Di Fabio Riccio,
Gente! Correte gente, correte!
Fortuitamente, mentre ero a Policoro (MT) ospite del Lucania Street food festival, ho trovato sulla mia strada un raro esemplare di una umana specie che nonostante tutte le belle parole, e gli sforzi di quelli che vogliono farci credere che un tempo i mulini erano bianchi si è pressoché estinta, vale a dire… un vero agricoltore!
Si.
Proprio uno di quelli con i calli alle mani e… una gran bella e gioviale faccia arricchita da due folti baffoni “a grondaia”.
Una faccia che in gergo viene catalogata come una di quelle che “buca il video”.
E’ un complimento!
Domenico Bascetta & consorte, azienda agricola a Tursi, sempre in provincia di Matera.
Purtroppo, per ragioni di tempo e logistica non ho visitato la sua azienda per intero, ma solo una parte, quella quasi sulla riva del fiume Sinni, e me ne dolgo, ma vi assicuro che il bravo Domenico è un resistente in servizio permanente effettivo, un gastrodelirante di fatto, non onorario.
Già il piccolo appezzamento che ci ha mostrato si è rivelato una sorta di giardino delle delizie, un moderno giardino della Kolymbethra, un vero e proprio inno alla biodiversità.
Domenico Bascetta pianta e ripianta vegetali dimenticati, dalla cicerchia al cetriolo spinoso, passando per il cotone (si: proprio quello per fare stoffe…) alle pesche (percoche) dagli incredibili sapori, non omologati, senza dimenticare la misconosciuta melanzana rossa…
Peccato non aver avuto più tempo per visitare tutta la sua azienda, però e per fortuna, un suo gazebo era in piazza a Policoro per il Lucania Street food Festival, ed è lì, sotto quei semplici tendoni gialli che è continuato quello che per me è stato un vero e proprio cortocircuito dei sapori.
Intendiamoci, Domenico Bascetta non è un marziano calato all’improvviso in Lucania, ma semplicemente una persona appassionatissima del suo lavoro, che ha trasformato in una vera e propria missione.
Partiamo dalla cosa che più mi ha colpito.
La zucca spaghetti.
Mai sentita dire?
Eppure esiste!
Curiosa, eccentrica e dalla forma irregolare come tante sue consorelle, la zucca Spaghetti è un qualcosa di dimenticato…
Provo a spiegarvela, altrimenti accontentatevi della foto.
Una zucca, non grande, pare di origine americana, dal colore giallognolo come più o meno sono tutte le sue consorelle, e a quanto pare poco produttiva, ma anche una zucca che ha la particolarità dopo essere stata cotta, una volta aperta, di presentare una polpa sfilacciata che somiglia incredibilmente a degli spaghetti veri e propri.
Questa polpa, al vero assaggiata da sola senza un sapore ben definito ma solo leggermente dolcino, la si usa come base per farci parecchie cose.
Domenico Bascetta al Lucania Street Food Festival l’ha proposta nella versione a “insalata”, vale a dire condita con aceto, olio extravergine, aglio e rosmarino, tagliata alla maniera dei crauti, e poi spalmata sul pane.
Risultato?
Beh… per il palato del sottoscritto, è stata una semplice ma bella epifania di sapori, degna di preparazioni ben più blasonate, dove il lieve sapore dolcino di questa zucca, ha fatto da degna base al matrimonio tra il sentore di aceto e il morbido dell’olio.
Un sapore che per nella sua semplicità, non si dimentica, anche per l’equilibrio gustativo notevole.
Zucca a parte, qualche riga più sopra ho definito Domenico Bascetta un “resistente”.
Lo è.
Si: è fare davvero resistenza il coltivare la propria terra senza piegarsi ai diktat delle colture industriali.
E’ resistenza mantenere un rapporto ombelicale con il proprio territorio che ha solo un aggettivo per poter essere definito in dettaglio, cioè sano.
E’ resistenza armarsi di tanta buona volontà, e di una buona dose di empatia (i baffoni aiutano!) per vendere direttamente con un incredibile porta a porta i suoi prodotti a una cerchia di clienti affezionati, o attraverso i vari gruppi di acquisto.
E’ resistenza avere una varietà incredibile di vegetali dimenticati nella propria terra, alcuni ormai in pochissimi esemplari.
E’ resistenza fare, e senza clamore, una agricoltura davvero a misura d’uomo, pulita ben oltre le certificazioni di rito, e guadagnarci pure.
Potrei continuare…
Aggiungo solo, che in questa Italia di inizio di nuovo millennio, colpevolmente “incarognita”, c’è un disperato bisogno di resistenti, di questi resistenti….
Posso solo aggiungere che tra le varie delizie assaggiate in questa specie di paese dei balocchi vegetale, oltre la già menzionata zucca spaghetti, mi ha molto colpito l’arancia Staccia, una varietà tipica Lucana.
Un agrume dalle dimensioni notevoli, dalla buccia rugosa, spessa ma soffice, e dal sapore raffinato e non banale, come lo è quello di certe “arance da bar”, standardizzate all’eccesso in gusto e dimensioni per frettolose spremute automatizzate da salutisti d’assalto.
L’arancia staccia è ottima sia al naturale, che trasformata in marmellata, ma io la vedrei bene anche in quell’ormai desueto piatto che è l’insalata di arance… mai provato?
Sempre nel reparto marmellate, da segnalare anche quella di una varietà locali di Limoni, di cui non ricordo il nome, ma dal sapore raffinato, marmellata che già dal primo assaggio, mi ha creato una sorta di dipendenza…
Per finire, un bravo ad alta voce per Domenico Bascetta, non solo per tutto il suo lodevole lavoro, anche per la sorpresa finale di un magnifico passito di Moscato di Basilicata.
Produzione minima, autoconsumo, pochissime bottiglie, al massimo è offerto agli amici – io l’ho bevuto.
Intendiamoci, è una produzione amatoriale, un vino da garage lo definirebbe qualcuno, ma basta un assaggio per accorgersi che si è di fronte ad un vero piccolo grande capolavoro…
Chiaramente è vinificato in maniera assolutamente rispettosa, Domenico non sa neanche cosa siano i lieviti selezionati, l’osmosi inversa, per non parlare della gomma arabica, e dell’azoto asperso come un effetto speciale da “B Movie” per preservare (?) la buona salute delle uve – e qui mi fermo…
Il passito di Domenico Bascetta è semplicemente buono, e rende felice il palato, forse a tratti è un po’ ingenuo, ma vivaddio, parliamo un vino da meditazione accattivante e non furbetto, persistente a palato e naso a prova di scettico, e con un putiferio di sentori e gusti che mi rammentano le cotognate della mia infanzia.
E dire che il buon Domenico Bascetta non ha idea precisa di cosa sia un vino naturale, però nei fatti lo fa!
Che dite, lo definiamo un gastrodelirante?
Io direi di si – voi lettori, come la pensate?
Azienda Agricola Domenico Bascetta
Località Val del Monte
Tursi (MT)
Tel. 338 15031358
bascettadomenico@gmail.com
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?