Di Fabio Riccio,
Prima di tutto il cuoco: Davide Mea, nel cassetto (ma non troppo) una laurea in economia del turismo.
Il locale: La taverna del mozzo, piccolo, semplice e confortevole ristorantino in quel di Marina di Camerota, Basso Cilento, quasi dentro il porticciolo.
Un posto dove ci si sta bene.
In estate, mangiando fuori, quasi a mollo nel porto, l’odore del mare pregna anche i vestiti.
Il mare è a portata di mano, non è romanticismo spicciolo per turisti di bocca buona.
Il mare, appunto. Davide Mea.
Fonte primaria dove la cucina di questo cuoco si abbevera per gran parte di quel che arriva nei piatti.
Le idee ora ci sono, intelligenti e ben sviluppate.
Vediamo perché. Davide Mea.
Gastrodelirio in passato era già stato in visita alla Taverna del Mozzo, ma in tutta onestà non ne ero stato impressionato più di tanto.
Per carità, una giusta cucina, territoriale quanto basta, bella materia prima, un po’ di guizzi di buon mestiere qua e là, gentilezza nel servizio…
Forse una giornata “no”, forse una giornata piatta in cucina, forse altro, però un seconda occasione non la si nega mai, a nessuno.
Così, ritorno alla Taverna del mozzo e scopro che Davide Mea ha inserito il turbo.
Avete presente negli anni ‘80 del secolo scorso la Uno Turbo IE?
Mai guidata? Davide Mea.
La piccola utilitaria, al contrario dei milioni di “Uno” che avevano invaso le strade italiane di quell’epoca, era dotata di un propulsore potentissimo, che quando si inseriva il turbo la portava letteralmente a “volare” a 200 Km/h in tutta fluidità, con un balzo felino all’inserimento del turbocompressore che solo chi la ha guidata può descrivere.
Ecco, nell’estate 2017, la cucina di Davide Mea sembra avere messo il turbo, stesso balzo, proprio come e più della Uno Turbo…
Si, la cifra stilistica complessiva della cucina di Davide Mea, creata anche e principalmente con il pescato del giorno, compreso quello “povero”, ma con indovinati inserti e accostamenti con quanto di buono offre il Cilento al suo interno, è decisamente cresciuta. Punto.
Un progresso tangibile, palpabile, anzi: palatabile!
Poi… Davide Mea trasmette la sua passione istintivamente, ha il sorriso giusto, e modi di fare educati e spontanei.
Non è questione di singoli piatti o di gusti personali, ma ora, nel luglio 2017 è tutto l’insieme che sembra avere guadagnato (in breve tempo) spessore e maggiore aderenza agli stilemi e alla grammatica della cucina del ventunesimo secolo.
Certo, la qualità della materia prima e il “buon mestiere” anche in precedenza erano lodevoli.
La ricerca e l’utilizzo delle “chicche” Cilentane (leggi presidi) pure.
Forse, ora è solo venuto allo scoperto quel “quid” in più fatto dai giusti accostamenti e dai giusti sincretismi tra mare e orto, che con le indovinate e gradevoli cromaticità, rende il tutto più interessante e cosa più importante, fluido al palato.
Come l’accelerazione del turbo appunto, uno scatto fluido…
I sapori sono in alcuni casi più netti, in altri più delicati, ma i cambiamenti hanno inciso solo dove serviva, selettivamente, senza note fuori spartito.
Alcuni spigoli e qualche nota discordante sono stati smussati, la sintassi dei sapori si è fatta più sofisticata, la piacevolezza è cresciuta verticalmente.
Nel complesso piatti ben concepiti e ben presentati, che si fanno ben voler bene ed apprezzare, che si gustano in scioltezza, e che mantengono alto il livello del pasto, con a volte tocchi intriganti che provano a regalare perfino emozioni.
L’Alfa e l’Omega di quella che nel complesso è stata una gran bella mangiata?
Il gran bel polpo di apertura assecondato e presentato a puntino, e l’acuto finale delle deliziose gelatine dolci…
Due piccole note per la cantina e il servizio.
La prima è cresciuta, anche se noi di gastrodelirio avremmo preferito qualche attenzione di più per il settore “naturale”, settore che a dispetto degli strali dei soliti “enosoloni” che sparano veleno “a gettone”, è in netta crescita.
La seconda nota è per il servizio.
Puntuale, cortese. Davide Mea.
E’ curato dal bravo Carmelo che senza inutili orpelli esemplifica quello che è il giusto rapporto tra affabilità e professionalità.
Di sicuro una risorsa per la ulteriore crescita che tutti noi ci aspettiamo da Davide Mea e dalla sua Taverna del mozzo.
Andateci. Davide Mea
La Taverna del Mozzo
Lungomare Trieste, 95.
Marina di Camerota (SA)
Tel. 0974.932774
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?