suo ottimo vino) così taglio la testa al Toro e compro una bottiglia di Bianco Macerato, che, successivamente sfuggendo alle grinfie delle compagnie aeree, arriverà sana & salva fino alla cucina di casa mia, luogo deputato per i migliori assaggi, alias Termoli, alias Molise, alias Italia, alias quello-che-più-ti piace…
Un po’ di giorni dopo…
Calma.
Cucina di casa mia.
Stappo il mio Elios Bianco macerato.
Appena nel calice il colore mi fa pensare a Giulio Armani.
Temperatura giusta, limpido quanto basta, almeno per un non filtrato.
Dicevo… giallo carico, quasi ambra per meglio dire, non amo troppo il termine “orange wine”…
Le bucce hanno lavorato bene, eccome.
Lascio il tutto cinque minuti (almeno) fermo…
Il vino “serio” vuole tempo.
Apprezzare un buon vino come l’ Elios Bianco macerato è come godersi un bel bagno caldo… chi ha fretta, faccia la doccia, o beva altro.
Lo sniffo, a fondo, spietatamente.
A questo punto comincia la festa.
Dal calice al naso subito arrivano sole e caldo, frutta gialla & cotognata, ma anche un inaspettato fondo di mandorla che dopo un po’ svanisce.
Già così mi piace, stimola bene i sensi.
Ma… anche il palato reclama.
Mi chiedo come fanno certi “pseudo-sommelier” che sprezzantemente si dichiarano astemi.
Quando va bene i vini li sputano. Ma… mai che li facciano pienamente loro, bevendoli, magari anche due gocce due.
Come per (quasi) tutti i vini che in cantina non patiscono troppa “cosmesi”, il bello al naso e palato arriva con la rapida, anzi, rapidissima evoluzione.
Pochi minuti e un un chiaro agrumato inizia a dettar legge, insieme a richiami erbacei a tratti balsamici, che si alternano a seconda del momento.
Al sorso è subito secco, sapido e citrico quanto basta con richiami gustativi di frutta.
E… in bocca è ancora festa, almeno per chi ha il palato un po’ allenato.
L‘ Elios Bianco macerato è figlio legittimo dei tre vitigni che lo compongono in parti uguali, Grillo, Catarratto e Zibibbo.
Porta in dote il meglio di ognuno dei tre.
Il finale è lungo, non sommesso, forse irruento, in ogni caso davvero questo vino merita l’aggettivo “bello”.
In vigna che in cantina si lavora puliti, e non si ha paura di usare la parola “naturale”.
Venti giorni sulle bucce, sei mesi acciaio, nessun abuso di solforosa, niente filtrazioni, niente di niente aggiunto, nessun procedimento “esoterico”, e lieviti indigeni per innescare le care belle fermentazioni spontanee, proprio quelle che ancora fanno paura a certi eno-soloni, ma anche a qualche pennivendolo sempre pronto alle “Eno-marchette”.
L’ Elios Bianco macerato mi è piaciuto, mi ha fatto stare bene, molto.
Questo è quello che conta veramente in un vino.
Non ho in mano verità assolute, ma per il mio metro di valutazione è davvero un vino per il quale voglio spendere l’aggettivo “bello”.
Da provare, magari con qualche salume “robusto”, ma anche da solo, appena appena fresco, come piacevole supporto alla meditazione.
Elios – Best Of Sicily di Adamo Roberto & Co. s.a.s
Viale Europa
91011 – Alcamo (TP)
Tel. 333 4095 994
www.eliosfood.it
info@eliosfood.it
http://eliosfood.it/products-natural-wine.html
Elios Bianco macerato
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?