Di Fabio Riccio
Davvero una gran bella serata quella organizzata lunedì 18 novembre 2013 dai ragazzi della Drogheria Buonconsiglio di Vasto, serata incentrata sui formaggi a latte crudo dell’azienda (bio-azienda in verità) di Gregorio Rotolo di Scanno (AQ).
Da quando mi interesso di gastronomia più o meno professionalmente, ho partecipato a tante serate come queste un po’ ovunque in giro per l’Italia. Il perchè di questo è molto semplice: mi piace sempre ascoltare dalla viva voce del produttore “il racconto” di quello che fa in azienda, e che poi arriva nei piatti, in questo caso nel… mio piatto!
In queste occasioni, so in anticipo che troverò persone che già conosco, ma anche tanti “sconosciuti” che come me sono interessati in maniera non superficiale al tema di cibo & vino. Insomma… partecipando a serate del genere, si è quasi certi di incontrare gente della (mia) medesima tribù. Pero… in verità non mi preoccuperei più di tanto neanche se fossi certo di non trovare nessuna persona a me nota. Il vino, e il buon cibo riescono sempre nell’impresa di avvicinare le persone, insomma: la convivialità.
Dicevamo dei formaggi. Una cosa è certa: un personaggio del calibro di Gregorio Rotolo è in grado di reggere da solo la scena, e dal racconto delle sue conoscenze e esperienze, traspare nitidamente il grande amore per il suo mestiere, amore che insieme a ottime capacità tecniche e drastiche scelte votate tutte alla qualità, lo hanno fatto diventare un riferimento assoluto per il territorio del parco nazionale d’Abruzzo, ma anche per tutta la regione.
Inutile elencare qui tutti gli ottimi formaggi e sapori provati, sarebbe uno sterile esercizio di stile, è più importante invece sottolineare che è stata una serata integralmente dedicata al gusto (ma anche alla convivialità), in questo caso al gusto di formaggi fatti semplicemente più che bene!
Ma non di solo cacio si è nutrita la serata… in abbinamento con i grandi formaggi, sono stati di scena i vini dell’azienda Terraviva di Tortoreto (TE), piccola azienda tutta votata “al naturale”. Questo produttore del teramano, si distingue anche per le etichette davvero molto ricche di informazioni tecniche e non, informazioni normalmente non dichiarate e molto spesso celate al consumatore.
Questa parte della serata è stata curata dal sommelier Carlos Casasanta (per questa serata “in borghese – vale a dire… senza divisa & tastevin), con la presenza in sala anche dell’Enologa aziendale Claudia Galterio.
Il bravo Carlos è nel contempo anche il responsabile commerciale dell’azienda Terraviva.
Logicamente anche in questo caso, non sono mancate spiegazioni e consigli, oltre ai bicchiere sempre pieni…
Invece… sulla parte “enologica” della serata voglio invece “azzardare” qualche giudizio.
Insomma non capita spesso di fare una piccola verticale di trebbiani dell’azienda Terraviva, con un piacevole post-scriptum di un montepulciano.
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Trebbiano Mario’s 37 del 2009 dove 37 indica l’età della vigna nel 2009. All’aspetto è luminoso e limpido, quasi brillante. Al naso ha qualche accenno di volatile che via via svanisce per lasciare spazio a note belle note agrumate, di peperone e a una bella nota salmastra che ritrovo anche in bocca come contraltare ad una bella freschezza, cosa che lo ha reso in grande equilibrio con i formaggi stagionati di Gregorio Rotolo.
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Trebbiano Mario’s 38 del 2010. Anche qui l’aspetto è luminoso e limpido, ma un attimo di meno brillante. Per il resto è stato un po’ il dilemma della serata. C’è chi lo ha trovato ottimo e di corpo, e chi, come me lo ha un tantino declassato per un corpo un tantino esile e chiuso al naso, con un nota alcolica un po’ invadente, sparita solo dopo un po’ di stazionamento nel calice. In bocca però giuste note floreali e di frutta gialla, ma non troppo persistenti.
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Trebbiano Mario’S 39 del 2011. Freschezza e colore limpido colpiscono ancor prima di avvicinarsi al bicchiere, poi l’iniziale chiusura al naso si trasforma in nette note floreali, che dopo poco ancora lasciano spazio a più sfumati e affascinanti sentori terrosi e di humus. In bocca rivela gran freschezza e buona mineralità. Dopo oltre mezz’ora cambia quasi radicalmente, svelando una eleganza e morbidezza al palato che non aveva appena stappato.
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Montepulciano d’Abruzzo Luì. Il colore è pieno, e testimonia una evoluzione abbastanza rapida, che lo trasforma quasi da subito in un bel rubino quasi violaceo. Al naso note di liquirizia, di caffè e di terra bagnata, pur con qualche accenno di ossidazione che non sempre (come qui) è un difetto, anzi. In bocca parte e anche arriva al finale con note cioccolatose e e di pepe bianco, anche se nell’evolversi nel calice ridimensiona la sua iniziale spinta acida.
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?
Grandissimo Gergorio, ho provato i suoi formaggi e il resto in azienda qualche anno fa!!!
Ora me lo ritrovo che se ne va anche a Vasto…
Grandi anche i tre della drogheria, me li ritrovo qui su ‘sto sito per puro caso – una volta sono stato da loro e mi sono trovato benissimo!
Cerchèrò di seguire cosa combinano…
Ciaooooooooooooooo